Ma quali sono i fattori che influenzano la soddisfazione?
Il giornalista Malcolm Gladwell risponde alla domanda nell'interessantissimo volume dal titolo Fuoriclasse: storia naturale del successo (trad. di Elisabetta Valdrè, Mondadori 2010), sostenendo che, per farci appassionare, un lavoro deve avere tre caratteristiche:
- complessità (un lavoro ripetitivo e semplice non ci coinvolge: ci annoia)
- autonomia (se non abbiamo margini di decisione su ciò che facciamo, non ci divertiamo)
- relazione tra impegno e guadagno (se lavorando di più gli introiti restano gli stessi o diminuiscono, restiamo delusi).
E, sostiene Gladwell, per star bene sul lavoro non occorre svolgere professioni intellettuali, né guadagnare cifre stratosferiche. Come esempio di lavoratore felice, infatti, porta quello di un immigrato che, appena giunto nella New York di inizio Novecento, si mise a fare il sarto in proprio: "Tornando a casa la sera dai suoi figli, Borgenicht sarà stato esausto, povero e sopraffatto dalla realtà, ma era animato da progetti. Era il datore di lavoro di se stesso. Era responsabile in prima persona delle sue decisioni e dell'indirizzo da dare alla propria vita. Svolgeva un lavoro complesso che impegnava la mente e l'immaginazione. E nella sua attività c'era un rapporto diretto tra impegno e guadagno: quanto più lui e Regina fossero rimasti alzati di notte a cucire grembiuli, tanto più denaro avrebbero guadagnato per strada il giorno dopo."
A questo punto non ci resta che chiederti:
- Il tuo lavoro è abbastanza complesso da presentarti delle sfide?
- Ti lascia dei margini soddisfacenti di autonomia?
- Ti porta guadagni commisurati all'impegno?
- Che cosa puoi fare per svolgere attività più complesse / avere più autonomia / avere guadagni commisurati al tuo impegno?
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