lunedì 15 giugno 2015

Come si fa una revisione?

Se traduci, scrivi o fai il redattore, una parte del tuo lavoro consiste nella revisione: dei tuoi testi nei primi due casi, di quelli altrui nell'ultimo. E si tratta di una parte delicatissima, come ti sarai accorta/o quando è stato il tuo testo a subire una brutta revisione e tu, rileggendolo, hai scoperto modifiche che ti hanno fatto salire la pressione.


Trovandoci contemporaneamente a rivedere i nostri lavori (Francesca rivede la traduzione o la stesura di Alessandra e viceversa) e a essere riviste dalle redazioni, ci siamo interrogate spesso sulle regole da adottare per una revisione "ecologica".

Prima considerazione: la revisione è un compito difficile, perché ha a che fare con il rispetto:
  • del testo (se è una traduzione, dobbiamo dare la miglior resa possibile di quel testo nella nostra lingua) 
  • del/la collega che lo ha tradotto/scritto (dobbiamo intervenire quando è necessario e trattenerci quando vorremmo inserire una modifica non necessaria).
Ma come fare?
Noi abbiamo adottato le linee guida proposte da Carol Fisher Saller, redattrice del Chicago Manual of Style Online. (L'autrice parla dell'editing dei testi, non delle traduzioni, ma ci sembra che i criteri si applichino a entrambi.)

Prima di iniziare "l'intervento chirurgico", come lo definisce Carol, conviene guardare il testo e porsi tre domande:
  1. è sbagliato?
  2. è confuso?
  3. è brutto?
Se la traduzione è sbagliata, non ci sono dubbi: interveniamo e forniamo una traduzione corretta.

Anche se è confusa non ci sono dubbi (a meno che, naturalmente, l'autore non abbia scritto di proposito in quel modo): interveniamo e chiariamo.

Per quanto riguarda il brutto, abbiamo buoni margini per bloccare le dita che fremono di impazienza sulla tastiera: bisogna prima capire se il passaggio è universalmente brutto o se pare brutto soltanto a noi. Alessandra, per esempio, ha un'idiosincrasia per la parola "qualsiasi" e farebbe di tutto per evitare di usarla. Scommetto che anche tu avrai le tue, per parole che di per sé non hanno niente di sbagliato.
Quando ci si trova davanti al "brutto", quindi, bisogna respirare profondamente e, spesso, decidere di annullare l'intervento chirurgico...
...come "qualsiasi" lettore sa!

Che ne pensi?


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Ringraziamo il Taccuino di traduzione 2.0, che a suo tempo ci ha fatto scoprire il testo di Carol Fisher Saller! 

La foto After the Edit è di Laura Ritchie, rilasciata con licenza Creative Commons CC BY 2.0.

domenica 7 giugno 2015

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