martedì 27 dicembre 2016

Haiku del refuso

Non c'è niente che faccia infuriare noi traduttrici e autrici, insieme a revisori, redattori e correttori di bozze, più dello sfogliare l'ultimo libro sul quale abbiamo lavorato e scoprire subito un refuso.

Per prenderla con filosofia, abbiamo composto per voi questi haiku del refuso, da leggere lentamente e assaporare uno per uno in tutta la loro antica saggezza... buona lettura!


Cento volte il tuo occhio si posa, 
ma ancora 
il refuso ti guarda e sorride.


Sulla carta stampata 
ora brilla un errore: 
la bellezza del caos (o del caso).


Tu non c’eri, “d” eufonica 
quando lessi le bozze: 
misteriosa presenza.


Libro aperto a casaccio:
d’improvviso, sull'errore
si tuffa, il mio occhio.


Si va in stampa:
non venire, refuso, 
a turbare i miei sogni stanotte.


Ho corretto e sudato,
ma l’errore è rimasto:
ineluttabilità del destino.



Se il post ti è piaciuto, condividilo cliccando sulle icone nel riquadro grigio sotto e leggi anche gli Aforismi sulla traduzione editoriale e un aforisma sui traduttori ispirato a Coco Chanel.

Le immagini sono di Yosa Buson (1716-1784), pittore e poeta giapponese, tra i maggiori autori di haiku, e sono di pubblico dominio (reperibili qui). Puoi leggere le sue poesie raccolte nel volume Sessantasei haiku, edito da La vita felice. Ti consigliamo anche la corposa antologia dei massimi autori classici di haiku curata da Elena Dal Pra per Mondadori e intitolata Haiku.

martedì 13 dicembre 2016

Quanto si guadagna in editoria? Donne e uomini a confronto

Oggi ti proponiamo un rapido quiz: ammettiamo che tu lavori nell'editoria (ma puoi partecipare anche in caso contrario). Secondo te, donne e uomini di questo settore guadagnano allo stesso modo? Le traduttrici guadagnano quanto i traduttori? I revisori esterni quanto le revisore? Le correttrici di bozze quanto i correttori?

Ecco le possibili risposte:
  1. Ma certo: siccome i compensi sono stabiliti in base alle cartelle lavorate, non può esserci alcuna differenza tra il reddito di una donna e quello di un uomo che producono lo stesso numero di cartelle per lo stesso editore. 
  2. Mmmh, forse qualche piccola differenza tra uomini e donne esisterà... magari la stessa che si registra in media in Italia. E che sarà mai?
Hai risposto 1? In effetti la logica indurrebbe a pensarla come te...
...ma il rapporto Ires intitolato Editoria invisibile. Un'inchiesta sui lavoratori precari dell'editoria del 2013 ci racconta qualcosa di diverso, qualcosa di più simile alla risposta 2, come potrai vedere tra poco.

Se hai risposto 2, hai indovinato e come premio ti proponiamo un ulteriore quiz, stavolta di cultura generale: sai quanto hanno guadagnato in meno le donne italiane rispetto ai colleghi maschi con il loro stesso inquadramento, nel 2016?
  1. l'1%
  2. il 6%
  3. l'11%

Ebbene sì, la risposta giusta è purtroppo la 3, ed esattamente il 10,9%, come puoi leggere nel resoconto di Repubblica. Questo vuol dire ad esempio che, se sei un barista, guadagni 1000 euro, ma se invece sei una barista, per preparare gli stessi tè, caffè e cappuccini del tuo collega potresti guadagnarne poco meno di 900.

Tornando al settore editoriale, per quanto riguarda noi collaboratori esterni delle case editrici, il rapporto Ires a cui abbiamo accennato afferma che quasi 6 donne su 10 (il 58,7%) tra quelle intervistate percepivano una retribuzione lorda annuale inferiore ai 15.000 euro, a fronte del 46,3% degli uomini. Le donne che lavorano nell'editoria, quindi, hanno uno svantaggio di oltre 12 punti percentuali sui colleghi maschi. Interessante, no? Noi non ce lo aspettavamo.

E adesso veniamo all'ultimo test, per il quale però non ci sono risposte giuste o sbagliate, ma solo ipotesi: come ti spieghi questa differenza retributiva tra uomini e donne nel settore editoriale (e non solo)?
  1. Le donne vorrebbero guadagnare di più, ma sono meno abili degli uomini a negoziare i compensi.
  2. Gli editori si aspettano di dover pagare di più un uomo perché per convenzione è il "capofamiglia", quindi nella negoziazione sono più disponibili a concedergli compensi più alti.
  3. Le donne sanno di potersi "appoggiare" al reddito dei loro compagni/mariti, quindi evitano di negoziare.
  4. Le donne non pensano di meritare di più per il loro lavoro, quindi non negoziano; gli uomini invece sono più convinti delle loro capacità e negoziano per farsi pagare meglio.
  5. Le donne si sentono già così fortunate di poter collaborare con un editore che non si pongono la questione del compenso; gli uomini invece sì.
  6. Altro: specificalo nei commenti in calce al post!

Se hai risposto 1, in sostanza ritieni che la difficoltà delle donne nel guadagnare di più sia legata alla loro incompetenza nella negoziazione. 
Se ti riconosci in questo profilo, ti suggeriamo la lettura di qualcuno dei numerosi testi che esistono in commercio sulle capacità di negoziazione e come migliorarle (ad esempio quello segnalato in questo post sulle letture da non perdere).

Se hai risposto 2 o 3, ritieni che la differenza retributiva sia dovuta alla discriminazione: secondo te, editori e collaboratrici editoriali sono dell'idea che gli uomini debbano essere pagati di più e che le donne si possano/debbano "appoggiare" al reddito dei loro partner maschi, ragion per cui la negoziazione tra le parti non decolla. 
Se condividi quest'idea, ci permettiamo di suggerirti una riflessione approfondita sulla questione della parità di genere, come quella che si trova ad esempio nel bel libro di Caterina Soffici Ma le donne no (Feltrinelli 2010).
Se invece donne e uomini per te pari sono, prova il test Gender-Career IAT, che misura quanto è forte la tua tendenza inconscia a collegare gli uomini alla carriera e le donne alla famiglia... i risultati potrebbero sorprenderti!

Se infine hai risposto 4 o 5, stai ponendo la questione sul piano dell'autostima: se pensi di dover migliorare questo aspetto, ti consigliamo il libro di Sheryl Sandberg, direttrice operativa di Facebook, intitolato Facciamoci avanti. Le donne, il lavoro e la voglia di riuscire (trad. it. di Sara Crimi e Laura Tasso, Mondadori 2013) e il sito Lean In, ispirato al libro.

E buone negoziazioni a tutte!

Se il tema della parità di genere ti interessa, leggi anche gli altri post: Cartelli... per soli uomini, Via: sostantivo singolare. Femminile?, Una lingua per le donne.

L'immagine Mind the gap di London Student Feminists è distribuita con licenza CC Attribution Share Alike 3.0 ed è reperibile qui; Male and Female Communication è un'elaborazione grafica di pubblico dominio realizzata da Nevit Dilmen e reperibile qui.

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