Tra il 1982 e il 2000, infatti, Einaudi aveva ospitato 82 traduzioni letterarie di firme celebri: Wilde nella versione di Franco Ferrucci, Poe e James in quella di Giorgio Manganelli, London proposto da Maurizio Maggiani, Shakespeare da Cesare Garboli, London da Gianni Celati e via discorrendo.
Ma è proprio vero che gli scrittori "lo fanno meglio"? Vediamo qualche vantaggio e svantaggio di una traduzione letteraria firmata da un autore celebre.
Vantaggi:
- lo scrittore ha una notevole sensibilità linguistica che gli tornerà utile al momento di tradurre;
- l'editore venderà meglio il libro puntando sul fatto che è stato tradotto da uno scrittore famoso.
Svantaggi:
- lo scrittore non sempre possiede le specifiche competenze di un buon traduttore letterario;
- a volte lo scrittore, forte della propria celebrità, può essere tentato di imporsi sull'autore del testo originale facendo valere la propria scelta (linguistica o di contenuto) contro quella di chi il testo l'ha partorito. Eccovene un esempio tratto dalla filastrocca di Stevenson The Flowers, che potete leggere in inglese e nella traduzione di Roberto Mussapi:
Fairy places, fairy things,
Fairy woods where the wild bee wings,
Tiny trees for tiny dames-
These must all be fairy names!
Luoghi fatati, cose fatate
boschi fatati dove ronzan le api,
piccole piante per damine incantate,
nomi fatati, tradotti da Mussapi!
Se l'argomento ti interessa, leggi sul Corriere di Bologna questa intervista ad autori celebri che fanno anche i traduttori letterari.
La foto, tratta da qui, raffigura Cesare Pavese, noto anche per le sue traduzioni di Melville, Joyce, Dos Passos, Steinbeck, Dickens e Defoe.