venerdì 30 novembre 2012

Come traducono gli scrittori?

"Gli scrittori lo fanno meglio" titolava La Stampa circa un anno fa per lanciare la ripubblicazione di alcuni volumi della collana Einaudi chiamata Sts, "Scrittori tradotti da scrittori".

Tra il 1982 e il 2000, infatti, Einaudi aveva ospitato 82 traduzioni letterarie di firme celebri: Wilde nella versione di Franco Ferrucci, Poe e James in quella di Giorgio Manganelli, London proposto da Maurizio Maggiani, Shakespeare da Cesare Garboli, London da Gianni Celati e via discorrendo.

cesare pavese

Ma è proprio vero che gli scrittori "lo fanno meglio"? Vediamo qualche vantaggio e svantaggio di una traduzione letteraria firmata da un autore celebre.

Vantaggi: 
  • lo scrittore ha una notevole sensibilità linguistica che gli tornerà utile al momento di tradurre;
  • l'editore venderà meglio il libro puntando sul fatto che è stato tradotto da uno scrittore famoso.
Svantaggi:
  • lo scrittore non sempre possiede le specifiche competenze di un buon traduttore letterario;
  • a volte lo scrittore, forte della propria celebrità, può essere tentato di imporsi sull'autore del testo originale facendo valere la propria scelta (linguistica o di contenuto) contro quella di chi il testo l'ha partorito. Eccovene un esempio tratto dalla filastrocca di Stevenson The Flowers, che potete leggere in inglese e nella traduzione di Roberto Mussapi:
Fairy places, fairy things,
Fairy woods where the wild bee wings,
Tiny trees for tiny dames- 
These must all be fairy names!

Luoghi fatati, cose fatate
boschi fatati dove ronzan le api,
piccole piante per damine incantate,
nomi fatati, tradotti da Mussapi!


Se l'argomento ti interessa, leggi sul Corriere di Bologna  questa intervista ad autori celebri che fanno anche i traduttori letterari.

La foto, tratta da qui, raffigura Cesare Pavese, noto anche per le sue traduzioni di Melville, Joyce, Dos Passos, Steinbeck, Dickens e Defoe.

2 commenti:

  1. Ale come avresti tradotto? concordo sulle perplessità, spesso quando leggo 'testo a fronte' non mi convincono le traduzioni, soprattutto per lingue non di derivazione latina.

    roberto

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  2. Ciao Roberto,

    butto lì una prova, poi se dovessi tradurre davvero questa poesia sicuramente la cambierei altre cento volte prima di arrivare a una versione che mi soddisfa:

    Luoghi fatati, cose fatate
    Boschi fatati dove volan le api,
    Piccole piante per piccole dame-
    Devono avere nomi da fiabe!

    Il punto che non mi soddisfa e su cui lavorerei ancora è la rima: l'inglese è ABAB, la versione di Mussapi idem, io invece ho fatto delle assonanze. Però la musicalità c'è e il significato è salvo... nella traduzione di un testo capita di perdere qualcosa per tenere qualcos'altro, tutto sta nel decidere quale sia la cosa più importante da salvare.

    Un abbraccio grande di buon Natale!

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