tag:blogger.com,1999:blog-42972528895046516162024-03-16T02:09:49.926+01:00Traduttrici letterarie e autrici - Cosi&RepossiTraduzioni letterarie, traduzioni editoriali, traduzioni giornalistiche, inglese, francese, spagnolo, scrittura libri, scrittura articoli e testi, seminari traduzione e editoria, servizi editoriali.Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.comBlogger257125tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-14042210610136901252021-10-07T13:21:00.006+02:002021-11-15T15:04:45.382+01:00L'avventura del blog è sospesa, ma il sito è aggiornato!<p>Car* tutt*,</p><p>a partire da maggio 2020 il nostro blog di traduzione e scrittura è sospeso, perché ci stiamo dedicando ad altri progetti, ma i post rimangono sempre disponibili.</p><p>Il resto del sito viene invece aggiornato puntualmente con i nuovi libri da noi pubblicati in veste di traduttrici letterarie o di autrici.</p><p>Buona lettura!</p>Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-36985199244589328712020-05-17T19:16:00.001+02:002021-10-13T10:55:42.573+02:00Rough Animals / Ruvide bestie: di traduzione e altri animali II<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7wfNWnODbgYBlAD8Lg0ZrWRktFiAjuWnV-lmdiOlbVDVtaeM-HsCaXOigqvercmDudXOSRCPOZZX6lKreA-gQbdc9SDh7Oeu9vJyO20AzK7zrYGpeiswSkWJoId8sw89HfmDSjyNF_vo/s1600/bryce-canyon-918937_640.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="481" data-original-width="640" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7wfNWnODbgYBlAD8Lg0ZrWRktFiAjuWnV-lmdiOlbVDVtaeM-HsCaXOigqvercmDudXOSRCPOZZX6lKreA-gQbdc9SDh7Oeu9vJyO20AzK7zrYGpeiswSkWJoId8sw89HfmDSjyNF_vo/s400/bryce-canyon-918937_640.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div>
Il Bryce Canyon National Park, nello Utah. Alcune scene del libro si </div>
<div>
svolgono vicino ad archi di roccia come questo.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
Visto che in questo periodo non si può viaggiare, per placare questo desiderio vi proponiamo la seconda puntata di un viaggio negli spazi aridi e sconfinati del West americano raccontati nel romanzo <i><a href="https://www.raedelbianco.com/" target="_blank">Rough Animals</a></i> di Rae DelBianco, accennando <i>en passant </i>anche ai viaggi (quelli sì, reali) che abbiamo fatto mentre lo traducevamo.<br />
<br />
Nella <a href="https://www.cosierepossi.com/2020/04/rough-animals-ruvide-bestie-di-una.html" target="_blank">puntata precedente</a> abbiamo descritto il nostro approccio alla traduzione di questo intenso romanzo di esordio, e cioè quali ricerche abbiamo fatto per prepararci a tradurlo e cosa abbiamo scoperto: la biografia della giovanissima scrittrice (un tipo davvero fuori dagli schemi!), le sue fonti di ispirazione, i temi affrontati nel libro, i personaggi che lo popolano (anche loro fuori dagli schemi).<br />
<br />
In questo post entriamo invece nel vivo del lavoro della traduzione letteraria presentando alcuni casi interessanti che abbiamo affrontato mentre traducevamo le pagine di <i>Rough Animals</i>, come sempre a quattro mani.<br />
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">E vai con la traduzione</span></div>
<b><br /></b>
<b>Come si fa a lavorare in due alla traduzione dello stesso romanzo?</b> Sappiamo di altri colleghi che lo fanno ripartendosi il testo in modo che, ad esempio, uno traduca tutti i dialoghi e l’altra tutte le parti più descrittive. Noi ci limitiamo a contare il numero di pagine e dividerle esattamente in due: una traduce dall’inizio a metà romanzo e l’altra da metà alla fine. Fino a pochi anni fa le redazioni ci spedivano il libro su cui lavorare e allora ci alternavamo a metterlo su un leggio accanto al computer; da un po’ di tempo a questa parte invece ci mandano il Pdf, che scarichiamo sul tablet da 10 pollici, ora disposto su un leggio molto più piccolo e portatile. È una soluzione comoda soprattutto quando lavoriamo in viaggio, perché così lo zaino non si riempie più di libri o di fogli stampati.<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
In fase di <b>traduzione</b> in genere procediamo con cura ma anche abbastanza rapidamente, perché il grosso del lavoro lo facciamo dopo, durante la doppia revisione, quando riconfrontiamo il testo riga per riga con l’originale e lo aggiustiamo, riscrivendone alcune, o molte parti (il procedimento è descritto in dettaglio in <a href="https://www.cosierepossi.com/2017/06/fasi-traduzione-editoriale-revisione.html" target="_blank">questo post</a>). In quella fase le scelte traduttive si consolidano e si produce una versione quasi definitiva, prima delle rifiniture che aggiungeremo rileggendo il testo su carta (perché per qualche misterioso motivo su carta tutto appare più chiaro: i refusi brillano di luce propria e le parti ancora goffe saltano all’occhio molto più che dallo schermo di un computer).<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuBXtLlHwdfyWiP_R1W_TlCeV31SxJiimnGN3sQYm4m2XzTp6_-f3gbXocOtDZAA5I_2W8Z62LUTtYPm4UcqFlFCkfmYzd1dxhd9CLBNHiabvMnNZDLzMK1MF_yXhILEQw44IkqiNwSPo/s1600/dog.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="426" data-original-width="640" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuBXtLlHwdfyWiP_R1W_TlCeV31SxJiimnGN3sQYm4m2XzTp6_-f3gbXocOtDZAA5I_2W8Z62LUTtYPm4UcqFlFCkfmYzd1dxhd9CLBNHiabvMnNZDLzMK1MF_yXhILEQw44IkqiNwSPo/s400/dog.jpg" width="400" /></a></div>
Il romanzo di Rae DelBianco, però, si è rivelato un’eccezione alla regola (come lo è stato da tanti altri punti di vista): anche la fase di traduzione è stata lentissima, perché spesso <b>le immagini erano insolite </b>e ci costringevano a controllare più volte ogni parola di ogni frase per essere sicure di aver capito bene. Qualche esempio? Ecco la faccia di Smith, deturpata da un incidente:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: "times new roman";"></span>Il volto di un uomo di ventitré anni che aveva la solennità di una roccia e di tutto ciò che vi si era fossilizzato, la cui qualità terrigna era rovinata solo dall’occhio azzurro di vetro malamente infilato nell’orbita sinistra. Era del colore dell’ala di un uccello e strideva con il marrone terroso del destro. </span></blockquote>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">Dubbi da mal di testa</span></div>
<span style="font-size: large;"></span><br />
Quando proprio l’immagine ci risultava troppo misteriosa e sospettavamo che ci fosse sfuggito qualcosa abbiamo chiesto, come facciamo sempre in questi casi, l’intervento di una <b>brava collega madrelingua americana</b>. Ecco ad esempio una mail che le abbiamo inviato:<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ0PQicVo2ymDJaB-S8iyCe4N4YYA_ECzfVaUq6xb_aVmTA87kMStg0PsSIEtHx9GxYsD0XYLvMPqQwHES10x5ZdfN-FbUA8zhMhKt0c-EUqsKs0WX5fZtb9cZCA_zNvaRVRGkQYfX8yE/s1600/mal+di+testa.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="512" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQ0PQicVo2ymDJaB-S8iyCe4N4YYA_ECzfVaUq6xb_aVmTA87kMStg0PsSIEtHx9GxYsD0XYLvMPqQwHES10x5ZdfN-FbUA8zhMhKt0c-EUqsKs0WX5fZtb9cZCA_zNvaRVRGkQYfX8yE/s320/mal+di+testa.jpg" width="256" /></a></div>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Ti mandiamo una frase che ci fa venire il mal di testa:<br /><br />“It was not for them, confined to the lifeless ground with scavengers peeling apart a horse a quarter of a mile from them, and they no better, having scavenged the horse in the first place by the blood of fellow man.”<br /><br />“Non era per loro, confinati in quella terra senza vita insieme a bestie spazzine che scorticavano un cavallo quattrocento metri più in là, e del resto loro non erano migliori, visto che per primi avevano immolato quel cavallo appena era morto il loro compagno umano.”<br /><br />Il contesto è questo: la “cosa che non era per loro” è una zona di verde rigoglioso in cima a un picco irraggiungibile (loro si trovano nel deserto). Il cavallo di cui si parla portava il loro compagno Matthew che è morto poco prima, dopodiché siccome i protagonisti erano inseguiti dai coyote hanno abbattuto il cavallo di Matthew perché i coyote si mangiassero quello invece di dare la caccia a loro. Le “bestie spazzine” sono quindi i coyote, ma i protagonisti stessi non sono da meno degli animali, avendo fatto al cavallo quello che gli hanno fatto.<br />La parte che ci rimane difficile è l’ultima della frase, che abbiamo forzato un po’: puoi dirci se può andare o se va interpretata diversamente?</span></blockquote>
</div>
<div>
<br />
Ed ecco la versione finale della frase incriminata, cui siamo giunte dopo l’intervento della collega e vari ripensamenti:</div>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Non era per loro, confinati in quella terra senza vita insieme a bestie spazzine che scorticavano un cavallo quattrocento metri più in là, e del resto loro non erano migliori, visto che per primi si erano serviti di quel cavallo massacrandolo non lontano dal luogo in cui il loro compagno aveva versato il suo sangue.</span></blockquote>
Quello che non avevamo colto quando le abbiamo scritto era la funzione del <i>by</i> in <i>by the blood of the fellow man</i>: significava “accanto” e non altre cose strane che avevamo vagamente intuito ma non compreso davvero. A riguardare adesso il brano, invece, ci sembra più chiaro, e non perché ormai l’abbiamo tradotto e sappiamo come fare, no: il punto è che quando si affronta una traduzione <b>ci si "avvinghia" al testo di partenza</b>, lo si abbraccia e lo si sviscera (e guarda caso con le viscere hanno a che fare anche parecchi personaggi di questo romanzo). A forza di avvinghiarsi al testo giorno dopo giorno per alcuni mesi, si tende a sviluppare una forma di miopia: a volte viene infatti a mancare quella distanza che permette di trovare la soluzione.<br />
<br />
In un caso, ad esempio, per un intero capitolo di un saggio che pure avevamo tradotto e poi rivisto due volte, abbiamo continuato a chiamare la <i>rolling suitcase</i> “valigia con le rotelle” invece di “trolley”! Non perché non conoscessimo questa parola, ma proprio per via dell’avvinghiamento, al quale si cerca di ovviare nelle <a href="https://www.cosierepossi.com/2017/06/fasi-traduzione-editoriale-revisione.html" target="_blank">fasi successive della lavorazione del testo</a>, che funzionano appunto come uno <b>zoom indietro</b>. Con il susseguirsi delle fasi aumenta la distanza dall’originale, la nostra vista di traduttrici migliora e di conseguenza migliora anche il testo tradotto (o almeno dovrebbe).<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">Ma come parli?</span></div>
<br />
Fin dalle prime pagine ci siamo accorte che alcuni dei nostri personaggi, in particolare Wyatt e Lucy, non solo parlavano pochissimo, ma quando lo facevano era in un <b>inglese un po’ sgrammaticato</b>, con forme contratte come <i>aint </i>al posto di <i>isn’t </i>e una scelta lessicale piuttosto ristretta, tipica di persone poco istruite.<br />
<br />
Questo era perfettamente in linea con le loro biografie: dal romanzo si capisce infatti che i due gemelli sono stati allevati dal padre, uomo tendente al mutismo, il quale non li ha mai mandati a scuola, ma si è limitato a insegnargli a leggere servendosi della Bibbia di famiglia.<br />
<br />
Ed ecco un esempio del loro parlato: si tratta di Lucy, che ripensa al passato con qualche rimorso di coscienza:<br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYfv5u1q1WeAC9Os8K77Xw4KEsX-fpSVrii1x3iWkVYmc4EQFbzDaBiZ7wx9DBPdW_NFhO8ic0mcrdc8alW-N0VBOVm8TCewnCDoycv_FjeczzPYRNq41VJDBpn95jPgq7QpzHhrlGZvw/s1600/pastori+di+Sa_Berritta-Ghilarza.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="502" data-original-width="365" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYfv5u1q1WeAC9Os8K77Xw4KEsX-fpSVrii1x3iWkVYmc4EQFbzDaBiZ7wx9DBPdW_NFhO8ic0mcrdc8alW-N0VBOVm8TCewnCDoycv_FjeczzPYRNq41VJDBpn95jPgq7QpzHhrlGZvw/s320/pastori+di+Sa_Berritta-Ghilarza.jpg" width="232" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div>
Pastori sardi in una foto d'epoca. I nostri </div>
<div>
personaggi non possono proprio parlare come loro.</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">“We shouldn’t have done it this way. We shoulda called it in, even if we had to leave, even if I got in trouble—</span></blockquote>
<b>Come rendere questa lingua?</b> In certe traduzioni letterarie di tanti anni fa si sarebbe usato uno qualunque dei dialetti della nostra penisola, che però in bocca a due giovani allevatori di bestiame dello Utah di oggi sarebbe suonato piuttosto strano: perché mai avrebbero dovuto parlare come pastori sardi o abruzzesi?<br />
<br />
Una possibilità più accettabile per i lettori di oggi sarebbe stata storpiare le parole italiane, ma abbiamo scelto di adottare un'altra soluzione, e cioè usare un registro generalmente basso:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">«Non dovevamo fare così. Dovevamo chiamare la polizia, anche se poi ci toccava andare via, anche se mi mettevo nei guai…</span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">».</span></blockquote>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">Visioni e revisioni</span>
</div>
<span style="font-size: large;"></span><br />
<div>
Finita la traduzione con tutte le sue difficoltà, siamo passate alla revisione e non solo è cambiato il nostro sguardo rispetto al testo, acquisendo una maggiore prospettiva, ma anche il panorama che avevamo intorno. A dicembre siamo state infatti invitate in una cascina del pavese per occuparci di 7, dico 7 micie! Abbiamo accettato di slancio e siamo partite con i computer, e lavorare mentre le gattine più socievoli del gruppo, una nera e l’altra grigia, ogni tanto saltavano sulla scrivania e venivano a curiosare sulle nostre tastiere è stata una vera gioia. Ogni giorno dopo pranzo facevamo una passeggiata nella pianura nebbiosa e coperta di stoppie che lambisce il Ticino, e abbiamo approfittato dell’occasione anche per incontrare amiche e colleghe che non vedevamo da tempo, parlare a un <a href="http://www.vivipavia.it/site/home/eventi/crossroads-2018.html" target="_blank">convegno cittadino sul tema dei cammini spirituali</a> (da Pavia passano infatti la Via Francigena, la Via degli Abati e il cammino di Sant’Agostino, e noi li abbiamo percorsi a piedi tutti e tre pubblicando poi le relative <a href="https://www.cosierepossi.com/p/scrittura.html" target="_blank">guide al pellegrinaggio</a>) e organizzare due mostre fotografiche <a href="https://www.alessandrarepossi.com/p/jquery-nivo-slider-v2_29.html" target="_blank">dedicate al fiume Po</a>, inaugurate nel corso del 2019 (Alessandra infatti è anche <a href="https://www.alessandrarepossi.com/" target="_blank">fotografa</a>). </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUSlaROTpm7pD6Q4vqQ_HlD88GgJYZ_B2Og_2eB6CpotqB8H81Dc_7jAepcKJNAOw-6G9Jhn8a0hvrkNHWmw8w3znC3Uyu6Dqz36hXhT9FV-OZuiG8ECFOOmoauyR1m8yR7l3H3SOfxlM/s1600/Alessandra+with+Molly-Pavia%252CItaly+%2528Copia%2529.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUSlaROTpm7pD6Q4vqQ_HlD88GgJYZ_B2Og_2eB6CpotqB8H81Dc_7jAepcKJNAOw-6G9Jhn8a0hvrkNHWmw8w3znC3Uyu6Dqz36hXhT9FV-OZuiG8ECFOOmoauyR1m8yR7l3H3SOfxlM/s320/Alessandra+with+Molly-Pavia%252CItaly+%2528Copia%2529.jpg" width="240" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6PUrT6bYBd1j0fGKTqNmoGy1SAfEzOtTkdYGGj26pp75tZ8mWewa54yIKxTBiQN2iynDi1lMjP7sD1yg-SpR__bvkxHjVmc71iJG1aml2xSi1bcYx-aEF_Aw5s-7Z5IF5pxm2U2MOxoQ/s1600/2+of+the+7+cats+we+took+care+of+in+Pavia-Italy+%2528Copia%2529.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="720" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6PUrT6bYBd1j0fGKTqNmoGy1SAfEzOtTkdYGGj26pp75tZ8mWewa54yIKxTBiQN2iynDi1lMjP7sD1yg-SpR__bvkxHjVmc71iJG1aml2xSi1bcYx-aEF_Aw5s-7Z5IF5pxm2U2MOxoQ/s320/2+of+the+7+cats+we+took+care+of+in+Pavia-Italy+%2528Copia%2529.jpg" style="cursor: move;" width="180" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">Fra mandragole, impiccati e pistole</span></div>
<span style="font-size: large;"></span><br />
<div>
Naturalmente non è stato a Pavia che abbiamo trovato mandragole, impiccati e pistole, ma fra le pagine di Rae DelBianco, che ci ha insegnato cose interessanti su tutti questi argomenti. Uno degli aspetti della traduzione editoriale, infatti, è che ogni volta che affrontiamo un nuovo libro, romanzo o saggio che sia, <b>siamo certe di imparare qualcosa di nuovo</b>.<br />
<br />
E nel caso della DelBianco, come potrete immaginare, si è trattato di cose piuttosto singolari. La prima riguarda, appunto, la <b>mandragola</b>, che viene citata di punto in bianco all’inizio di un paragrafo:</div>
<div>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Adesso all’ombra della collina crescevano le mandragole anche se nessuno era stato impiccato.</span></blockquote>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span></div>
<div>
Si tratta solo di un accenno sottotono, dopodiché l’autrice passa a raccontare che nella terra in cui crescono quelle mandragole è sepolto il padre di Wyatt e Lucy, i due gemelli protagonisti della storia. Ma perché dire che le piante crescono lì nonostante nessuno sia stato impiccato? Che cosa c’entrano gli impiccati con le mandragole?</div>
<div>
<br />
Lì per lì non ne avevamo idea, ma quando traduciamo non possiamo ignorare nemmeno uno degli spunti fornitici dal testo, perché se l’autrice o l’autore ha scritto una data frase, non lo ha fatto certo a caso (almeno di solito). Quindi se Rae DelBianco accenna a questo legame fra mandragole e <b>impiccati</b>, è perché il legame da qualche parte esiste: o nella sua cultura, o in quella dei suoi personaggi, o in qualche leggenda che loro conoscono e noi no. E va cercato, perché potrebbe influenzare il significato generale di quel brano e di conseguenza il senso che dobbiamo traghettare nella lingua italiana.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghgdY2kqo5wA5wIiOK8tSC0SENndRzfIDevvJk75wJNcjLGkqHNT1C-gpCJjW234j9BcOzxX5bSriOm5OYEXQXE35ETcOS08lvkiBGBb8B1zk0ma3jieXi73OhZhRSdMgXLwpdIk4ub8U/s1600/250px-Mandragora_Tacuinum_Sanitatis.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="276" data-original-width="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghgdY2kqo5wA5wIiOK8tSC0SENndRzfIDevvJk75wJNcjLGkqHNT1C-gpCJjW234j9BcOzxX5bSriOm5OYEXQXE35ETcOS08lvkiBGBb8B1zk0ma3jieXi73OhZhRSdMgXLwpdIk4ub8U/s1600/250px-Mandragora_Tacuinum_Sanitatis.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La mandragola in una miniatura del 1390</td></tr>
</tbody></table>
Così abbiamo fatto qualche ricerca su internet, in questo caso abbastanza facile, usando le parole <i>mandrake</i> e <i>hanged man</i>. Abbiamo scoperto una serie di siti, tra cui la <a href="https://www.newworldencyclopedia.org/entry/Mandrake_(plant)" target="_blank">New World Encyclopedia</a>, dai quali siamo venute a sapere che in passato alla mandragola erano attribuite proprietà magiche, perché le sue radici ricordano una figura umana, e si riteneva che, una volta estratte dal terreno, si mettessero a lanciare grida penetranti. Questo spunto è stato ripreso anche da J.K. Rowling: durante la <a href="https://harrypotter.fandom.com/it/wiki/Mandragola" target="_blank">lezione di Erbologia</a> in <i>Harry Potter e la Camera dei Segreti</i>, infatti, le radici di mandragola vengono descritti come brutti neonati terrosi e prima di maneggiarle gli studenti devono indossare i paraorecchie. Tuttavia Rae DelBianco non si rifà a questa antica credenza, ma a un’altra un po’ più macabra: secondo alcune leggende, infatti, queste piante crescerebbero laddove un impiccato ha versato il proprio seme (o il proprio sangue); ecco perché ci tiene a dire che su quella collina non era stato appeso nessuno. </div>
<div>
<br />
Una volta risolto l’enigma, per noi rimaneva il problema di far capire ai lettori italiani questa frase che, lasciata così com’è, appare bislacca: alla redazione abbiamo proposto, alla fine, di inserire una brevissima nota del traduttore a piè di pagina.</div>
<div>
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Lo stesso abbiamo fatto nel caso della famigerata <b>pistola</b>. Diverse pagine dopo la mandragola, un personaggio secondario, Guillermo, si avvicina a Wyatt e gli dice:</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span></div>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">«Allora, hai già dato un nome alla mia pistola?».<br />Smith si tolse la pistola dalla cintura, aprì il caricatore e gliela restituì tenendola per l’impugnatura. <br />«È tutta tua».</span></blockquote>
La frase chiave (“<i>So, you named my gun yet</i>?”) ci sembrava abbastanza chiara, ma non era chiaro il perché di questo dialogo, visto che poco prima i personaggi parlavano di tutt’altro e subito dopo passano a occuparsi di cose ancora diverse, e come si diceva ogni testo ha una sua coerenza e un suo senso interni, per cui in genere non accadono o non vengono dette cose prive di senso. Scava e scava siamo riuscite a ricostruire che una trentina di pagine prima Wyatt aveva lottato con Guillermo e si era preso la sua pistola.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
La scena della lotta l'avevamo tradotta un paio di settimane prima: era descritta in quattro righe e terminava appunto con Smith che disarmava l’avversario, ma di questo dettaglio non ci ricordavamo più. In fase di revisione però bisogna sciogliere tutti i dubbi, quindi abbiamo fatto alcune ricerche per parole chiave all’interno del Pdf e ricostruito gli eventi che avevano portato a quella frase.
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
A ogni modo, i dubbi non si sono sciolti nemmeno dopo la ricostruzione: anche se Wyatt aveva preso la pistola a Guillermo, che c’entrava infatti darle un nome? Scavando ancora nel web abbiamo trovato il sito dell’NRA, la National Rifle Association americana che riunisce i proprietari di armi da fuoco, la quale ha pubblicato un illuminante articolo intitolato proprio “<i><a href="https://www.americanrifleman.org/articles/2011/6/14/why-we-name-our-guns/" target="_blank">Why We Name Our Guns</a></i>” (Perché diamo un nome alle nostre pistole). Qui vengono riportate non una, ma ben 13 ragioni per cui la gente battezza la propria arma come se fosse un simpatico animale domestico: può essere in ricordo di una persona cara o come portafortuna, o ancora, e questa è la ragione principale, semplicemente perché le è affezionata. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHs9f8h0RG0-zhq7_07Gvk2W9qKVHA_YwpardbMcssIAFl9EVWEXaYUYIwx6tJfRj_LydALbpcJTBNDfBlgB4AUeDtbqNqiOhMTq6UJ4akWSA2FiktLTuX4xRoijdHd3gm1-ZONY0QCrc/s1600/Non_violence_sculpture_by_carl_fredrik_reutersward_malmo_sweden.jpg" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; clear: left; color: #0066cc; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; orphans: 2; text-align: center; text-decoration: underline; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="640" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHs9f8h0RG0-zhq7_07Gvk2W9qKVHA_YwpardbMcssIAFl9EVWEXaYUYIwx6tJfRj_LydALbpcJTBNDfBlgB4AUeDtbqNqiOhMTq6UJ4akWSA2FiktLTuX4xRoijdHd3gm1-ZONY0QCrc/s320/Non_violence_sculpture_by_carl_fredrik_reutersward_malmo_sweden.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div>
<i>Non violenza</i>, scultura di Carl Fredrik Reuterswärd. </div>
<div>
Foto di François Polito (CC BY-SA 3.0)</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<i></i>Affezionarsi a una pistola ci pare una stortura mentale, ma noi stavamo traducendo (e quindi dando voce alla storia dell’autrice, non alle nostre convinzioni personali), e traducendo una cultura e una particolare cerchia all’interno di quella cultura in cui dare un nome alle pistole era perfettamente normale. Così normale che quel brevissimo dialogo dava per scontate un sacco di cose non immediatamente chiare per un lettore italiano. Ciò che Guillermo implicava con la sua frase di sole 6 parole era infatti un discorso che, fatto per esteso nella nostra lingua e all’interno della nostra cultura, ne conterebbe 30, e cioè:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjLBVRZA5NwbQgjBWzomyeph9SfoGe6HT-zMa1ddyP8LMzH12R-YDsi0pdbQkGdDR0sfy5ZC25gSypRcDRxWYcx4PYcEMfXJzGrTUAbolgXlzEeCK1SIqHiL1b997AvmIc3hrU-PtTj1o/s1600/The_Non-Violence_sculpture_at_the_United_Nations_headquarters_in_New_York_City.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: "times new roman";"></span>“Visto che qualche giorno fa abbiamo lottato e mi hai preso la pistola, adesso l’hai forse fatta tua tanto da averle dato un nome, o magari saresti disposto a ridarmela?” </span></blockquote>
Per noi era necessario capire tutto questo, anche se poi non potevamo certo tradurre aggiungendo così tanto testo che nell’originale non c’era: abbiamo perciò conservato la versione supersintetica dell’autrice ("Allora, hai già dato un nome alla mia pistola?"), suggerendo di inserire una brevissima nota esplicativa a piè di pagina (che però non è stata inserita), ma soprattutto, per quel che ci riguarda, abbiamo risolto il Famoso Enigma del Nome della Pistola. <br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">Rilettura capoverdiana</span></div>
<span style="font-size: large;"></span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUjpBkB3LXBK055N-DSxfJwY_ahj8mq-ZhMCm1QsB5GyytyyEQnLiREk1ATTWLhhThet0PP12FldV6j2ezWFdRQJZezaUYCMoxlK9_Ix-zbkPLZIvjlXrT86QJFabSxFK6oluIh0rE62Q/s1600/terrazza+capo+verde.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="433" data-original-width="577" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUjpBkB3LXBK055N-DSxfJwY_ahj8mq-ZhMCm1QsB5GyytyyEQnLiREk1ATTWLhhThet0PP12FldV6j2ezWFdRQJZezaUYCMoxlK9_Ix-zbkPLZIvjlXrT86QJFabSxFK6oluIh0rE62Q/s320/terrazza+capo+verde.jpg" width="320" /></a>Una volta finita la revisione, all’inizio di gennaio abbiamo stampato il testo e infilato i fogli nello<br />
zaino: eravamo in partenza per São Vicente, una delle dieci isole che compongono l’arcipelago di Capo Verde, dove ci aspettava un mese e mezzo di lavoro intensissimo e, nei fine settimana, un’esperienza di volontariato (consigliatissima!) nel canile gestito dall’<a href="https://www.simabo.org/it/" target="_blank">associazione Simabô</a>. Anche l'<a href="https://www.booking.com/hotel/cv/la-terrazza.it.html#tab-main" target="_blank">alloggio</a> nel quale abbiamo vissuto era dell’associazione e lo segnaliamo stravolentieri non solo perché scegliendolo si può godere di una gigantesca terrazza con una magnifica vista sulla città di Mindelo e il mare, ma soprattutto perché si contribuisce al benessere dei cani e dei gatti ospitati da Simabô, visto che il ricavato dell’affitto viene destinato tutto al loro mantenimento. Lo stesso vale per l’<a href="https://www.simabo.org/it/ostello/" target="_blank">ostello Simabô Backpackers</a>: si ha la possibilità di dormire in posto coloratissimo e accogliente, conoscere gente da tutto il mondo e al tempo stesso avere la certezza che la cifra pagata per l’ospitalità andrà a vantaggio dei randagi accolti dall’associazione e salvati così dallo sterminio periodico messo in atto dalle autorità locali.<br />
Quei randagi li abbiamo incontrati di persona (tutti e 150) durante i nostri turni del fine settimana al canile, portandoli a passeggio anche tre per ciascuna nei terreni aridi che lo circondano. È stato amore a prima vista.<br />
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYxk0bvMczJ3ZgNYXLwpP73EzbQL3DU6ew_lUTXonCUMaKbt9wf0FeDZavEfDB_j6NPOF5f7eWeGrhx866M28C8gaJip6WWsL4r3j3E6KOrJMAqSyARreArsnw5zsaVQiQk0MNYZPR2j0/s1600/Francesca+with+Lucky+and+Denis+at+Cape+Verde+shelter.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1238" data-original-width="929" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYxk0bvMczJ3ZgNYXLwpP73EzbQL3DU6ew_lUTXonCUMaKbt9wf0FeDZavEfDB_j6NPOF5f7eWeGrhx866M28C8gaJip6WWsL4r3j3E6KOrJMAqSyARreArsnw5zsaVQiQk0MNYZPR2j0/s320/Francesca+with+Lucky+and+Denis+at+Cape+Verde+shelter.jpg" width="240" /></a><br />
Intanto, nei giorni feriali eravamo impegnate con la rilettura su carta della nostra traduzione, attività che in genere procede piuttosto spedita, perché è soprattutto un lavoro di rifinitura. Come forse avrete già intuito, però, il romanzo di Rae DelBianco è stato un’eccezione anche in questo senso: la rilettura è stata lentissima, difficile e combattuta al pari delle fasi precedenti della lavorazione. A ogni modo, nella chiusa del romanzo compaiono un cane e alcuni suoi parenti, perciò, circondate com'eravamo dall’affetto dei randagi del canile di Simabô, la loro presenza ci è sembrata di buon auspicio:<br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span><br />
<blockquote class="tr_bq">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBumlsidTkY3QvLxTLFkzhAJP2Pldq4o_EwgAW1oP9ujSlupZq52FzyIZJtHEEXIpSMy_iL5c1Pr-UZUxTrJUEuNQIsYJoYMcuXEgvxUC1CoLfB4by4D7zMWPq280PT1u1wEoTwrN0ivI/s1600/Alessandra+with+Caipirinha+at+Cape+Verde+shelter.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBumlsidTkY3QvLxTLFkzhAJP2Pldq4o_EwgAW1oP9ujSlupZq52FzyIZJtHEEXIpSMy_iL5c1Pr-UZUxTrJUEuNQIsYJoYMcuXEgvxUC1CoLfB4by4D7zMWPq280PT1u1wEoTwrN0ivI/s320/Alessandra+with+Caipirinha+at+Cape+Verde+shelter.jpg" width="240" /></a></blockquote>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">E se eri cresciuto in quel modo, nel buio dei boschi e sotto stelle tremanti nel sudore che avevi sul viso, accanto al <b>cane</b> che rosicchiava una pelle non conciata e al padre che masticava tabacco, facendo scorrere sangue per vivere e respirare e tagliando alberi come se fossero fatti della stessa materia del bestiame, allora forse potevi correrci in mezzo, come i <b>coyote</b> o forse addirittura come i <b>lupi</b>, con un’ombra come quella proiettata dalle gonne di Lucy.</span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span><br />
<a href="https://neripozza.it/libri/ruvide-bestie" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"></a><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span><br />
<br />
<a href="https://neripozza.it/libri/ruvide-bestie" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; clear: left; color: #0066cc; float: left; font-family: "Times New Roman"; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; orphans: 2; text-align: center; text-decoration: underline; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;" target="_blank"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="961" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDsY325eWHyNduGleRgf34G1vvK5iU1aiCgEjhb-ZXideQvknvXK3N3cTsj3qnNbF0VhcTgEAPHaqU9eYr4ISuLWyw5Pqq55CY_pyY2uDPYnebkEu1yAL9XAfIYa-RwyOvP0YbNxgotqA/s320/Ruvide%252520bestie%25252001.jpg" width="192" /></a><br />
Se a questo punto vi è venuta la curiosità di scoprire i paesaggi popolati dalle ruvide bestie di Rae DelBianco, eccovi la copertina dell'<a href="https://neripozza.it/libri/ruvide-bestie" target="_blank">edizione italiana</a>.<br />
<br />
E <a href="https://www.cosierepossi.com/p/traduzioni.html#delbianco" target="_blank">qui</a> trovate la rassegna stampa aggiornata, con il trailer e una videointervista di Radio Popolare alla scrittrice.Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-86316466813993304652020-04-24T08:26:00.001+02:002021-10-13T10:54:44.936+02:00Rough Animals / Ruvide bestie: di traduzione e altri animali ICome a volte ci capita, quando in un giorno afoso di giugno abbiamo ricevuto in visione il pdf di <i>Rough Animals </i>dell’americana <a href="http://www.raedelbianco.com/" target="_blank">Rae DelBianco</a>, non eravamo alla scrivania o, almeno, non a quella di casa nostra: negli ultimi anni, infatti, abbiamo preso l’abitudine di <b>tradurre mentre facciamo le pet sitter</b> a domicilio, a casa di persone di tutto il mondo che partono per le vacanze e ci ospitano mentre ci prendiamo cura dei loro cani e gatti (ma anche di polli, criceti, pesci e persino rane!).<br />
<br />
Quello di traduttrici è un lavoro da free lance nel quale ciò che conta è consegnare la traduzione entro la scadenza pattuita e rispondere in tempi rapidi alle email delle redazioni, cosa che possiamo fare stando ovunque. Se quindi si può vivere per un periodo lontano da casa e vicino ad animaletti da compagnia, ne siamo più che contente: cani, gatti e altri <i>pets</i> ci danno gioia soltanto a guardarli e ci permettono di imparare tante cose sul loro comportamento.<br />
<br />
Perciò quando <i>Rough Animals </i>è atterrato nella nostra casella email eravamo a Lipsia, dove per una ventina di giorni abbiamo custodito la casa e le due micie (simpaticissime: la bianca Macchia, pacioccona e casalinga, e la neoincidentata Titti, presto tornata così pimpante da arrampicarsi sugli alberi) di una nostra collega e amica traduttrice.<br />
<br />
<span style="font-size: large;">Un bellissimo bagno di sangue</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtb8PBrzbw-yhEzNpyaSVPByulJ2V4So-ROM9j1pL5A_7e-nUiEXxRsLOw0iYRDWIUGFFE9tFDIurcFKfzSICPnuiJVrRlhoidjY7-vY9NuRrHwj4iIDO1WGxTG1O5972SnU7ba5Wn_MU/s1600/rough+animals+copertina2.jpg" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; clear: right; color: #0066cc; float: right; font-family: "Times New Roman"; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; orphans: 2; text-align: left; text-decoration: underline; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><img border="0" data-original-height="612" data-original-width="408" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtb8PBrzbw-yhEzNpyaSVPByulJ2V4So-ROM9j1pL5A_7e-nUiEXxRsLOw0iYRDWIUGFFE9tFDIurcFKfzSICPnuiJVrRlhoidjY7-vY9NuRrHwj4iIDO1WGxTG1O5972SnU7ba5Wn_MU/s320/rough+animals+copertina2.jpg" width="212" /></a></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtb8PBrzbw-yhEzNpyaSVPByulJ2V4So-ROM9j1pL5A_7e-nUiEXxRsLOw0iYRDWIUGFFE9tFDIurcFKfzSICPnuiJVrRlhoidjY7-vY9NuRrHwj4iIDO1WGxTG1O5972SnU7ba5Wn_MU/s1600/rough+animals+copertina2.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a>E così è stato alla scrivania di R. che abbiamo potuto leggere alcune pagine del manoscritto di Rae DelBianco per valutare se ci sentivamo pronte ad accettare il lavoro. La considerazione che abbiamo fatto dopo la lettura è stata: “<b>Sarà un bagno di sangue, ma sarà bellissimo... </b>Accettiamo”. E con il senno di poi possiamo dire che, come spesso accade, la prima impressione era quella giusta: il libro ci è piaciuto un sacco, sì, ed è stato anche un bagno di sangue, sia perché tra le sue pagine si susseguono manzi e umani abbattuti uno dopo l’altro e grondano di rosso persino gli alberi tagliati (come si vede dalla copertina dell’edizione americana, vedi accanto), sia perché la traduzione, come avevamo intuito quel giorno, si è presentata molto difficile fin dall’inizio.<br />
<br />
<span style="font-size: large;">Storni che ghignano e niente virgole</span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
In cosa consistevano le difficoltà di cui ci siamo accorte scorrendo il romanzo? Per darvene un’idea, presentiamo <b>l’incipit</b> sia in inglese che in italiano, perché già a partire dalle primissime righe ci si può rendere conto di alcuni aspetti fondamentali dello stile di questa autrice che caratterizzano poi tutto il testo. Siamo nella contea di Box Elder, nello Utah, e questo è ciò che accade:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="font-family: "times new roman";"></span>It was before dawn when Smith walked out, and a full two hours before the sunlight would be high enough to strip across the tops of the cliff beyond. A flock of starlings pulled out from a scrub oak as he passed and went tittering across the sky black-winged, like bats or demons borne back to hell before daybreak.
</span></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
Smith uscì che non era ancora l’alba, e ci sarebbero volute due ore buone prima che il sole si alzasse quanto bastava perché strisce di luce filtrassero dalle vette delle falesie lontane. Al suo passaggio una frotta di storni sbucò da una quercia californiana e gli uccelli attraversarono ghignando il cielo con le loro ali nere, simili a pipistrelli o demoni risospinti all’inferno prima dell’aurora.</span><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: black; display: inline; float: none; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: left; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><br /></span></span></blockquote>
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: black; display: inline; float: none; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: left; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"></span></span>
<br />
<a name='more'></a>Tanto per cominciare ci hanno colpito le immagini: gli storni attraversano “ghignando il cielo”, una descrizione piuttosto insolita, tant’è vero che se si prova a mettere su internet la stringa di testo originale, <i>starlings</i> o anche più semplicemente <i>birds </i>insieme a <i>went tittering </i>non si trova alcun risultato. Ed è appunto questo uno degli effetti a cui mira Rae DelBianco in tutto il romanzo: <b>produrre immagini che non siano mai state scritte prima</b> e se possibile nemmeno pensate. Nel corso della traduzione ci siamo poi rese conto che ci è riuscita, e noi stesse abbiamo cercato di non cadere in espressioni e modi di dire già sentiti, anche se a volte potevano sembrarci adatti. Abbiamo cercato insomma di non “normalizzare” uno stile che si prospettava fin dall’inizio piuttosto originale.<br />
Sempre a proposito delle immagini e del sangue che scorre a fiumi in questo romanzo, nel secondo paragrafo si scopre che il protagonista è uscito per procacciarsi la cena con il fucile. Anche questo elemento ci fornisce un’indicazione sul tipo di testo che abbiamo davanti: il mondo in cui Rae Del Bianco ci catapulta fin dalle prime righe è un <b>mondo selvaggio</b>, che richiama quello dei pionieri americani, dove per procurarsi da mangiare non si va certo al supermercato con il borsello e il Suv, ma ci si mette la doppietta a tracolla e si va a caccia. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmDtVlXAMR0fg6UCy-6-0lZbcC4I-GDld4wbXpDK1KptoYL38jF2q7bAWHoRZMjMCGlHAeXTkg13-WbYUCmCaqiamGgu0KxUa30-4BTL5j60gdKcgcLuT9vmpW2QV5wtwv8d4iUuYmtkc/s1600/lossy-page1-619px-Bear_River_Hotel_and_bridge%252C_Box_Elder_County%252C_Utah_-_NARA_-_516759.tif+%25281%2529.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="619" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmDtVlXAMR0fg6UCy-6-0lZbcC4I-GDld4wbXpDK1KptoYL38jF2q7bAWHoRZMjMCGlHAeXTkg13-WbYUCmCaqiamGgu0KxUa30-4BTL5j60gdKcgcLuT9vmpW2QV5wtwv8d4iUuYmtkc/s1600/lossy-page1-619px-Bear_River_Hotel_and_bridge%252C_Box_Elder_County%252C_Utah_-_NARA_-_516759.tif+%25281%2529.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La contea di Box Elder nel 1872: il paesaggio del romanzo è lo stesso, anche se l'ambientazione è contemporanea</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Oltretutto si scopre che Smith non ha nemmeno l’arma adatta per il tipo di preda che vuole abbattere, perché il defunto <span style="background-color: white; color: black; display: inline; float: none; font-family: "times new roman"; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; text-align: left; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">padre </span>gli ha lasciato soltanto un fucile calibro .10, e qui emerge ancora un altro elemento che caratterizza il romanzo: la <b>miseria estrema</b> in cui vivono i personaggi, che come vedremo poi non è soltanto economica ma anche morale e intellettuale (Il titolo <i>Rough Animals</i>, che in italiano è stato reso con <i>Ruvide bestie</i>, si riferisce probabilmente più ai protagonisti che agli animali, che pure popolano il romanzo.) Nonostante le difficoltà, il ragazzo ha imparato ad adattarsi e se la cava, così come sanno fare gli altri protagonisti, tutti in grado di sopravvivere nelle situazioni durissime che per loro costituiscono la norma, e persino in quelle ancora più disumane che si troveranno poi ad affrontare nel corso della storia.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
L’altro aspetto che ci colpisce in questo breve estratto non è relativo al contenuto ma alla forma: l’autrice impiega 59 parole suddivise in 2 frasi per descrivere la scena, ma le intercala usando solo 2 virgole. Si tratta quindi di una scrittura che deve scorrere tutta d’un fiato, dove tra l’altro non ci sono vocaboli di troppo, non si indulge in descrizioni o infiorettature (né in frasi fatte, come si diceva), ma tutto viene raccontato in modo molto sintetico. Abbiamo cercato di rendere nella traduzione entrambi questi elementi adottando una <b>lingua stringata </b>(per questo brano sono state usate 65 parole) e utilizzando la punteggiatura con parsimonia, anche se l’italiano standard, così come l’inglese, avrebbe voluto più virgole (come l’autrice, qui ne abbiamo utilizzate solo 2).<br />
<br />
<span style="font-size: large;">Due paroline due sul metodo</span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdP5FXVk-1ZZhlU4lxCl5I8MEalmnGeD9o7RbtQ0U4LnqQAFv3BC0jhwsBhXDzLJf3hV3gKLsNrI_qthtwznh9KXyJlih7texpmhC6UiEvh1acsLRwjMCbN8yuGHrZxAjPmQbpOVU8jlk/s1600/Tradurre+non+%25C3%25A8+solo.png" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; clear: right; color: #0066cc; float: right; font-family: "Times New Roman"; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; orphans: 2; text-align: center; text-decoration: underline; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"></a></div>
<div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdP5FXVk-1ZZhlU4lxCl5I8MEalmnGeD9o7RbtQ0U4LnqQAFv3BC0jhwsBhXDzLJf3hV3gKLsNrI_qthtwznh9KXyJlih7texpmhC6UiEvh1acsLRwjMCbN8yuGHrZxAjPmQbpOVU8jlk/s1600/Tradurre+non+%25C3%25A8+solo.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="640" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdP5FXVk-1ZZhlU4lxCl5I8MEalmnGeD9o7RbtQ0U4LnqQAFv3BC0jhwsBhXDzLJf3hV3gKLsNrI_qthtwznh9KXyJlih7texpmhC6UiEvh1acsLRwjMCbN8yuGHrZxAjPmQbpOVU8jlk/s640/Tradurre+non+%25C3%25A8+solo.png" width="256" /></a></div>
A questo risultato però non siamo arrivate alla prima stesura, anzi: abbiamo rilavorato tutto il testo almeno quattro volte, e rifiniture come l’eliminazione delle virgole e l’“asciugatura” dello stile sono frutto delle ultimissime fasi, dopodiché anche la redazione è intervenuta per fare il suo lavoro.<br />
Chi fosse interessato a saperne di più sul <b>metodo di traduzione</b> che abbiamo messo a punto nel tempo (traduciamo a quattro mani da 15 anni) può trovarlo illustrato nell’infografica accanto e descritto in dettaglio <a href="https://www.cosierepossi.com/2017/06/fasi-traduzione-editoriale-revisione.html" target="_blank">in questo post</a>.<br />
<br />
Anche sui <b>tempi della traduzione</b> c’è qualcosa da dire, perché a meno che uno di mestiere non faccia proprio il traduttore letterario, in genere non ha idea di quanti mesi occorrano per consegnare all’editore la traduzione di un romanzo che, nel caso nostro, in inglese contava 287 pagine di testo. Abbiamo iniziato a tradurlo in parallelo (dividendolo a metà fra di noi e poi scambiandoci le parti per fare la revisione incrociata) in agosto e lo abbiamo consegnato alla fine del gennaio successivo, per un totale di 5 mesi (durante i quali però abbiamo lavorato anche su altri libri, altrimenti con questo mestiere non si camperebbe, e noi abbiamo appunto la pretesa di camparci).<br />
<br />
<span style="font-size: large;">Cioccolatini e interviste</span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
Ma andiamo con ordine: eravamo rimaste alla valutazione del romanzo, fatta a giugno, e dicevamo che abbiamo iniziato a tradurlo a fine agosto. Nel frattempo però non siamo rimaste con le mani in mano: <b>ci siamo documentate </b>leggendo tutto quello che siamo riuscite a trovare in rete, sia sull’autrice sia sul libro, che negli Stati Uniti era appena uscito.<br />
<br />
In parte lo abbiamo fatto per curiosità: per dirla con una nostra amica e collega, ogni nuova traduzione è come un cioccolatino da scartare… fa gola!, quindi volevamo avere subito un assaggio dei suoi contenuti, anche se per il momento non potevamo ancora affrontarla perché prima dovevamo consegnarne altre.<br />
<br />
In parte invece la molla è stata di tipo professionale: volevamo capire quali erano gli obiettivi dell’autrice, il suo messaggio, come aveva concepito il mondo (piuttosto difficile e violento, all’apparenza) che aveva costruito nel romanzo e come vedeva i suoi personaggi (noi per il momento avevamo incontrato soltanto Smith, il protagonista, ma non sarebbe rimasto solo). Tutto questo ci avrebbe fornito degli elementi in più per affrontare la nostra traduzione, perché non si traduce mai nel vuoto pneumatico, in maniera meccanica (del tipo “parola x in inglese” = “parola y in italiano”) come a volte pensa chi non lo fa, anzi: più si riesce a entrare nell’universo di un autore e a conoscere i personaggi e le cose di cui lo popola, oltre a capirne le intenzioni e il messaggio, meglio siamo in grado di rendere quell’universo e quel testo in italiano. <br />
<br />
Se l’autrice fosse stata almeno alla sua seconda opera avremmo potuto leggere la prima per farci un’idea del suo stile e dei temi che trattava, ma accidenti, abbiamo scoperto che era una giovanissima esordiente. “Avreste potuto leggere il libro da tradurre prima di iniziare il lavoro”, potrebbe suggerire qualcuno. È vero, sappiamo che molti colleghi traduttori letterari e revisori lo fanno, ma nel nostro caso l’esigenza fondamentale è <b>mantenere sempre una certa freschezza</b> di approccio e una curiosità viva nei confronti del testo, cosa che riusciamo a fare traducendone poche pagine al giorno senza averle lette prima. Nel caso dei romanzi più belli (ma anche dei saggi più interessanti), infatti, non sapendo come proseguono, ogni mattina ci mettiamo davanti al computer con una gran voglia di scoprirlo e ci tuffiamo nelle pagine con un entusiasmo sempre rinnovato, perciò finora abbiamo seguito questo metodo.<br />
<br />
Quindi, visto che opere prime di Rae DelBianco non ce n’erano e che non volevamo leggere il libro prima di tradurlo, ci siamo messe a cercare nel web, e così facendo abbiamo scoperto parecchie cose sul romanzo che ci aspettava.<br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<span style="font-size: large;">Mai distogliere lo sguardo dalla violenza</span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
<div style="text-align: left;">
</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOCK00FqZ7fOb_Vo77ueQtLH-u6ua-IdqKdlk6Z6-gDf8IxlSBIhA9EXAKuUmnLqmkInB7RGaxWJAkS3RSvlcmEUCqHsx91cPNLxbRwe1y4vCWOd4N-YzMP18TcjOTcrzeGx8FL_GLHIM/s1600/483px-Cormac_McCarthy_%2528Child_of_God_author_portrait%2529.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="483" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOCK00FqZ7fOb_Vo77ueQtLH-u6ua-IdqKdlk6Z6-gDf8IxlSBIhA9EXAKuUmnLqmkInB7RGaxWJAkS3RSvlcmEUCqHsx91cPNLxbRwe1y4vCWOd4N-YzMP18TcjOTcrzeGx8FL_GLHIM/s320/483px-Cormac_McCarthy_%2528Child_of_God_author_portrait%2529.jpg" width="214" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cormac McCarthy nel 1973</td></tr>
</tbody></table>
Innanzitutto <b>l’autrice ha fra i suoi scrittori di culto Cormac McCarthy </b>e a lui è stata paragonata da alcuni critici, fra cui gli scrittori <a href="https://www.fantasticfiction.com/m/philipp-meyer/" target="_blank">Philipp Meyer</a> e <a href="https://www.fantasticfiction.com/s/jim-shepard/" target="_blank">Jim Shepard</a>. E visto che McCarthy l’abbiamo letto e amato, ha iniziato subito a tratteggiarsi nelle nostre menti un quadro più chiaro: le impressioni avute leggendo l’incipit erano corrette, il romanzo avrebbe presentato vasti paesaggi deserti, vite difficili a contatto con la natura, scene crude e violente, proprio come quelle che si ritrovano in questo scrittore americano che sa essere al tempo stesso asciutto, poetico e durissimo. In particolare, racconta la scrittrice in <a href="https://www.curtisbrowncreative.co.uk/rae-delbianco-at-cbc-i-was-judged-by-the-quality-of-my-writing-not-my-cv-or-pedigree/" target="_blank">un’intervista</a>, “Cormac McCarthy descrive la violenza con immagini di sorprendente bellezza; evitando di celebrarla o di sminuirne l’impatto, fa sì che diventi impossibile distogliere lo sguardo”. E lo stesso, aggiungiamo noi, cerca di fare lei nelle sue pagine (riuscendoci anche molto bene).<br />
<br />
<span style="font-size: large;">Quella ragazzina bifolca che scrive</span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
Un altro aspetto che emerge dalle ricerche e che ci incuriosisce molto è la sua giovane età, unita a <b>un’esperienza di vita formidabile</b>: Rae DelBianco infatti non ha neanche 25 anni, ma oltre ad aver già pubblicato un romanzo d’esordio notevolissimo, all’età di 14 anni ha messo su un allevamento di bestiame, non nello Utah in cui è ambientato il libro, ma in Pennsylvania. I dettagli sono riportati nelle interviste rilasciate dall’autrice a <i><a href="https://www.publishersweekly.com/pw/by-topic/authors/interviews/article/76616-cattle-running-and-writing-pw-talks-with-rae-delbianco.html" target="_blank">Publishers Weekly</a></i> e a <i><a href="https://www.vogue.com/article/rough-animals-rae-delbianco-interview" target="_blank">Vogue</a></i>: selezionava i manzi e li allevava per 10 mesi in modo che raggiungessero il peso necessario per la macellazione (680-720 chili, non uno scherzo), occupandosi nel frattempo di aspetti come il benessere degli animali e la sostenibilità sia economica che ambientale. Oltre a farsi un’esperienza davvero insolita, che ha saputo poi sfruttare per la stesura del romanzo (Smith e la gemella sono appunto allevatori di manzi), grazie al suo curriculum l’autrice è stata accettata sia al MIT che alla Duke University, dove poi si è laureata nel 2014.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaH37F886Tmdxz74dAjfUsFzwjCZgm7wJeZquv84eUBf-6xZZcUpwgGqv-U-GILfubKmAtBc75ofafSaPp-Tv5w02RljVRhEqcc9G17MBBphvl0TOtQoNNvI7-os1c9gsNFmTMEFaychM/s1600/instagram2.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="503" data-original-width="496" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaH37F886Tmdxz74dAjfUsFzwjCZgm7wJeZquv84eUBf-6xZZcUpwgGqv-U-GILfubKmAtBc75ofafSaPp-Tv5w02RljVRhEqcc9G17MBBphvl0TOtQoNNvI7-os1c9gsNFmTMEFaychM/s320/instagram2.png" width="315" /></a></div>
Non è un caso, quindi che sul suo <a href="https://www.instagram.com/rae.delbianco/?hl=it" target="_blank">profilo Instagram</a> si autodefinisca <i>that redneck kid author</i>, “quella<br />
ragazzina bifolca che scrive”: l’età e l’esperienza di allevatrice le permettono senz’altro di fregiarsi di questo titolo. In realtà, però, il suo profilo è tutt’altro che quello di una “bifolca”: è curatissimo, con foto posate o lungamente preparate e la mano di un professionista ben visibile dietro le quinte, sia nelle composizioni di oggetti, tra i quali spicca sempre un libro, sia nella scelta cromatica, sempre orientata ai toni del panna, beige, sabbia e marrone, che guarda caso richiamano quelli del paesaggio dello Utah in cui è ambientato il romanzo. Tra l’altro l’autrice si fa spesso ritrarre a cavallo o comunque immersa in un ambiente naturale, altro elemento che evoca le vicende dei suoi personaggi. Una “bifolca”, quindi, che sa costruire benissimo la propria immagine (al momento il suo profilo Instagram ha 16.500 follower), in un’era in cui la comunicazione si nutre soprattutto di questo.<br />
<br />
<span style="font-size: large;">Vivere le vite dei personaggi</span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
Ma torniamo alle nostre ricerche: le ricerche su internet ci hanno infatti permesso anche di conoscere in anteprima <b>i personaggi del romanzo</b>. Ecco che cosa dichiara al riguardo Rae DelBianco in <a href="https://pigeonpagesnyc.com/rae" target="_blank">un’altra intervista</a>: “Credo che i lettori siano persone che abbracciano la vita con un tale entusiasmo che viverne una sola non gli basta. <span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">[E noi siamo d’accordissimo: anche nel nostro caso leggere (e tradurre!) significa vivere tante altre vite che non sono la nostra, N.d.A.]</span> I protagonisti di <i>Rough Animals </i>sono stati un’occasione elettrizzante per vivere le loro vite scrivendone. Tramite Wyatt [Smith] ho cercato di capire se siamo davvero in grado di renderci conto che i nostri cari, la nostra comunità, il nostro mondo sono guasti, e se possiamo scegliere di amarli comunque. Con Lucy [la sorella di Smith] mi sono immersa nella lotta più grande che ho affrontato crescendo: guardare in faccia la violenza che causiamo ogni giorno per il semplice fatto di vivere. E in un’era in cui la mia giovane età e il clima politico mettevano alla prova la mia fiducia in me stessa come donna, il personaggio della ragazza si è rivelato assoluto, scatenato e caotico, una liberazione”.<br />
<br />
<span style="font-size: large;">Sopravvivere in un mondo spietato</span><br />
<span style="font-size: large;"></span><br />
Il personaggio della ragazza (che non ha nome perché si rifiuta di dirlo, quindi viene sempre chiamata così, “la ragazza”) cui accenna l’autrice è l’emblema stesso dell’<b>istinto di sopravvivenza</b> portato agli estremi: nel buio che precede l’alba abbatte alcuni manzi di Smith, che però vive già in povertà e senza quelle bestie finirà in bancarotta… è così che scatta l'inseguimento del protagonista, una caccia nella quale i personaggi, nel tentativo appunto di sopravvivere, finiscono per bere sangue di coyote cercando di non morire disidratati nel deserto, rubano antibiotici da Walmart per curarsi le ferite che si stanno infettando e uccidono a più non posso, il tutto sullo sfondo di un paesaggio bellissimo ma spietato.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX_XKUE9q8a3n3ZGxBwfkiwG_RG-EGOgQ9Ovwjhkkk5ZWyjucbAwFQ88zz88JXm8-woAvF8y4VnYRGQrayix3v9382_vma45-P4YWRayqRrDVDB2KrwSWrhUNkLB2PuJIY0sfKBlEq6YE/s1600/899px-Willard_Canyon%252C_Wasatch_Mountains._Box_Elder_County%252C_Utah_-_NARA_-_516757.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="899" height="512" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX_XKUE9q8a3n3ZGxBwfkiwG_RG-EGOgQ9Ovwjhkkk5ZWyjucbAwFQ88zz88JXm8-woAvF8y4VnYRGQrayix3v9382_vma45-P4YWRayqRrDVDB2KrwSWrhUNkLB2PuJIY0sfKBlEq6YE/s640/899px-Willard_Canyon%252C_Wasatch_Mountains._Box_Elder_County%252C_Utah_-_NARA_-_516757.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ancora la contea di Box Elder nel 1872: ci piace pensare che il tizio a sinistra sia il protagonista del nostro romanzo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
In un’altra <a href="https://chireviewofbooks.com/2018/06/29/rough-animals-rae-delbianco-interview/" target="_blank">intervista</a> l’autrice spiega perché ha voluto incentrare il suo testo sul tema della sopravvivenza: “Vengo da un ambiente rurale e, vedendo i calli sparirmi dalle mani mentre frequentavo il college, ho iniziato a chiedermi se a causa della sterilità della vita moderna non si perda la forza emotiva di fare qualcosa di più che sopravvivere, non dovendo ‘sopravvivere’ affatto. Abbiamo mani morbide e scarpe pulite, mangiamo petti di pollo confezionati che non assomigliano per niente a un uccello. Siamo riusciti a sfuggire alla battaglia quotidiana per la sopravvivenza, ma anche al senso di realizzazione che deriva dal vincerla. Perciò provo una soddisfazione particolare nel fare ritorno a una letteratura in cui, di fronte a questa lotta, non si danno per scontati nemmeno un boccone di cibo o una boccata d’aria”.<br />
<br />
Insomma, una volta terminate le nostre ricerche su internet siamo giunte alla conclusione che mettendo insieme l’influenza di McCarthy, l’esperienza concreta di allevatrice della DelBianco, le “missioni di vita” dei suoi tre personaggi principali e il tema centrale del romanzo, cioè la sopravvivenza fisica e psicologica, gli ingredienti per una storia potente ci fossero tutti: adesso ci toccava tradurla in modo che risultasse potente anche in italiano.<br />
Ma di questo parleremo nel <a href="https://www.cosierepossi.com/2020/05/rough-animals-ruvide-bestie-di.html" target="_blank">prossimo post</a>!Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-29143712452470113832018-02-13T09:09:00.000+01:002018-12-19T15:19:34.973+01:00Dire quasi la stessa cosa: la traduzione "elastica"<b>Se dovessi spiegare che cos'è la traduzione in meno di 10 parole, che cosa diresti?</b><br />
<br />
Primo Levi l'ha definita "un compromesso"<b>*</b>, Carlos Ruiz Zafón "<a href="https://linguaenauti.com/2017/09/19/carlos-ruiz-zafon-la-traduzione-e-una-matematica-della-parola/" target="_blank">una matematica della parola</a>" e spesso si parla di "ponte tra culture diverse", ma ultimamente a noi piace pensare che la traduzione consista nel <b>dire quasi la stessa cosa</b>.<br />
<br />
Visto che le lingue non sono perfettamente sovrapponibili, infatti, non possiamo mai arrivare alla piena corrispondenza tra il testo originale e la sua traduzione, <b>non possiamo mai dire "<u>esattamente</u> la stessa cosa"</b> in un'altra lingua. <b>Eppure è proprio quello che ci sforziamo costantemente di fare</b>, in un tentativo donchisciottesco che ci lascia costantemente frustrate: se esistessero i campionati mondiali di masochismo, noi traduttori avremmo buone probabilità di vincerli...<br />
<br />
<i style="font-weight: bold;"><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8845274861?ie=UTF8&tag=wwwcosierep00-21&camp=3414&linkCode=xm2&creativeASIN=8845274861" target="_blank">Dire quasi la stessa cosa</a></i><b>**</b> è il titolo del libro che<i style="font-weight: bold;"> </i><b>Umberto Eco</b> ha dedicato nel 2003 ai problemi della traduzione letteraria. Fin dall'<b>immagine di copertina </b>suggerisce maliziosamente uno dei rischi della traduzione, e cioè che il "pappagallo" nel senso di attrezzo noto in italiano come "chiave a pappagallo", si trasformi in un qualcosa che porta lo stesso nome, ma che nella sostanza è completamente diverso, ossia un uccello.<br />
Qui non stiamo più dicendo "quasi la stessa cosa", ma commettendo un errore di traduzione.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.amazon.it/gp/product/8845274861?ie=UTF8&tag=wwwcosierep00-21&camp=3414&linkCode=xm2&creativeASIN=8845274861" target="_blank"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="300" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyiZBUko6Vj5_gzfs7P_DjNQ_9si0YC-kUqSSa4speerkOdvx7LoMk16Ni0Dmx1niOFg0Cuja4B34LfuLF_ICy4NWUThhtVHEVJaKdLHo1Dczfdad2KLrHSdxXmgHbC_EfUQqgyK_FwW4/s400/dire+quasi+la+stessa+cosa.jpg" width="300" /></a></div>
<br />
Se vogliamo cercare di tradurre al meglio, il nostro lavoro consiste in una costante riflessione sul concetto di "quasi".<br />
<b>Fino a che punto una traduzione è "quasi la stessa cosa"</b> dell'originale e da che punto in poi diventa "un'altra cosa"? Quale margine di libertà abbiamo noi, come traduttrici, quando affrontiamo un testo, o, in altre parole: quanto dev'essere elastico il "quasi"?<br />
<br />
<b>"Dipende dal punto di vista," risponde Eco</b>: "la Terra è quasi come Marte, in quanto entrambi ruotano intorno al sole e hanno forma sferica, ma può essere quasi come un qualsiasi altro pianeta ruotante in un altro sistema solare, ed è quasi come il sole, poiché entrambi sono corpi celesti, è quasi come la sfera di cristallo di un indovino, o quasi come un pallone, o quasi come un'arancia."<br />
<br />
L'esempio di Eco presenta un <b>"quasi" che si fa via via sempre più elastico</b>: la Terra si trasforma prima in un pianeta diverso, poi perde l'accezione di pianeta e diventa più in generale un corpo celeste, dopodiché perde non solo l'accezione di pianeta e di corpo celeste, ma anche le proprie (notevoli) dimensioni per limitarsi a essere una sfera, piccola come un pallone o un'arancia.<br />
La scelta di quanto discostarsi, nella traduzione, dal concetto di "pianeta" dipende dalla nostra valutazione del testo di partenza e delle possibilità offerte dalla lingua di arrivo.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbGocEE1fekyj6dxdB4zArPmSGPYhQKcjlAYFNb4Q7Ys2CjO7jSof9GzjUNVdS0PpeHCtbGJZXyC5es_NqTMzfOxi0JT4QI_zWVOrpWYk7ISYLtYtqv1oyyLrFvOOGWqJ-1rSUTzA0erQ/s1600/6237079791_b2eef53587_z.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="269" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbGocEE1fekyj6dxdB4zArPmSGPYhQKcjlAYFNb4Q7Ys2CjO7jSof9GzjUNVdS0PpeHCtbGJZXyC5es_NqTMzfOxi0JT4QI_zWVOrpWYk7ISYLtYtqv1oyyLrFvOOGWqJ-1rSUTzA0erQ/s640/6237079791_b2eef53587_z.jpg" width="321" /></a></div>
Ma ecco, per chiarire la questione, <b>un esempio </b>inglese nel quale ci siamo imbattute, e alcuni modi in cui si può "dire quasi la stessa cosa".<br />
Il testo che utilizzeremo come esempio è il titolo di un celebre spiritual, cantato dai neri americani ai tempi della schiavitù: <i><b>Nobody knows the trouble I've seen</b></i>.<br />
<br />
1. Se si stanno facendo i primi passi nel mondo della traduzione, il modo più sicuro di "dire quasi la stessa cosa" potrebbe sembrare quello di tradurre parola per parola, discostandosi il meno possibile dal testo originale, e quindi:<br />
"<b>Nessuno conosce il problema che ho visto</b>".<br />
Questa è infatti la traduzione proposta da Google Translate, che come si sa non è proprio un maestro di stile. Infatti, qualunque redazione alla quale un traduttore proponesse una traduzione simile gliela rimanderebbe subito indietro. Tradurre significa non solo trasporre un testo da una lingua a un'altra, ma anche produrre una frase plausibile nella lingua di arrivo (se così era in quella di partenza), e quella di Google Translate non è certo una frase che si sente pronunciare spesso.<br />
<br />
2. Bisogna allora discostarsi un po' dal testo di partenza, e per farlo occorre comprenderne bene il significato. Il succo del titolo inglese è che nessuno conosce le difficoltà che ho incontrato io nella vita; il seguito della canzone precisa che soltanto Dio le conosce (<i>Nobody knows but Jesus</i>), fornendoci un po' di contesto utile per tradurre meglio. Perciò l'approssimazione successiva potrebbe essere:<br />
"<b>Nessuno conosce i problemi che ho incontrato</b>".<br />
<br />
3. Ma la resa italiana n. 2, per quanto migliore rispetto alla versione 1, rimane un po' traballante: ancora una volta, in una conversazione normale o in un testo scritto, una frase come questa potrebbe suonare un po' goffa.<br />
Possiamo allora rendere ulteriormente elastico il nostro "quasi" scrivendo qualcosa del tipo:<br />
"<b>Nessuno sa che guai ho passato</b>".<br />
<br />
E per te che cosa significa tradurre, e quanto è elastico il "quasi"?<br />
<br />
<br />
<b style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">Note</b><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">: </span><br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">* La frase di Levi è tratta dal cap. VIII di <i>I sommersi e i salvati</i>, </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">"Lettere di tedeschi" </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">(p. 1128 di</span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"> <i>Opere II</i>, a cura di Marco Belpoliti, Einaudi, Torino 1997)</span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">, nel quale lo scrittore racconta della traduzione tedesca di </span><i style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">Se questo è un uomo. </i><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Temendo che il traduttore tedesco potesse travisare i contenuti del suo libro, </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Levi collaborò infatti strettamente con lui e</span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"> in questo capitolo spiega il procedimento attraverso il quale arrivavano alla versione definitiva di certi dialoghi contenenti espressioni o termini rozzi usati nei lager: </span><br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">"io gli indicavo una tesi, quella che mi suggeriva la memoria acustica [...]; lui mi opponeva l'antitesi, 'questo non è buon tedesco, i lettori d'oggi non lo capirebbero'; io obiettavo che 'laggiù si diceva proprio così'; si arrivava infine alla sintesi, cioè al compromesso. L'esperienza mi ha poi insegnato che traduzione e compromesso sono sinonimi".<i> </i></span><br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><br /></span>
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">** Il volume è ricco di esempi tratti dalle traduzioni dei libri di Eco in quattro lingue (inglese, francese, tedesco, spagnolo), dai quali si capisce che lo scrittore italiano intratteneva un fitto dialogo con i suoi traduttori stranieri, ne rileggeva le traduzioni prima che andassero in stampa e probabilmente incuteva un gran terrore alle redazioni straniere.</span><br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><br /></span>
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Nell'immagine si vede un'ex schiava di Fort George Island, in Florida. La foto è stata scattata ai primi del '900 ed è di pubblico dominio, reperibile <a href="https://www.flickr.com/photos/floridamemory/6237079791/in/album-72157629099598595/" target="_blank">qui</a>. </span>Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-81570587414985069892018-01-15T17:31:00.000+01:002018-01-20T15:48:11.985+01:00Perché si diventa lettori (e da grandi si lavora nell'editoria)?Come tanti genitori, forse vi scervellate chiedendovi che cosa fa di un bambino un futuro divoratore di libri e di una bambina una futura lettrice appassionata, in modo da poter dare queste utili abitudini ai vostri figli.<br />
E pensando a voi stessi, <b>sapreste dire perché avete sviluppato la passione per la lettura?</b><br />
<br />
Queste sono le domande che si è posta anche <a href="http://www.shirleybriceheath.net/" target="_blank">Shirley Brice Heath</a>, studiosa di antropologia linguistica, andando in giro per gli Stati Uniti negli anni Ottanta. Grazie alle sue ricerche ha trovato non solo le risposte, ma anche il motivo che spinge tante persone a fare dei libri il proprio mestiere.<br />
<br />
La studiosa ha frequentato le "<b>zone di transizione forzata</b>", ossia i luoghi nei quali la gente è costretta a passare il tempo senza poter guardare la tv né, all'epoca, lo schermo del cellulare: ha visitato aeroporti, viaggiato sui mezzi pubblici, è andata nelle località balneari. Qui ha individuato coloro che, invece di fare qualcos'altro, leggevano opere letterarie di qualità, dopodiché li ha intervistati per scoprire come fossero diventati voraci lettori.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP4VR7V1YVaSRfHZaGbDM8j5QkdZKlDKyqO8BC6en_zrkvleE32tEb44jGPCQov4ByOoh1-3IuHTKyVOY5muINdXQBgbKJXv1rOEojtg240oROcRuUcYrnyhS3RVSmV82rJy94XXsxE1U/s1600/transportation-reading-train.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP4VR7V1YVaSRfHZaGbDM8j5QkdZKlDKyqO8BC6en_zrkvleE32tEb44jGPCQov4ByOoh1-3IuHTKyVOY5muINdXQBgbKJXv1rOEojtg240oROcRuUcYrnyhS3RVSmV82rJy94XXsxE1U/s1600/transportation-reading-train.jpg" /></a></div>
<br />
Innanzitutto ha scoperto che in genere <b>queste persone avevano sviluppato la passione per la lettura quando erano bambine.</b><br />
<br />
Quanto al <b>perché avevano iniziato a coltivare un forte interesse per le opere letterarie</b>, Shirley Brice Heath ha notato che i lettori appassionati ricadevano in due categorie:<br />
<ul>
<li>quelli che si erano tuffati nei libri perché<b> uno o entrambi i genitori amavano leggere</b>;</li>
<li>quelli che da bambini erano degli "<b>isolati sociali</b>" e, sentendosi diversi da coloro che li circondavano, avevano stabilito un dialogo con gli autori dei libri che leggevano.</li>
</ul>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5nGLHOeWbbeNSLnBIcbzUJAYtHpMXgowA3bMGcRSHdKGnFuqRvdxy-JVwh9A_hBVHOr_2_3PVmBR8kgvt-GECrGRNdlq24ejF5CZu_gcpDVehsSAnBvC5J8DCutoXuO2ALQXnKqj1t8U/s1600/reading-sand-ocean.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="401" data-original-width="600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5nGLHOeWbbeNSLnBIcbzUJAYtHpMXgowA3bMGcRSHdKGnFuqRvdxy-JVwh9A_hBVHOr_2_3PVmBR8kgvt-GECrGRNdlq24ejF5CZu_gcpDVehsSAnBvC5J8DCutoXuO2ALQXnKqj1t8U/s1600/reading-sand-ocean.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div>
E la studiosa non si è fermata qui: intervistando tantissimi romanzieri, è giunta alla conclusione che i <b>lettori del tipo "socialmente isolato" hanno molte più probabilità di diventare scrittori </b>(e, aggiungiamo, forse anche traduttori e redattori?) rispetto a quelli che hanno iniziato a leggere imitando il modello genitoriale.<br />
<br />
Se la lettura era il mezzo di comunicazione preferito durante l'infanzia, da adulti la scrittura (così come, ipoteticamente, la traduzione e la redazione) può essere tra i canali privilegiati per connettersi al resto del mondo.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Per quanto ci riguarda, dobbiamo dire che la teoria di Shirley Brice Heath è fondata.<br />
Certo, abbiamo qualche resistenza ad ammettere che da piccole eravamo due "isolate sociali", ma per fortuna Jonathan Franzen, che all'argomento ha dedicato <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Come_stare_soli" target="_blank">questo saggio</a>, ci rassicura affermando che "il fatto di essere un bambino socialmente isolato non condanna automaticamente a diventare un adulto imbranato alle feste e con l'alito cattivo".<br />
<br /></div>
<div>
Che ci dite di voi, vi riconoscete in questi risultati?</div>
<div>
<br />
<br /></div>
<div>
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Le foto sono di <a href="https://visualhunt.com/re/3513cb">Visualhunt.com</a>.</span></div>
Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-45694593449191113392017-12-22T13:49:00.001+01:002018-01-23T09:14:18.558+01:00Buone feste!<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU1sHAOSNxPVjnZSztK_SvIdba1n2o-49A4pkqwLs2FSJ9xD9B52SgV7elHnpoUmsAVToA8Fl6jm8g5xJpHMJmRm_wGoJ1XiEvQ9HWUZ3PykxZ8yaQ53HDiPDXOSaWFSTtDoFQ6UxTYSM/s1600/Cheers+to+the+coming+year%2521.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="397" data-original-width="560" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU1sHAOSNxPVjnZSztK_SvIdba1n2o-49A4pkqwLs2FSJ9xD9B52SgV7elHnpoUmsAVToA8Fl6jm8g5xJpHMJmRm_wGoJ1XiEvQ9HWUZ3PykxZ8yaQ53HDiPDXOSaWFSTtDoFQ6UxTYSM/s1600/Cheers+to+the+coming+year%2521.png" /></a></div>
<br />Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-44117921130585180432017-11-20T16:08:00.000+01:002017-11-22T11:11:01.195+01:00Traduttori e revisori: scene da un matrimonio combinato<b>A volte il rapporto fra traduttori e revisori è idilliaco</b>: ci si conosce da tempo, si stima il modo di lavorare dell'altro, ci fidiamo di lei/lui e siamo certi che i suoi contributi al testo finale lo renderanno migliore di quello che avevamo consegnato.<br />
<br />
Purtroppo non sempre questo matrimonio combinato s'ha da fare: qualche volta vi sarà capitato, <b>se siete traduttrici/traduttori editoriali</b>, di pensare che gli interventi del revisore abbiano peggiorato, invece di migliorare, il vostro testo, ad esempio introducendo errori o rendendo confuse e contorte frasi che vi pareva scorressero benissimo nella vostra versione.<br />
<br />
<b>Se invece lavorate come revisori</b>, può esservi successo che il testo inviatovi dai traduttori fosse al di sotto delle aspettative e richiedesse molti più interventi del previsto. Non una normale revisione, quindi, ma quasi una riscrittura, e anche in questo caso un rapporto spinoso con la controparte che magari riteneva di aver fatto un buon lavoro.<br />
<br />
<b>Come si spiegano queste divergenze di opinioni? </b>Ecco alcune possibili risposte.<br />
<br />
<b>1. Un rischio che accomuna traduttori e revisori: la scarsa professionalità</b><br />
Se il traduttore e il revisore si sono improvvisati, non c'è da stupirsi che la traduzione venga consegnata zeppa di errori o la revisione peggiori una versione ben fatta dell'originale: per evitare questi problemi è fondamentale che l'editore o il committente si rivolga a professionisti, altrimenti potrebbe vedersi consegnare traduzioni come quelle di <a href="http://www.cosierepossi.com/2013/10/video-errori-traduzione.html" target="_blank">questo video</a> oppure di questo <a href="http://www.cosierepossi.com/2016/01/errori-di-traduzione-cartelli-treno.html" target="_blank">cartello visto su un treno regionale</a>. <br />
<br />
<b>2. Il rischio dei traduttori: la "sindrome dello scarrafone"</b><br />
"Quella virgola inserita là non mi piace per niente.... Guarda qui, il revisore mi ha spostato una parola e adesso la frase non mi suona più... doveva toccare proprio a me uno così!"<br />
Forse invece il revisore è molto in gamba, ma è il traduttore a essersi affezionato al suo testo come se fosse un figlio, tanto da non avere più quel minimo di distacco necessario per valutare se l'intervento è effettivamente di sostegno al suo lavoro. <br />
Potremmo chiamarla suscettibilità oppure, con Pino Daniele, "sindrome dello scarrafone" (<i>Ogni scarrafone è bello a mamma soja</i>).<br />
<br />
<b>3. Il rischio dei revisori: prostrarsi al dio lettore</b><br />
Bisogna partire dalla premessa che in molti casi traduttori e revisori adorano due divinità diverse: il dio dei primi è il testo (come si legge nei <i><a href="http://www.cosierepossi.com/2015/11/dieci-comandamenti-per-i-traduttori.html" target="_blank">Dieci comandamenti per traduttori</a></i>), mentre quello dei secondi tende a essere il lettore.<br />
Per questo motivo, a volte i revisori fanno di tutto per facilitare il più possibile la vita al lettore modello che hanno in testa, ad esempio sostituendo le parole desuete o "difficili" presenti nel testo originale e nella traduzione con altre di uso comune, appiattendo i riferimenti specifici di una data cultura al punto da trasformare "Halloween" in "carnevale" (ci è successo qualche anno fa) e in generale semplificando il testo e la sua resa italiana. <br />
Il lettore però non sempre è privo di strumenti culturali, anzi, potrebbe averne anche più del traduttore e del revisore messi insieme. E comunque, se un autore ha voluto usare una lingua "difficile", anche la traduzione dovrebbe fare lo stesso.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
Tenendo presenti i rischi delle parti in gioco, la questione che ci sta a cuore è: <b>come possiamo comportarci</b> quando una revisione ci sembra peggiorativa o siamo a noi a dover rivedere una traduzione che ci pare al di sotto degli standard accettabili?<br />
<dl class="wp-caption vh-photo" id="vh-photo-figure" style="border-radius: 3px; border: 1px solid rgb(221 , 221 , 221); color: rgb(136 , 136 , 136); font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: 11px; overflow: hidden; padding: 4px; position: relative; width: 640px; zoom: 1;">
<dt class="wp-caption-dt"><a href="https://visualhunt.com/photo/246886/">
<img class="vh-photo mceItem" src="https://visualhunt.com/photos/m/9/you-might-be-wrong.jpg" style="display: block; width: 100%;" /> </a></dt>
<dd class="wp-caption-dd" style="margin: 0; padding: 0;"><span style="display: block; float: right;"> Photo credit: <a href="https://www.flickr.com/photos/emmandevin/6408909025/">brittreints</a> via <a href="https://visualhunt.com/re/57a3ef">Visualhunt</a> / <a href="http://creativecommons.org/licenses/by/2.0/"> CC BY</a></span></dd></dl>
<br />
Ecco di seguito quello che si può fare <b>quando la revisione della nostra traduzione ci sembra problematica</b>.<br />
<br />
a) Respirare profondamente.<br />
<br />
b) Prendere distanza: quella che abbiamo di fronte è solo una pagina di libro come tante altre. Possiamo averla tradotta noi come chiunque altro. Noi <i>non siamo</i> quel testo, quello non è nostro figlio.<br />
<br />
c) Dopo avere accantonato per quanto possibile l'ego e la sindrome dello scarrafone, concentrarci sul fatto che il nostro compito è produrre la migliore versione possibile dell'originale.<br />
<br />
d) Chiederci quali sono gli interventi di revisione che davvero peggiorano il testo. Ne esistono di vari tipi:<br />
<ul>
<li>interventi che introducono errori di interpretazione: "non è così che dice l'autore" </li>
<li>interventi sbagliati dal punto di vista grammaticale o sintattico: "in italiano non si dice"</li>
<li>frasi che diventano confuse: "l'ho dovuta leggere due volte per capire che cosa intendeva"</li>
<li>frasi diventate poco scorrevoli oppure goffe: "chi mai direbbe una cosa del genere?"</li>
<li>cambiamenti di registro<span style="background-color: white;">.</span></li>
</ul>
<div>
e) Cercare una soluzione di compromesso per questi casi: se il revisore è intervenuto in determinati punti della nostra traduzione, forse lì c'era qualcosa che non funzionava. Possiamo trovare una soluzione terza, alternativa sia alla nostra iniziale sia a quella del revisore, che esprima al meglio le intenzioni dell'autore.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
f) Lasciar perdere gli interventi di revisione che non ricadono nelle categorie elencate al punto d).</div>
<div>
<br /></div>
<div>
g) Scrivere al revisore/alla redazione indicando le modifiche che vorremmo apportare al testo.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Se invece ci troviamo a rivedere una traduzione che ci sembra fatta male</b>, in genere lavoriamo sul testo seguendo le fasi da 2 a 4 del <a href="http://www.cosierepossi.com/2017/06/fasi-traduzione-editoriale-revisione.html" target="_blank">nostro metodo di lavoro</a>, soffermandoci in particolare sui problemi elencati sopra al punto d), dopodiché segnaliamo alla redazione la mole degli interventi fatti.<br />
<br />
Naturalmente, però, ci auguriamo sempre che il matrimonio riesca nel migliore dei modi!<br />
<br />
<br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Se vuoi approfondire le differenze di </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">approccio al testo fra </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">traduttori e revisori, leggi l'interessante articolo di Giovanna Scocchera sul n. 9 della rivista <i>tradurre</i>: "<a href="https://rivistatradurre.it/2015/11/indagine-su-un-mestiere-malnoto/" target="_blank">Indagine su un mestiere malnoto. La revisione della traduzione editoriale in Italia</a>".</span></div>
Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-81897320494788627092017-10-26T13:35:00.001+02:002017-10-27T10:48:28.483+02:00Che tipi sono, i traduttori?Se sei una traduttrice o un traduttore oppure ne conosci qualcuno per motivi personali o professionali, qualche volta ti sarà passata per la testa la domanda: "Ma che tipi sono, questi traduttori?".<br />
<br />
Ogni tanto ce lo chiediamo anche noi e un po' di tempo fa abbiamo lanciato sul blog un <a href="http://www.cosierepossi.com/2017/06/test-traduzione-rende-migliori.html" target="_blank"><b>test</b></a> per scoprirlo, chiedendo ai colleghi: "<b>Quali doti hai sviluppato grazie alla traduzione?</b>". Pensiamo infatti che quando ci si dedica con passione a un'attività, qualunque sia, questa possa modellarci, permettendoci di potenziare capacità che poi diventano aspetti fondamentali di noi.<br />
<br />
Ed ecco i risultati del test.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHSXKUYYiLXoDmZ6D3nj5QPMCgAx8lpiYGnaMm6QrZNHzTZbCHo7Tb7rQepc2OBFnCcR5nZlSETsBt2CcVvgDvwyb4B2Yz9-EP7i4NJR3i6woa12r3XZNe4Vjx2Xxf5vTRklbcSq-s47M/s1600/7591170042_5ee8d208eb_z.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="426" data-original-width="640" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHSXKUYYiLXoDmZ6D3nj5QPMCgAx8lpiYGnaMm6QrZNHzTZbCHo7Tb7rQepc2OBFnCcR5nZlSETsBt2CcVvgDvwyb4B2Yz9-EP7i4NJR3i6woa12r3XZNe4Vjx2Xxf5vTRklbcSq-s47M/s320/7591170042_5ee8d208eb_z.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo credit: <a href="https://www.flickr.com/photos/arpon/7591170042/" style="box-sizing: inherit; color: #fc354c; font-family: monospace, monospace; font-size: 12px; text-align: start; text-decoration-line: none; white-space: pre;">Jesus Arpon</a><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: monospace , monospace; font-size: 12px; white-space: pre;"> via </span><a href="https://visualhunt.com/re2/e28f89" style="box-sizing: inherit; color: #fc354c; font-family: monospace, monospace; font-size: 12px; text-align: start; text-decoration-line: none; white-space: pre;">VisualHunt</a><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: monospace , monospace; font-size: 12px; white-space: pre;"> / </span><a href="http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/" style="box-sizing: inherit; color: #fc354c; font-family: monospace, monospace; font-size: 12px; text-align: start; text-decoration-line: none; white-space: pre;"> CC BY-NC-SA</a></td></tr>
</tbody></table>
I traduttori sono innanzitutto tipi <b>accurati, attenti ai dettagli</b> secondo il 37% del campione. E in effetti la precisione è una dote fondamentale in un'attività nella quale ogni minima sfumatura del testo ha la sua importanza e la scelta di un traducente a volte può richiedere un'ora di lavoro. <br />
Per diventare traduttori bisogna quindi essere già pignoli in partenza e la pignoleria aumenta via via che si lavora: chi è convinto che "tanto una parola vale l'altra: l'importante è far presto" non è la persona adatta a occuparsi di traduzione. Anche se forse vive più serena di noi, che siamo attanagliati dal perfezionismo: vedi le <a href="http://www.cosierepossi.com/2013/06/traduzione-revisione-mestiere-del-dubbio.html" target="_blank"><i>Deformazioni professionali di traduttori e revisori</i></a>, la <a href="http://www.cosierepossi.com/2015/03/evitare-ripetizioni-luciano-bianciardi.html" target="_blank"><i>Fobia di ripetizioni e assonanze</i></a> e il <a href="http://www.cosierepossi.com/2013/06/test-quanto-sei-pignolao-davanti-alle.html" target="_blank"><i>Test: quanto sei pignola/o con le parole?</i></a>.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_gWIWlotmGgXyd_OH9aaIAois8P51pdw4OKkCE6zvif6Xh0PrNItnzprWvW6qqW_1KZCUISRbYRmHLSaDgQenQQnWcTmOGepj8J37jxFB7hou3apghMoQ3P7vpMVA_YeLoMcChAp_QjQ/s1600/metal-puzzle-puzzle-teeth-metal-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_gWIWlotmGgXyd_OH9aaIAois8P51pdw4OKkCE6zvif6Xh0PrNItnzprWvW6qqW_1KZCUISRbYRmHLSaDgQenQQnWcTmOGepj8J37jxFB7hou3apghMoQ3P7vpMVA_YeLoMcChAp_QjQ/s320/metal-puzzle-puzzle-teeth-metal-1.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Photo via <a href="https://visualhunt.com/re2/e28f89" style="box-sizing: inherit; color: #fc354c; font-family: monospace, monospace; font-size: 12px; text-align: start; text-decoration-line: none; white-space: pre;">Visual Hunt</a></td></tr>
</tbody></table>
Un'altra dote che si sviluppa facendo i traduttori è la capacità di <b>problem solving creativo</b>, come afferma un altro 34% di partecipanti al test. <br />
E la cosa si può spiegare con il fatto che passiamo le nostre giornate a cercare la quadratura del cerchio fra il rispetto del testo di partenza e i vincoli posti dalla nostra lingua di arrivo, nel tentativo costante di trovare soluzioni a un problema di per sé irrisolvibile, quello della traduzione. Nel passaggio da una lingua all'altra, infatti, c'è sempre un <i>quid </i>intraducibile, il cosiddetto "residuo traduttivo", e noi ci arrovelliamo nel tentativo di fare in modo che sia più piccolo possibile, il tutto cercando di dare l'impressione che il testo sia nato non in una lingua straniera, ma direttamente in italiano... <i>Mission Impossible</i> in confronto è un gioco da ragazzi!<br />
Dopo un po' di tempo, sviluppiamo una tale flessibilità e apertura alle soluzioni creative che qualunque altro problema non testuale in confronto ci risulta molto più semplice da affrontare.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga6SdkUCl8z3nNw9OKVsRsG7kMwEy0CL6VsamqRz9E-12jjuzJoKaJIXbI1hkVFkD_08DFO3ke0m03fnEuUbdEjPj3J0bmxJW8PcPXm9VCh1JFPnhe3BbRC6r156jTazwhIXEiIkmjSFg/s1600/7765015018_61b3abc873_z.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="418" data-original-width="640" height="209" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga6SdkUCl8z3nNw9OKVsRsG7kMwEy0CL6VsamqRz9E-12jjuzJoKaJIXbI1hkVFkD_08DFO3ke0m03fnEuUbdEjPj3J0bmxJW8PcPXm9VCh1JFPnhe3BbRC6r156jTazwhIXEiIkmjSFg/s320/7765015018_61b3abc873_z.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 12.8px; text-align: center;">Photo credit: <a href="https://www.flickr.com/photos/beorn_ours/7765015018/" style="box-sizing: inherit; color: #fc354c; font-family: monospace, monospace; font-size: 12px; white-space: pre;">Do8y</a><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: monospace , monospace; font-size: 12px; white-space: pre;"> via </span><a href="https://visualhunt.com/re2/fcd9f9" style="box-sizing: inherit; color: #fc354c; font-family: monospace, monospace; font-size: 12px; white-space: pre;">Visualhunt.com</a><span style="background-color: white; color: #666666; font-family: monospace , monospace; font-size: 12px; white-space: pre;"> / </span><a href="http://creativecommons.org/licenses/by-nd/2.0/" style="box-sizing: inherit; color: #fc354c; font-family: monospace, monospace; font-size: 12px; white-space: pre;"> CC BY-ND</a></td></tr>
</tbody></table>
Facendo i traduttori si diventa anche molto <b>organizzati</b>, come afferma il 24% del campione.<br />
A livello di tempo, l'unico obbligo che abbiamo è consegnare la traduzione entro la data stabilita con l'editore o il cliente, quindi possiamo optare, ad esempio, per un part-time verticale (tradurre dal lunedì al giovedì e fare il fine settimana lungo dal venerdì alla domenica) oppure orizzontale (lavorare tutte le mattine mentre i figli sono a scuola) o anche tradurre la notte o con qualunque altra scansione temporale vogliamo. <br />
L'importante è che il giorno della scadenza inviamo per email la traduzione alla casa editrice o al cliente, e per farlo dobbiamo calcolare bene, a ritroso da quella data, il numero di <a href="http://www.cosierepossi.com/2017/06/fasi-traduzione-editoriale-revisione.html" target="_blank">pagine da tradurre, poi da rivedere, poi da rileggere</a> giorno per giorno e suddividerlo per il numero di giorni (o di notti) che occorrono per completare la traduzione, magari lasciando un po' di margine per gli imprevisti.<br />
Insomma, un'organizzazione che, moltiplicata per i libri e/o gli articoli sui quali lavoriamo contemporaneamente, diventa piuttosto complessa e ci spinge a dar valore al tempo e a gestirlo meglio.<br />
Naturalmente ci sono sempre dei margini di miglioramento: se vuoi saperne di più, leggi il post <i><a href="http://www.cosierepossi.com/2010/11/e-tutta-questione-di-organizzazione.html" target="_blank">È tutta questione di organizzazione</a>.</i><br />
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Passando invece a una <b>dote che i traduttori in generale non sviluppano</b>, colpisce il fatto che nessuno dei partecipanti segnali di avere migliorato la propria <b>capacità di fare pubbliche relazioni</b>. Segno che siamo già abilissimi nei rapporti professionali e ci muoviamo disinvoltamente tra fiere editoriali, presentazioni di <a href="http://www.cosierepossi.com/2014/12/come-si-fa-proposta-di-traduzione.html" target="_blank">proposte di traduzione</a> e <a href="http://www.cosierepossi.com/2016/01/come-proporsi-agli-editori.html" target="_blank">incontri con le case editrici</a>, o al contrario che temiamo come la peste le occasioni di incontro professionale con editori e redattori?<br />
A voi l'ardua sentenza...<br />
<br />
<br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Ringraziamo le colleghe e i colleghi che hanno partecipato al test.</span>Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-22352675272586683712017-06-24T14:30:00.000+02:002017-10-26T17:28:18.622+02:00Test: il lavoro di traduzione nobilita l'uomo (e la donna)?Ciò che fai giorno dopo giorno ti cambia senza che tu te ne accorga e può capitare che, passato un po' di tempo, ti guardi indietro e scopra di avere acquisito capacità che prima non possedevi e che adesso ti sono utili anche in altri ambiti della vita.<br />
Questo test semiserio ti permetterà di scoprire le caratteristiche che hai affinato occupandoti di libri.<br />
<br />
La domanda è una sola: <b>quali doti personali hai sviluppato grazie al lavoro di traduzione?</b><br />
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Scegli la risposta che più ti si addice tra le cinque voci seguenti e indicala in questo sondaggio Doodle [<i>aggiornamento del 22 ottobre 2017: il sondaggio è stato chiuso</i>]; nel prossimo post analizzeremo i risultati!<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8nwNN4VD1N6xO2kK4vpn5b6jtragW2ccOURVy8xY4vEnn4CNExPTdGlLlZqr4vaVW7HjaqP4Lhf4C3t3jTOZplgQDnLxDEFYDM_i7U-i50lK6yFKTzWS4qAL0IxeAlpRSVt4_Ry-sLRU/s1600/5999130371_5b60bf8054_m.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="240" data-original-width="240" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8nwNN4VD1N6xO2kK4vpn5b6jtragW2ccOURVy8xY4vEnn4CNExPTdGlLlZqr4vaVW7HjaqP4Lhf4C3t3jTOZplgQDnLxDEFYDM_i7U-i50lK6yFKTzWS4qAL0IxeAlpRSVt4_Ry-sLRU/s320/5999130371_5b60bf8054_m.jpg" width="320" /></a></div>
<b>1. Pazienza.</b> Da quando sono abituata a sudare un'ora su una frase e sei mesi su un libro, affrontare una trafila burocratica, la coda al supermercato o la dichiarazione dei redditi è diventato un gioco da ragazzi.<br />
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<b>2. Accuratezza</b>. Visto che la <a href="http://www.cosierepossi.com/2016/12/refusi-errori-haiku.html" target="_blank">paura di aver lasciato un refuso nell'ultimo libro</a> non mi fa dormire, sono diventato molto attento ai dettagli in tutto ciò che faccio. Anzi, attentissimo. Anzi, no: maniaco.</div>
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<b>3. Organizzazione</b>. Lavorando su più libri contemporaneamente, so sempre con esattezza quante pagine devo <a href="http://www.cosierepossi.com/2017/06/fasi-traduzione-editoriale-revisione.html" target="_blank">tradurre / rivedere / rileggere</a> ogni giorno per rispettare le scadenze: sono così organizzata che ormai fisso le cene con gli amici un mese prima e ho già prenotato le vacanze da qui al 2020.</div>
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<b>4. Problem solving creativo</b>. Passo tutto il giorno a riflettere su come diavolo affrontare le difficoltà del testo: se mi capita di ristrutturare casa o di organizzare un evento con 200 persone, mi scappa da ridere. </div>
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<b>5. Pubbliche relazioni</b>. Sì, è vero, sto sempre chiuso da solo nella mia stanzetta, ma ogni tanto qualche <a href="http://www.cosierepossi.com/2014/12/come-si-fa-proposta-di-traduzione.html" target="_blank">proposta di traduzione</a> agli editori mi tocca pur farla, o magari vado a una fiera editoriale o a un seminario di formazione... così alla fine ho superato quasi del tutto quelle mie fastidiose fobie sociali. </div>
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Se non ti sembra di avere affinato nessuna delle doti elencate sopra, niente paura: da una <a href="https://pureapps2.hw.ac.uk/ws/portalfiles/portal/8849327" target="_blank">ricerca del 2014</a> è emerso che <b>i lavori intellettuali hanno un effetto moderatamente positivo sull'invecchiamento</b>. Su oltre 1000 soggetti che si sono sottoposti allo studio, coloro che nella vita avevano svolto occupazioni che richiedevano impegno mentale, giunti a 70 anni conservavano meglio degli altri le proprie capacità cognitive.</div>
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Ci risentiamo con i <a href="http://www.cosierepossi.com/2017/10/test-caratteristiche-traduttori.html" target="_blank">risultati del test</a> e, se nel frattempo vuoi raccontarci che cosa ti ha insegnato il lavoro di traduzione, siamo in ascolto!</div>
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<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Se il post ti è piaciuto, condividilo cliccando sulle icone nel riquadro sotto e prova anche gli altri test:</span></div>
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<li><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><a href="http://www.cosierepossi.com/2015/11/dieci-comandamenti-per-i-traduttori.html" target="_blank">I dieci comandamenti per traduttori</a></span></li>
<li><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><a href="http://www.cosierepossi.com/2011/10/quiz-semiserio-per-traduttori.html" target="_blank">I sette peccati capitali dei traduttori editoriali</a></span></li>
<li><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><a href="http://www.cosierepossi.com/2011/08/quiz-che-lettore-sei.html" target="_blank">Che lettore sei?</a></span></li>
<li><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><a href="http://www.cosierepossi.com/2013/06/test-quanto-sei-pignolao-davanti-alle.html" target="_blank">Quanto sei pignola/o con le parole?</a></span></li>
<li><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><a href="http://www.cosierepossi.com/2013/12/test-personaggio-libri.html" target="_blank">Se fossi il personaggio di un romanzo, chi saresti?</a></span></li>
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<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">L'immagine è di Donatas Grinius, rilasciata con licenza CC BY-NC 2.0 e reperibile </span><a href="https://www.flickr.com/photos/vainpilot/5999130371/in/album-72157627210132519/" style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;" target="_blank">qui</a><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">. </span></div>
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Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-42767291097322692172017-06-11T15:46:00.000+02:002017-11-17T17:45:13.112+01:00Tradurre non è solo tradurre...Quando si pensa alla traduzione letteraria, a volte si crede che i traduttori affrontino il loro testo una sola volta, dall'inizio alla fine, e poi consegnino leggiadri la loro traduzione all'editore o al cliente.<br />
In realtà le <b>fasi del lavoro</b> sono molte di più e, quando consegniamo un libro, noi traduttrici editoriali lo abbiamo letto e riletto talmente tante volte che in certi casi siamo in grado di recitarne interi passaggi a memoria...<br />
<br />
La traduzione, infatti, è solo la prima di quelle che, secondo noi, sono le <b>cinque fasi fondamentali del lavoro</b> illustrate nell'infografica sotto (le prime tre si svolgono davanti al computer e le ultime due su carta).<br />
<br />
<b><span style="font-size: large;">1. </span></b>D'accordo, prima di tutto <b>il libro bisogna tradurlo</b>, cioè dobbiamo produrre un testo in italiano leggibile affrontando, oltre alla resa corretta dell'originale nella nostra lingua, anche tutti gli altri problemi presentati dalla versione originale:<br />
<ul>
<li>la <a href="http://www.cosierepossi.com/2011/03/tradurre-modi-di-dire-e-proverbi.html" target="_blank">traduzione di modi di dire e proverbi</a> (tra cui <a href="http://www.cosierepossi.com/2011/07/modi-di-dire-con-i-numeri.html" target="_blank">quelli con i numeri</a>)</li>
<li>la resa dei cosiddetti "realia", cioè le cose tipiche del mondo che stiamo traducendo, che purtroppo sono prive di un traducente nella nostra lingua di arrivo, come ad esempio le <a href="http://www.cosierepossi.com/2016/10/strategie-di-traduzione-scelte.html" target="_blank">sarde a beccafico del commissario Montalbano</a> sconosciute in Svezia, di cui abbiamo parlato qualche tempo fa</li>
<li>la traduzione di eventuali <a href="http://www.cosierepossi.com/2013/09/tradurre-parole-polisemiche-un-esempio.html" target="_blank">parole polisemiche</a> </li>
<li>quella, ben più difficile, dei versi poetici, se ce ne sono. In questo caso, infatti, oltre a conservare per quanto possibile il significato del testo originale, dobbiamo ricreare in italiano anche la rima e il ritmo; vedi ad esempio questo nostro articolo sulla <a href="https://www.nazioneindiana.com/2015/10/07/150-anni-di-alice-non-solo-alice-lewis-carroll-e-le-altre-bambine/" target="_blank">traduzione delle poesie di Lewis Carroll</a> e quest'altro su quella dei <a href="http://www.retididedalus.it/Archivi/2011/marzo/TRADUCENDO_MONDI/2_limerick.htm" target="_blank">limerick di Edward Lear</a>. </li>
</ul>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdbSUv6QHjpAqo9grzhcFkDXUUL-85ELRAMjpj1e7M7LSEGPG90IHdrrr8yuiTIwnNLHGrIMkR6qqgavTY3qRgV_JyoOhrp8bb4Ci4MqPHXnljtUh7FbsxeF-5YgLKiWd-Lt23D2H7T30/s1600/2637637080_f751513e6d_m.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="180" data-original-width="240" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdbSUv6QHjpAqo9grzhcFkDXUUL-85ELRAMjpj1e7M7LSEGPG90IHdrrr8yuiTIwnNLHGrIMkR6qqgavTY3qRgV_JyoOhrp8bb4Ci4MqPHXnljtUh7FbsxeF-5YgLKiWd-Lt23D2H7T30/s400/2637637080_f751513e6d_m.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
E non è finita qui:<br />
<div>
<ul>
<li>se nel testo originale si trovano citazioni di libri che sono stati tradotti in italiano, dobbiamo procurarceli e riportarle così come sono state pubblicate (il che implica frequenti viaggi in biblioteca, la richiesta di aiuto ai colleghi traduttori che dispongono di quei testi in italiano e la consultazione frenetica di <a href="https://books.google.it/" target="_blank">Google Books</a>, che consente di visualizzare un numero limitato di pagine di molti libri). </li>
<li>Se poi, come spesso ci capita, il testo è stato scritto da un autore del passato, può essere necessario aggiungere note esplicative e/o una breve introduzione con profilo biografico; a questo punto quindi non saremo più soltanto le traduttrici, ma anche le curatrici del volume.</li>
</ul>
Come facciamo tutto questo, lavorando a quattro mani? Semplice, dividiamo ogni libro a metà e lavoriamo in parallelo alla sua traduzione. In questa fase non ci imponiamo di risolvere in maniera definitiva tutti i problemi elencati sopra, ma almeno di proporre una o più soluzioni possibili; nel caso queste soluzioni non ci convincano, le evidenziamo in giallo.<br />
<br />
<div>
<b><span style="font-size: large;">2.</span></b> La fase successiva è l'<b>autorevisione</b>: si riprende in mano tutto il testo e ciascuna di noi confronta la parte tradotta dall'altra riga per riga con l'originale, per verificare che la traduzione sia corretta e per inserire le immancabili righe saltate (se a ogni poeta manca un verso, a ogni traduttrice manca una riga: quando si traduce se ne perde spesso qualcuna). Non solo: questa fase può anche essere una riscrittura, nella quale la lingua a volte un po' ingessata della prima versione trova maggiore fluidità.<br />
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Inoltre, il fatto di procedere un po' più rapidamente rispetto alla traduzione ci consente di vedere il testo da una maggiore distanza, come con lo zoom indietro: nella traduzione si sta "attaccate" all'originale e lo si segue parola per parola, nell'autorevisione ci si allontana di qualche passo e lo si studia con maggiore distacco, il che permette di cogliere eventuali errori di interpretazione e punti della traduzione da migliorare perché magari sono resi in modo un po' goffo. In questa fase è più facile intervenire sui temibili "giallini" (i termini o brani la cui resa non ci convince e che perciò avevamo evidenziato in giallo mentre traducevamo), ma è anche possibile inserirne di nuovi se in certi punti non si riesce a trovare una soluzione che ci soddisfi.<br />
<br />
L'autorevisione è doppia, nel senso che ogni giorno riprendiamo in mano le pagine che abbiamo rivisto il giorno precedente e le rileggiamo velocemente per vedere se c'è ancora qualche intervento da fare, dopodiché affrontiamo le nuove pagine di revisione che ci siamo assegnate.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1tPSnnnrpwBVJhMvyslGOBhDJiogRzIzZwq1uxypb7vUAm90dTBjzs5sqxMWGpDqzCPYhtd2Iy8R0O1gfExtNtVrkobqDqQS8Pksv_rXo5ff3EB8S8H6cXV-PaA16TWqPusBvKIwA3fA/s1600/16599843371_0cdba3f5f8_m.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="180" data-original-width="240" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1tPSnnnrpwBVJhMvyslGOBhDJiogRzIzZwq1uxypb7vUAm90dTBjzs5sqxMWGpDqzCPYhtd2Iy8R0O1gfExtNtVrkobqDqQS8Pksv_rXo5ff3EB8S8H6cXV-PaA16TWqPusBvKIwA3fA/s400/16599843371_0cdba3f5f8_m.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><b>3.</b> </span>Una volta terminata la revisione, si arriva alla terza fase, quella in cui finalmente affrontiamo i benedetti "<b>giallini</b>" che ci assillano. Riprendiamo il testo da capo alla ricerca dei punti evidenziati in precedenza e ci confrontiamo tra di noi e con i colleghi traduttori alla ricerca di una soluzione che rispetti l'originale e funzioni anche nella nostra lingua.</div>
<div>
<br />
In alcuni casi questa scelta non compete direttamente a noi, ma alla redazione, e allora segnaliamo la necessità di un intervento aggiungendo al testo un nostro commento tra parentesi quadre, in un colore diverso da quello della traduzione. Un esempio: in uno degli ultimi libri che abbiamo tradotto, un saggio contemporaneo dal francese, l'aggettivo <i>napolitain</i>, cioè "napoletano", veniva usato come sinonimo di "pigro, indolente". Dato il contesto, quella parola non era irrinunciabile e ci pareva che una traduzione letterale sarebbe risultata offensiva per i lettori italiani, perciò abbiamo segnalato il fatto alla redazione (proponendo come alternativa "bradipo").<br />
<ol>
</ol>
<b><span style="font-size: large;">4.</span></b> Risolti i famigerati "giallini", stampiamo il testo su carta (riciclata, eh!) e lo <b>rileggiamo</b> entrambe molto lentamente. A questo punto lo zoom indietro è ancora maggiore rispetto alla fase dell'autorevisione e possono saltare agli occhi eventuali incongruenze da segnalare all'autore/autrice, come il classico caso del personaggio che a pagina 10 ha venticinque anni e a pagina 45, quando nel romanzo sono passati pochi mesi, ne ha improvvisamente ventotto. Nella fase della traduzione non ce n'eravamo accorte perché eravamo troppo vicine alla parola, ma la visione più generale che si ha nella rilettura ci permette di scoprirlo.<br />
<br />
Questa fase, però, serve soprattutto a eliminare i refusi e a rifinire ulteriormente il testo, individuando le frasi che risultano ancora goffe e richiedono un ultimo intervento prima di inviare il file all'editore.<br />
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<b><span style="font-size: large;">5.</span></b> La quinta fase si svolge un po' di tempo dopo, quando la redazione ha finito di rivedere il testo da noi consegnato e il grafico ha impaginato il volume. È la <b>correzione delle bozze</b>, ossia una ripetizione della fase 4, stavolta non sul cartaceo di Word, ma su quello del Pdf. Come nella fase precedente, andiamo a caccia di refusi, goffaggini, incongruenze e di tutto ciò che ancora non funziona, dopodiché... si va in stampa! (<a href="http://www.cosierepossi.com/2016/12/refusi-errori-haiku.html" target="_blank">Sperando che nel testo non siano rimasti errori</a>.)<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXmAAEaFDxhFvA7HwhoFO05BlzSiMziHthEUeuPa16fdvcxVOhSzhzUZiqU_ibCQCWu20HjnY01HvpUdePFSx3aWHwPoN6lZMCXt1bJ0fY0wy_elldiJ2xOmdBDvDYUemnxLuB3P_S-Uo/s1600/Tradurre+non+%25C3%25A8+solo.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="1200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXmAAEaFDxhFvA7HwhoFO05BlzSiMziHthEUeuPa16fdvcxVOhSzhzUZiqU_ibCQCWu20HjnY01HvpUdePFSx3aWHwPoN6lZMCXt1bJ0fY0wy_elldiJ2xOmdBDvDYUemnxLuB3P_S-Uo/s1600/Tradurre+non+%25C3%25A8+solo.png" width="480" /></a></div>
<br />
Ecco, queste sono secondo noi le fasi della traduzione editoriale: il lavoro è lungo e articolato, perciò se si vuole che il risultato sia professionale bisogna affidarsi a professioniste/i (vedi il video del post intitolato <i><a href="http://www.cosierepossi.com/2013/10/video-errori-traduzione.html" target="_blank">Perché per le traduzioni è meglio ingaggiare un professionista...</a></i>)<br />
<br />
E tu, quale metodo usi per tradurre i tuoi testi? In che cosa è simile/diverso dal nostro?<br />
<br />
<br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Abbiamo realizzato l'infografica con <a href="http://www.canva.com/" target="_blank">Canva</a>; <span style="background-color: white; color: #444444;">s</span><span style="background-color: white; color: #444444;">e ti è piaciuta, puoi condividere il post usando le icone nel riquadro grigio qui sotto.</span></span><br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">La foto in alto, di WordShore, è disponibile <a href="https://www.flickr.com/photos/silversprite/2637637080/in/photolist-525zBo-7o5qB-DKaeH-pTRgQg-djKR-3fT1QS-eVLBmw-oKbjD7-KLcZ2-8fvAjK-7FfADA-7PG4et-hK1gjg-vC3gM-jaXM-afZSbU-7EgRAL-pTHe2Q-qbgmZZ-KLcYV-q8Z55b-525BCy-bFz52Z-6dvAg-9Y7sRc-aJx2Zv-6U73oq-apRWuB-5v3usA-bLtXdR-2vvYQ-aJx2HZ-4xzJLM-52mLNZ-cspt7s-hK23tU-525CzU-aJwXDg-dRh8A-521nwB-hK1HZS-7C8VsQ-5F8Ju1-52r175-dJXe9f-ty5F-sQE74z-8jxsaD-6UR5eg-4NwgsD" target="_blank">qui</a> e rilasciata con licenza CC BY-NC-ND 2.0, mentre quella a metà del post è di William Warby (disponibile <a href="https://www.flickr.com/photos/wwarby/16599843371/in/photolist-rhVoEu-r1rX9h-rhSx74-qmd1JT-rhVqML-rhVq6A-r1rXSm" target="_blank">qui</a> e rilasciata con licenza </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">CC BY 2.0).</span></div>
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Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-3570710009955358462017-06-05T18:28:00.001+02:002017-06-07T08:33:39.784+02:00Come conteggiare le battute di un pdf senza installare programmi?Se lavori in campo editoriale (ma anche se non lo fai), ti sarà capitato prima o poi di <b>dover calcolare quanti caratteri contenga un file pdf</b>.<br />
In particolare, se sei una traduttrice o un traduttore, può darsi che l'editore ti abbia inviato il pdf del libro da tradurre, visto che quasi <a href="http://www.cosierepossi.com/2014/01/aforismi-traduzione-e-traduttori.html" target="_blank">nessuno ti manda più il volume cartaceo originale</a> come si usava una volta. Magari sei tu che vuoi farti un'idea del numero di cartelle e dei relativi tempi di traduzione, oppure è la casa editrice stessa a chiederti un preventivo. Fatto sta che in qualche modo devi riuscire a capire quanti diavolo di caratteri contiene il tuo file, e a volte non è per niente facile.<br />
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Di recente ci siamo imbattute in un pdf particolarmente ostico da conteggiare e abbiamo deciso di affrontarlo in maniera scientifica utilizzando vari strumenti, in modo da poter poi annotare, e segnalare, la procedura più efficace. Eccola sintetizzata in questa <b>infografica</b>, che illustriamo di seguito in dettaglio.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisX5GMg10u1lk_OIvd7aonZ9DzyN8OXk6oZ7Sq-s5ghJznKWJ3jLhos7ImSboyz6dIhrJv08oIxA98QZfkXxmjBUta1g-MHpXNIw5VRaCSoxj2xlMQE8An2QyJIeXc7JAYdz4EIs00arg/s1600/conteggiare+pdf+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="792" data-original-width="613" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisX5GMg10u1lk_OIvd7aonZ9DzyN8OXk6oZ7Sq-s5ghJznKWJ3jLhos7ImSboyz6dIhrJv08oIxA98QZfkXxmjBUta1g-MHpXNIw5VRaCSoxj2xlMQE8An2QyJIeXc7JAYdz4EIs00arg/s640/conteggiare+pdf+%25281%2529.jpg" width="494" /></a></div>
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</div>
<br />
<b>Innanzitutto devi scoprire se il tuo pdf è stato generato usando un'applicazione, ad esempio Word, oppure è frutto di una scansione</b>. Come si fa? Semplice: se il file nasce da un programma, ingrandendo un dettaglio della pagina non perderai la nitidezza delle parole, mentre se è stato creato facendo una scansione, più ingrandisci, più i caratteri diventeranno illeggibili.<br />
<br />
<b>Se il tuo pdf è generato da un programma</b>, la soluzione è semplice e te la offre <b>Acrobat Reader</b> stesso: vai su File > Salva come altro e scegli il formato "Testo". Il tuo file verrà salvato con estensione txt, dopodiché potrai aprirlo con Word e conteggiare i caratteri come hai sempre fatto (ossia andando su Revisione > Conteggio parole oppure cliccando in basso a sinistra nello schermo dove trovi scritto "Parole"). In questo modo otterrai inoltre un testo editabile in Word, che però nella conversione acquisterà un sacco di spazi bianchi in più (quindi il conteggio dei caratteri spazi inclusi sarà un po' più alto del dovuto).<br />
Se vuoi un conteggio dei caratteri più preciso, ma non ti serve il testo editabile, puoi usare <a href="https://textomate.com/" target="_blank">Textomate</a>. Questo sito non richiede registrazioni e calcola velocemente e con precisione il numero di parole, caratteri spazi inclusi e spazi esclusi. Fa soltanto questo (cioè non ti fornisce il testo in altri formati), ma lo fa bene, e non soltanto con i pdf generati da applicazione: funziona anche con alcune scansioni.<br />
<br />
E veniamo ai pdf più spinosi: <b>se il file nasce da una scansione</b>, infatti, le cose si complicano un po'. Textomate a parte, abbiamo provato diversi <b>sistemi gratuiti che non richiedono l'installazione di programmi</b> e quello che è uscito vincitore dalla gara è stato <a href="https://ocr.space/" target="_blank">OCR Space</a>.<br />
OCR Space non richiede la registrazione e accetta file di più pagine, a differenza di altri sistemi, come <a href="https://www.onlineocr.net/" target="_blank">Online OCR</a> (che funziona altrettanto bene), i quali ti impongono di creare un profilo utente nel caso tu voglia convertire file che contengono più di una pagina (e se stiamo parlando di libri, beh...!).<br />
L'unico limite di OCR Space è che il <b>pdf da convertire non deve superare i 5 M</b>; se fosse di peso superiore, puoi comunque ridurne le dimensioni caricandolo su <a href="https://smallpdf.com/it/comprimere-pdf" target="_blank">Small pdf</a>, un altro sito gratuito che non richiede la creazione di un account.<br />
Il vantaggio di questi OCR rispetto a Textomate è che ti forniscono il testo editabile.<br />
<br />
Se la <b>scansione è particolarmente illeggibile </b>e questi sistemi non funzionano, pare che l'alternativa migliore sia <b><a href="https://www.abbyy.com/it-it/finereader/" target="_blank">Abbyy</a></b>: è un programma a pagamento da installare, che però offre anche una versione di prova di 30 giorni con la quale puoi convertire al massimo 3 pagine per volta (che non è l'ideale per i libri). Non l'abbiamo provato, ma dalle recensioni pare che sia ottimo e, se hai la necessità di dover conteggiare parecchi pdf molto brevi e recalcitranti e di doverli convertire in testo, puoi tentare l'esperimento.<br />
<br />
<b>Un'altra possibilità</b> che ti presentiamo, senza però averla sperimentata di persona, è l'uso di <b>Word 2013 o superiore</b>: pare che queste nuove versioni siano in grado di aprire i pdf (sia ottenuti con un'applicazione, sia con una scansione) utilizzando il semplice comando File > Apri. Il programma ti chiederà se accetti eventuali modifiche al file; bisogna cliccare Ok, dopodiché si può utilizzare il comando Salva con nome e salvare il file in formato Word, che permette di contare facilmente i caratteri e di lavorare sul testo.<br />
<br />
Facci sapere quali altre soluzioni conosci e buoni conteggi!<br />
<br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Abbiamo realizzato l'infografica con <a href="http://easel.ly/" target="_blank">easel.ly</a>; s</span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">e ti è piaciuta, puoi condividerla usando le icone nel riquadro grigio qui sotto. </span><br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Guarda anche gli altri <a href="http://www.cosierepossi.com/search/label/infografiche" target="_blank">post con le infografiche</a>.</span>Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-2308113779238952852016-12-27T15:49:00.002+01:002017-06-05T18:48:56.967+02:00Haiku del refuso<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Non c'è niente che faccia infuriare noi traduttrici e autrici, insieme a revisori, redattori e correttori di bozze, più dello sfogliare l'ultimo libro sul quale abbiamo lavorato e scoprire subito un refuso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Per prenderla con filosofia, abbiamo composto per voi questi haiku del refuso, da leggere lentamente e assaporare uno per uno in tutta la loro antica saggezza... buona lettura!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
Cento volte il tuo occhio si posa, </div>
<div style="text-align: center;">
ma ancora </div>
<div style="text-align: center;">
il refuso ti guarda e sorride.
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfIE161pGLSZ2hrzMo6IcBKRaO2E3zpe3i63BTQEtC-cKtp9Jk2lwLjjLr2gIY9uYv3XcVKXKDDUdnOZ9BAnU4BN7Sy1suWUKJW0Qx-yG0DUTfP9yc6J09dKs6wrq0jknWVLv-imZDq0k/s1600/640px-A_little_cuckoo_across_a_hydrangea%2528Haiga%2529_by_Yosa_Buson.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfIE161pGLSZ2hrzMo6IcBKRaO2E3zpe3i63BTQEtC-cKtp9Jk2lwLjjLr2gIY9uYv3XcVKXKDDUdnOZ9BAnU4BN7Sy1suWUKJW0Qx-yG0DUTfP9yc6J09dKs6wrq0jknWVLv-imZDq0k/s400/640px-A_little_cuckoo_across_a_hydrangea%2528Haiga%2529_by_Yosa_Buson.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
Sulla carta stampata </div>
<div style="text-align: center;">
ora brilla un errore: </div>
<div style="text-align: center;">
la bellezza del caos (o del caso).
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTMkVKxSPxVU7Uowb6KbzMC-5EjFyv0ox0xIL8Nb63PzkonzjSAa38Gadt47aw4DWrALkc8GQ6ko7FoBvTjG92JtJ0PaGyV1-Xe2E1fX__f2VpDpEUckeK5dWJGnB7ALeUSRvfjcg4ghk/s1600/404px-A_black_hawk_and_two_crows_by_Yosa_Buson.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTMkVKxSPxVU7Uowb6KbzMC-5EjFyv0ox0xIL8Nb63PzkonzjSAa38Gadt47aw4DWrALkc8GQ6ko7FoBvTjG92JtJ0PaGyV1-Xe2E1fX__f2VpDpEUckeK5dWJGnB7ALeUSRvfjcg4ghk/s400/404px-A_black_hawk_and_two_crows_by_Yosa_Buson.jpg" width="336" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
Tu non c’eri, “d” eufonica </div>
<div style="text-align: center;">
quando lessi le bozze: </div>
<div style="text-align: center;">
misteriosa presenza.
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNP3PPuwAPEIKmZhUii5iDoinHwkOcQLg1549O6aL0XCyJ5BBgvW6p0d1WH66tCRgV2rn6TGi5ss8e-EE40pVXtJfmA3RAQK2QU6Zf34U_HA-wfe3l-Z05YC6skeNEz5eKxe7c_sJh22M/s1600/171px-%2527Landscape_with_a_Solitary_Traveler%2527_by_Yosa_Buson.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNP3PPuwAPEIKmZhUii5iDoinHwkOcQLg1549O6aL0XCyJ5BBgvW6p0d1WH66tCRgV2rn6TGi5ss8e-EE40pVXtJfmA3RAQK2QU6Zf34U_HA-wfe3l-Z05YC6skeNEz5eKxe7c_sJh22M/s400/171px-%2527Landscape_with_a_Solitary_Traveler%2527_by_Yosa_Buson.jpg" width="142" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
Libro aperto a casaccio:</div>
<div style="text-align: center;">
d’improvviso, sull'errore</div>
<div style="text-align: center;">
si tuffa, il mio occhio.
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZtRLlD1Ti1bd7rFHlkzKwrueuvUlwXMqnzcZ7LNo3gD-v6Y_FoRH4y2CGBE_T21OmulKGKlvZqi53v_fC7uqCK8RaJOdn_oiTtjuxy8rqc8U4GlkOIpdCrlOFAe0_cSqgfwVlLPVE_Ac/s1600/640px-Liu_Bei_Visiting_Zhuge_Liang_by_Yosa_Buson_%2528Nomura_Art_Museum%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZtRLlD1Ti1bd7rFHlkzKwrueuvUlwXMqnzcZ7LNo3gD-v6Y_FoRH4y2CGBE_T21OmulKGKlvZqi53v_fC7uqCK8RaJOdn_oiTtjuxy8rqc8U4GlkOIpdCrlOFAe0_cSqgfwVlLPVE_Ac/s640/640px-Liu_Bei_Visiting_Zhuge_Liang_by_Yosa_Buson_%2528Nomura_Art_Museum%2529.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
Si va in stampa:</div>
<div style="text-align: center;">
non venire, refuso, </div>
<div style="text-align: center;">
a turbare i miei sogni stanotte.
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-9IBpgPwbmR4dIUNvi4B-NB5Vfy6lMyHEWK0NMEHiR9j3phyphenhyphenow18pXin0Wt-9vjaCPIhOGhe2ibIMUmL8r1EgGAAIO_t7BUHMCaCiG8bkoLGtytmsl4p2dWyJ4qwR2FHiQ13SZ0vGUNg/s1600/217px-White_Horse_and_Grooms_by_Yosa_Buson%252C_1760.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-9IBpgPwbmR4dIUNvi4B-NB5Vfy6lMyHEWK0NMEHiR9j3phyphenhyphenow18pXin0Wt-9vjaCPIhOGhe2ibIMUmL8r1EgGAAIO_t7BUHMCaCiG8bkoLGtytmsl4p2dWyJ4qwR2FHiQ13SZ0vGUNg/s400/217px-White_Horse_and_Grooms_by_Yosa_Buson%252C_1760.jpg" width="180" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
Ho corretto e sudato,</div>
<div style="text-align: center;">
ma l’errore è rimasto:</div>
<div style="text-align: center;">
ineluttabilità del destino.
</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1GqWwyREoUFmE1WfhmhJsQFaA_bimBAMeQrm1sIC0Tc6Q0V4CtyQW31I4_LOt_kAKeo4iTEcRTVGYjSPcNORGl1Yy70_ze6IzV-JnrkAOfDSUxUAzo41dzOvCqnqdp7hFQTkDKxi8-s8/s1600/640px-Snowclad_houses_in_the_night.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="134" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1GqWwyREoUFmE1WfhmhJsQFaA_bimBAMeQrm1sIC0Tc6Q0V4CtyQW31I4_LOt_kAKeo4iTEcRTVGYjSPcNORGl1Yy70_ze6IzV-JnrkAOfDSUxUAzo41dzOvCqnqdp7hFQTkDKxi8-s8/s640/640px-Snowclad_houses_in_the_night.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Se il post ti è piaciuto, condividilo cliccando sulle icone nel riquadro grigio sotto e leggi anche gli <a href="http://www.cosierepossi.com/2014/01/aforismi-traduzione-e-traduttori.html" target="_blank">Aforismi sulla traduzione editoriale</a> e un <a href="http://www.cosierepossi.com/2016/09/aforismi-sulla-traduzione.html" target="_blank">aforisma sui traduttori ispirato a Coco Chanel</a>.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><br /></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Le immagini sono di Yosa Buson (1716-1784), pittore e poeta giapponese, tra i maggiori autori di haiku, e sono di pubblico dominio (reperibili <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Yosa_Buson?uselang=it" target="_blank">qui</a>). Puoi leggere le sue poesie raccolte nel volume <i><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8877992603?ie=UTF8&camp=3370&creativeASIN=8877992603&linkCode=xm2&tag=wwwcosierep00-21" target="_blank">Sessantasei haiku</a></i>, edito da La vita felice. Ti consigliamo anche la corposa antologia dei massimi autori classici di haiku </span><span style="font-family: "courier new", courier, monospace;">curata da Elena Dal Pra per </span><span style="font-family: "courier new", courier, monospace;">Mondadori e intitolata </span><i style="font-family: "courier new", courier, monospace;"><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8804427205?ie=UTF8&tag=wwwcosierep00-21&camp=3414&linkCode=xm2&creativeASIN=8804427205" target="_blank">Haiku</a></i><span style="font-family: "courier new", courier, monospace;">.</span></div>
Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-77929780851502566412016-12-19T08:35:00.000+01:002016-12-19T08:36:24.009+01:00Buone feste!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQEg2Gs3TzQwNLDu4A2z5bcmYcQzSaE9BiHKjlL-pcfqppO4QmnCrFXOIBubBf4ysXIN-rVT-itASbwcDSJbRySJgA_gUZ52DVbdy4U4v_WVAbSifq3-NhdUcnKEvt5BQQ7Tf3_YoQfj8/s1600/www.cosierepossi.com.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="449" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQEg2Gs3TzQwNLDu4A2z5bcmYcQzSaE9BiHKjlL-pcfqppO4QmnCrFXOIBubBf4ysXIN-rVT-itASbwcDSJbRySJgA_gUZ52DVbdy4U4v_WVAbSifq3-NhdUcnKEvt5BQQ7Tf3_YoQfj8/s640/www.cosierepossi.com.png" width="640" /></a></div>
Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-25620696842332768132016-12-13T09:15:00.000+01:002017-06-15T04:47:57.237+02:00Quanto si guadagna in editoria? Donne e uomini a confrontoOggi ti proponiamo un rapido quiz: ammettiamo che tu lavori <b>nell'editoria</b> (ma puoi partecipare anche in caso contrario). Secondo te, <b>donne e uomini di questo settore guadagnano allo stesso modo?</b> Le traduttrici guadagnano quanto i traduttori? I revisori esterni quanto le revisore? Le correttrici di bozze quanto i correttori?<br />
<br />
Ecco le possibili risposte:<br />
<ol>
<li>Ma certo: siccome i compensi sono stabiliti in base alle cartelle lavorate, non può esserci alcuna differenza tra il reddito di una donna e quello di un uomo che producono lo stesso numero di cartelle per lo stesso editore. </li>
<li>Mmmh, forse qualche piccola differenza tra uomini e donne esisterà... magari la stessa che si registra in media in Italia. E che sarà mai?</li>
</ol>
Hai risposto 1? In effetti la logica indurrebbe a pensarla come te...<br />
...ma il rapporto Ires intitolato <i>Editoria invisibile. Un'inchiesta sui lavoratori precari dell'editoria </i>del 2013 ci racconta qualcosa di diverso, qualcosa di più simile alla risposta 2, come potrai vedere tra poco.<br />
<br />
Se hai risposto 2, hai indovinato e come premio ti proponiamo un ulteriore quiz, stavolta di cultura generale: <b>sai quanto hanno guadagnato in meno le donne italiane rispetto ai colleghi maschi con il loro stesso inquadramento, nel 2016?</b>
<br />
<div>
<ol>
<li>l'1%</li>
<li>il 6%</li>
<li>l'11%</li>
</ol>
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio1eGAF6wocPSETT2sAMIxBf7csCUxOLe6QzLk0qLa0uryl6D1PBXh4gXqH-sOwlzB0MBRO6Uxg8VNObcJtM0hQH2YAyaJ9l1VPdHQDzjrS5hkXC9l7yTb4CG0gcmJCf_88yBJri5b5ps/s1600/256px-Mind_the_gap1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEio1eGAF6wocPSETT2sAMIxBf7csCUxOLe6QzLk0qLa0uryl6D1PBXh4gXqH-sOwlzB0MBRO6Uxg8VNObcJtM0hQH2YAyaJ9l1VPdHQDzjrS5hkXC9l7yTb4CG0gcmJCf_88yBJri5b5ps/s1600/256px-Mind_the_gap1.png" /></a></div>
<br />
<div>
Ebbene sì, la risposta giusta è purtroppo la 3, ed esattamente il 10,9%, come puoi leggere nel <a href="http://www.repubblica.it/economia/2016/03/08/news/differenze_di_genere_la_paga_delle_donne_resta_piu_bassa_del_10_9_-134775233/" target="_blank">resoconto di <i>Repubblica</i></a>. Questo vuol dire ad esempio che, se sei <i>un </i>barista, guadagni 1000 euro, ma se invece sei <i>una </i>barista, per preparare gli stessi tè, caffè e cappuccini del tuo collega potresti guadagnarne poco meno di 900.</div>
</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tornando al <b>settore editoriale</b>, per quanto riguarda noi collaboratori esterni delle case editrici, il rapporto Ires a cui abbiamo accennato afferma che quasi 6 donne su 10 (il 58,7%) tra quelle intervistate percepivano una
retribuzione lorda annuale inferiore ai 15.000 euro, a fronte del 46,3% degli uomini. Le donne che lavorano nell'editoria, quindi, hanno uno svantaggio di oltre 12 punti percentuali sui colleghi maschi. Interessante, no? Noi non ce lo aspettavamo.<br />
<br />
E adesso veniamo all'ultimo test, per il quale però non ci sono risposte giuste o sbagliate, ma solo ipotesi: <b>come ti spieghi questa differenza retributiva tra uomini e donne nel settore editoriale (e non solo)?</b></div>
<div>
<ol>
<li>Le donne vorrebbero guadagnare di più, ma sono meno abili degli uomini a negoziare i compensi.</li>
<li>Gli editori si aspettano di dover pagare di più un uomo perché per convenzione è il "capofamiglia", quindi nella negoziazione sono più disponibili a concedergli compensi più alti.</li>
<li>Le donne sanno di potersi "appoggiare" al reddito dei loro compagni/mariti, quindi evitano di negoziare.</li>
<li>Le donne non pensano di meritare di più per il loro lavoro, quindi non negoziano; gli uomini invece sono più convinti delle loro capacità e negoziano per farsi pagare meglio.</li>
<li>Le donne si sentono già così fortunate di poter collaborare con un editore che non si pongono la questione del compenso; gli uomini invece sì.</li>
<li>Altro: specificalo nei commenti in calce al post!</li>
</ol>
<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-z3NuPzJcXaubpOWLlnPvYT01X_kpCgEw2UvPbuRHOwTvW77LiNXkBbKanU_ytRbmf2tU27mdMtBPLFPNzV3C1BHjbUnwKkltr8wj2t1CyYEBbur0XHSKmefHvALWKUAAUeqWi2YclC8/s1600/256px-Male_female_intersex_communication.svg.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-z3NuPzJcXaubpOWLlnPvYT01X_kpCgEw2UvPbuRHOwTvW77LiNXkBbKanU_ytRbmf2tU27mdMtBPLFPNzV3C1BHjbUnwKkltr8wj2t1CyYEBbur0XHSKmefHvALWKUAAUeqWi2YclC8/s400/256px-Male_female_intersex_communication.svg.png" width="400" /></a></div>
<b><br /></b>
<b>Se hai risposto 1</b>, in sostanza ritieni che la difficoltà delle donne nel guadagnare di più sia legata alla loro <b>incompetenza</b> nella negoziazione. </div>
<div>
Se ti riconosci in questo profilo, ti suggeriamo la lettura di qualcuno dei numerosi testi che esistono in commercio sulle capacità di negoziazione e come migliorarle (ad esempio quello segnalato in questo <a href="http://www.cosierepossi.com/2014/08/letture-tecniche-per-lestate.html" target="_blank">post sulle letture da non perdere</a>).</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Se hai risposto 2 o 3</b>, ritieni che la differenza retributiva sia dovuta alla <b>discriminazione</b>: secondo te, editori e collaboratrici editoriali sono dell'idea che gli uomini debbano essere pagati di più e che le donne si possano/debbano "appoggiare" al reddito dei loro partner maschi, ragion per cui la negoziazione tra le parti non decolla. </div>
<div>
Se condividi quest'idea, ci permettiamo di suggerirti una riflessione approfondita sulla questione della parità di genere, come quella che si trova ad esempio nel bel libro di Caterina Soffici <i><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8807171856?ie=UTF8&camp=3370&creativeASIN=8807171856&linkCode=xm2&tag=wwwcosierep00-21" target="_blank">Ma le donne no</a> </i>(Feltrinelli 2010).<br />
Se invece donne e uomini per te pari sono, prova il test <a href="https://implicit.harvard.edu/implicit/selectatest.html" target="_blank">Gender-Career IAT</a>, che misura quanto è forte la tua tendenza inconscia a collegare gli uomini alla carriera e le donne alla famiglia... i risultati potrebbero sorprenderti!</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Se infine hai risposto 4 o 5</b>, stai ponendo la questione sul piano dell'<b>autostima</b>: se pensi di dover migliorare questo aspetto, ti consigliamo il libro di Sheryl Sandberg, direttrice operativa di Facebook, intitolato <i><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8804629142?ie=UTF8&camp=3370&creativeASIN=8804629142&linkCode=xm2&tag=wwwcosierep00-21" target="_blank">Facciamoci avanti. Le donne, il lavoro e la voglia di riuscire</a> </i>(trad. it. di Sara Crimi e Laura Tasso, Mondadori 2013) e il sito <a href="http://leanin.org/" target="_blank">Lean In</a>, ispirato al libro.</div>
<br />
E buone negoziazioni a tutte!<br />
<br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Se il tema della parità di genere ti interessa, leggi anche gli altri post: <a href="http://www.cosierepossi.com/2013/09/sessismo-lingua-italiana.html" target="_blank">Cartelli... per soli uomini</a>, <a href="http://www.cosierepossi.com/2013/05/toponomastica-femminile-vie-dedicate.html" target="_blank">Via: sostantivo singolare. Femminile?</a>, <a href="http://www.cosierepossi.com/2012/05/una-lingua-per-le-donne.html" target="_blank">Una lingua per le donne</a>.</span><br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><br /></span>
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">L'immagine </span><i style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;">Mind the gap </i><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">di London Student Feminists è distribuita con licenza CC Attribution Share Alike 3.0 ed è reperibile </span><a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Mind_the_gap1.png" style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;" target="_blank">qui</a><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">; <i>Male and Female Communication</i> è un'elaborazione grafica </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">di pubblico dominio </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">realizzata da Nevit Dilmen e reperibile </span><a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Male_female_intersex_communication.svg" style="font-family: "Courier New", Courier, monospace;" target="_blank">qui</a><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">.</span><br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><br /></span>
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Se il post ti è piaciuto, condividilo cliccando sulle icone nel riquadro grigio sotto.</span></div>
</div>
Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-58220709360228660392016-11-29T08:43:00.000+01:002017-06-05T19:08:03.490+02:00Alle radici della creatività: come lavora un grafico editoriale<b>Come fanno i grafici editoriali a trasformare in immagini, ad esempio in una bella copertina, l’essenza di un romanzo?</b><br />
<br />
Noi ce lo chiediamo spesso, di fronte a copertine o locandine particolarmente azzeccate, con una sconfinata ammirazione per chi sa fare questo lavoro. In passato abbiamo dedicato all'argomento anche un altro paio di post: <i><a href="http://www.cosierepossi.com/2011/08/scelta-della-copertina-libro.html" target="_blank">Come vengono scelte le copertine dei libri</a></i> e <i><a href="http://www.cosierepossi.com/2011/01/non-si-giudica-un-libro-dalla-copertina.html" target="_blank">Non si giudica un libro dalla copertina… o forse sì</a></i>.<br />
<br />
Stavolta, per approfondire la questione, abbiamo intervistato un grafico, il bravissimo <a href="https://tirezsurlegraphiste.wordpress.com/" target="_blank">Tirez sur le graphiste</a>, cercando di scoprire i suoi segreti. Tra le altre cose, Tirez sur le graphiste realizza le locandine delle presentazioni di libri che si tengono presso una libreria indipendente di Pistoia che ti consigliamo di visitare, <a href="https://lesbouquinistes.wordpress.com/" target="_blank">Les Bouquinistes</a>.<br />
<br />
Ecco quello che gli abbiamo chiesto.<br />
<br />
<b>Come si accende la scintilla creativa che ti permette di raccontare con un’immagine il contenuto della presentazione di un libro? </b><br />
Di solito cerco di capire di cosa tratta il libro, ma sempre tenendo presente che non sto disegnando una copertina: sto disegnando la locandina della presentazione, che è una cosa diversa.<br />
Poi passo alla ricerca delle immagini per farmi ispirare: vado su Google e vedo che cosa esce digitando qualche parola chiave legata al libro. Ad esempio, per il vostro graphic novel su Seveso era venuta fuori la foto delle pecore morte che mi aveva colpito molto.<br />
A quel punto creo una cartellina in cui inserisco le immagini che mi sono rimaste più impresse.
Faccio macerare il tutto mentre porto avanti gli altri lavori: ogni tanto riapro la cartellina e mi soffermo per un po’ sulle immagini raccolte per vedere se mi viene qualche idea.<br />
Dopo un paio di giorni mi metto al lavoro sulla parte grafica vera e propria: disegno qualche elemento che mi è venuto in mente nel frattempo, provo gli abbinamenti di colori e vado avanti finché il risultato non mi soddisfa.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiowZUg_QFCSByz36MXP1zi2DqZ_MILg0lH4CyDfgWGyxGl8HE7g3r1AigxQozApT043N3y8sGwo9XipEJAOzH5lp0KUw_MzoJa4_4RHPhLPsx3fWT53X1PmTb5_qaEer1LN2-ANmrQOUQ/s1600/22-seveso.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiowZUg_QFCSByz36MXP1zi2DqZ_MILg0lH4CyDfgWGyxGl8HE7g3r1AigxQozApT043N3y8sGwo9XipEJAOzH5lp0KUw_MzoJa4_4RHPhLPsx3fWT53X1PmTb5_qaEer1LN2-ANmrQOUQ/s640/22-seveso.jpg" width="449" /></a></div>
<br />
<b>Ma come ti viene l’idea davvero creativa, che lascia a bocca aperta chi guarda la locandina, come ad esempio quella per il <a href="http://www.cosierepossi.com/p/libri_14.html#seveso" target="_blank">graphic novel su Seveso</a> in cui le nubi del cielo si trasformano in pecore morte sulla terra? </b><br />
Succede in un attimo, non saprei dirti come. In quel caso, avevo già disegnato un prato verde con le pecore morte, ma non il cielo; all'inizio avevo pensato di lasciare vuoto lo spazio in alto per inserirci il testo, poi, siccome la nube era venuta dal cielo, ho pensato di metterci delle nuvole.<br />
Stavo ragionando su come realizzarle, perché spesso quando rappresenti le nuvole ti vengono come le disegnano i bambini, fatte di tanti semicerchi accostati. Poi, guardando l’immagine delle pecore, ho visto che già quelle erano come nuvole e in un lampo mi è venuta l’idea delle nubi del cielo che si trasformavano in pecore morte sulla terra.<br />
Per i colori, ho scelto quelli di una natura rigogliosa e sana, in modo da creare il contrasto con la nube tossica.<br />
<br />
<b>A proposito di colori, le tue locandine hanno spesso tonalità molto accese o insolite. Come le scegli?</b><br />
La scelta è piuttosto rapida: a volte mi guida un elemento del testo, ad esempio nella locandina di <i><a href="https://www.amazon.it/gp/product/8874628099?ie=UTF8&tag=wwwcosierep00-21&camp=3414&linkCode=xm2&creativeASIN=8874628099" target="_blank">Ossa, cervelli, mummie e capelli</a></i> il corpetto di Mozart era cremisi e da lì mi è venuto in mente di inserire uno sfondo contrastante, come l’arancione.<br />
Nel mio lavoro studio spesso le palette di colori per cercare nuove ispirazioni e, quando poi passo alla realizzazione, la scelta è istintiva.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEienXKGeUSmynXdXIGohQ5YBOhFy2oAAotLS0exDQAvFoSaiBBEDHf_mqIDebEHs35Z_sHKUIMEdZT1vrr8AiK75V7vsRU4Fd05c1OAP1hfLWxE3ElyICZznUwQnsUQiKjtUXzS5PgsyUM/s1600/23-castronuovo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEienXKGeUSmynXdXIGohQ5YBOhFy2oAAotLS0exDQAvFoSaiBBEDHf_mqIDebEHs35Z_sHKUIMEdZT1vrr8AiK75V7vsRU4Fd05c1OAP1hfLWxE3ElyICZznUwQnsUQiKjtUXzS5PgsyUM/s640/23-castronuovo.jpg" width="449" /></a></div>
<br />
<b>Quanto tempo impieghi a realizzare una locandina? </b><br />
Dopo i due giorni in cui lascio macerare le idee, il lavoro di grafica vero e proprio richiede circa tre ore.<br />
<br />
<b>Ci sono mai ripensamenti? </b><br />
Spesso non ne ho il tempo, ma anche quando posso realizzare più versioni finite della stessa locandina, mi ritrovo a tornare alla prima o al massimo alla seconda idea che mi era venuta.<br />
<br />
<b>Quali emozioni ti guidano durante il lavoro? </b><br />
Soprattutto la curiosità, il desiderio di giocare con i vari elementi, di combinarli alla ricerca di un risultato che mi soddisfi. Questo vale se ho tempo a sufficienza, perché se invece devo svolgere troppi lavori contemporaneamente, domina la fretta e sono costretto a lasciare il gioco in secondo piano.<br />
<br />
Dopo l'intervista, grazie a quello che ci ha rivelato Tirez sur le graphiste abbiamo tratto la conclusione che <b>la scintilla creativa nasce dall'unione di tre elementi</b>:<br />
<ul>
<li><a href="http://www.cosierepossi.com/2012/10/passione-talento-tempo-successo.html" target="_blank">una lunga esperienza alle spalle</a> e un costante lavoro di aggiornamento e ricerca </li>
<li>un po’ di tempo a disposizione per poter sperimentare </li>
<li>un atteggiamento di curiosità, il desiderio di giocare con il progetto in corso e di trovare soluzioni soddisfacenti. </li>
</ul>
E ci sembra che questo possa valere per tutti i lavori creativi, compreso il nostro.<br />
Ringraziamo Tirez sur le graphiste per aver condiviso con noi le sue intuizioni!<br />
<br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Se l’argomento ti interessa, ti consigliamo di leggere anche <i><a href="http://www.cosierepossi.com/2010/12/da-dove-vengono-le-idee.html" target="_blank">Da dove vengono le idee?</a></i>, che indaga i modi in cui possiamo stimolare l'intuizione, e <i><a href="http://www.cosierepossi.com/2011/03/9-spunti-per-essere-piu-soddisfatti-sul.html#more" target="_blank">9 spunti per essere più soddisfatti sul lavoro</a></i>, in cui parliamo dello stato di flusso, ossia dei momenti di grande concentrazione e creatività che ci fanno sentire bene e realizzare le nostre opere migliori.</span>Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-55039329890255079032016-10-27T10:41:00.001+02:002017-06-15T12:02:00.912+02:00Che cosa si fa quando si traduce? Il grande gioco della traduzione letterariaChe cosa fanno veramente i traduttori letterari quando traducono?<br />
Non tutti lo sanno, perciò abbiamo pensato di proporti il <b>grande gioco della traduzione </b>per farti conoscere meglio il mondo dei traduttori, anche se magari il tuo lavoro è tutt'altro.<br />
<br />
Ed ecco qua il gioco: ammettiamo che tu sia una traduttrice letteraria svedese (non importa se in svedese non sai dire nemmeno "ciao"!) e che debba tradurre nella tua lingua l'incipit de <i><a href="https://www.amazon.it/gp/product/B00885RJU8?ie=UTF8&camp=3370&creativeASIN=B00885RJU8&linkCode=xm2&tag=wwwcosierep00-21" target="_blank">Il ladro di merendine</a></i>, un libro di Camilleri con il commissario Montalbano di cui avevamo già parlato <a href="http://www.cosierepossi.com/2013/10/traduzioni-di-montalbano-camilleri.html" target="_blank">qui</a>:<br />
<br />
"<i>S'arrisbigliò malamente: i linzòla, nel sudatizzo del sonno agitato per via del <b>chilo e mezzo di sarde a beccafico</b> che la sera avanti si era sbafàto, gli si erano strettamente arravugliate torno torno il corpo, gli parse di essere diventato una mummia.</i>"<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXiJ81WFscUu1oi5jzqDGZHIrmT-xrS1dMh-58VsXdVRbpmBOCc452pd2WMGyHrDzu7AxlrrRnX1kjq35TO1pr0rYgyDoydWMNzRW_C91GNiJMHJtRau5tY3eRPSMor9ZPZRBFYvkXMtM/s1600/640px-Sarde_a_beccafico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" border="0" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXiJ81WFscUu1oi5jzqDGZHIrmT-xrS1dMh-58VsXdVRbpmBOCc452pd2WMGyHrDzu7AxlrrRnX1kjq35TO1pr0rYgyDoydWMNzRW_C91GNiJMHJtRau5tY3eRPSMor9ZPZRBFYvkXMtM/s320/640px-Sarde_a_beccafico.jpg" title="Di franzconde from Amsterdam, The Netherlands - sarde a beccaficu, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18833963" width="320" /></a></div>
<b><br /></b>
Non lasciarti impressionare dal siciliano del testo e nemmeno dal fatto che non sai lo svedese, ma soffermati solo sulle <b>sarde a beccafico </b>e sulla lingua italiana, perché su queste si concentrerà il nostro gioco.<br />
<b>Come puoi far capire ai tuoi lettori svedesi che cos'è questo piatto?</b><br />
<br />
Be', innanzitutto devi scoprirlo tu: il primo passo di ogni traduzione consiste infatti nel <b>documentarsi per capire di che cosa si sta parlando</b>. Nemmeno noi, che siamo italiane ma non siciliane, sapevamo come si prepara questa pietanza prima di andare in Sicilia, e forse nemmeno tu, traduttrice svedese, ne hai la più pallida idea.<br />
<br />
Nel caso nostro abbiamo condotto una piacevole <b>ricerca sul campo</b> durante l'ultimo viaggio sull'isola, scoprendo che le sarde a beccafico sono grosse sardine al forno farcite di pangrattato, aglio, prezzemolo, pinoli e uvetta. Questo è sicuramente il modo più divertente e completo per imparare le usanze del mondo dal quale traduci, ma richiede tempo e viaggi.<br />
<br />
Tu, invece, sarai seduta alla tua scrivania a Malmö e avrai fretta di consegnare la traduzione, quindi ti documenterai subito su <b>internet</b> (per le sarde a beccafico, ad esempio, esiste una pagina di Wikipedia in <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Sarde_a_beccafico" target="_blank">italiano</a> e in <a href="https://de.wikipedia.org/wiki/Sarde_a_beccafico" target="_blank">tedesco</a>, e la ricetta si trova in moltissime altre lingue) e magari in <b>biblioteca</b>.<br />
<br />
Una volta scoperto di che cosa si tratta, però, ti rimane la parte più spinosa della questione: <b>come </b><b>raccontare le sarde a beccafico agli svedesi?</b><br />
<br />
Potrai adottare <b>diverse strategie</b>, ognuna delle quali ha i suoi pro e contro. Scegli quella che ti sembra più adatta e troverai i nostri commenti alla fine del post.<br />
<br />
<b>Allora, come traduci "sarde a beccafico" in svedese?</b><br />
<ol>
<li>Semplice: <b>non ti poni il problema</b>. Salti tutta la frase incriminata e ti limiti a tradurre le righe sopra e quelle sotto.</li>
<li>Ti poni il problema e <b>decidi di non tradurre l'espressione</b>: lasci <i>sarde a beccafico </i>in italiano.</li>
<li><b>Spieghi </b>ai tuoi lettori com'è la ricetta, dicendo che il commissario Montalbano aveva mangiato un chilo e mezzo di “grosse sardine farcite di pangrattato, aglio, prezzemolo, pinoli e uvetta”.</li>
<li>Fai mangiare al tuo commissario <b>un piatto di pesce tipicamente svedese</b>, che i tuoi lettori riconosceranno sicuramente: "un chilo e mezzo di aringhe marinate".</li>
<li>Fai mangiare al commissario <b>un piatto tipicamente siciliano già noto al pubblico svedese</b>: "un chilo e mezzo di cannoli".</li>
<li>Dal momento che in Svezia le sardine le conoscete bene, e che le sarde a beccafico in fondo sono grosse sardine zeppe di ogni bendidio, <b>generalizzi un po' </b>traducendo "sardine ripiene". </li>
</ol>
<b>Hai fatto la tua scelta? Bene, vediamo i pro e i contro di ogni strategia!</b><br />
<ol>
<li><b>Eliminazione</b>. Il pro è che ti risparmi una bella fatica, ma il contro è che stai facendo un'operazione scorrettissima: se sei una traduttrice, devi tradurre, non tagliare! Per citare un caso estremo, in Italia questa strategia si utilizzava durante il periodo fascista, eliminando dai libri stranieri che venivano tradotti nella nostra lingua i comportamenti disapprovati dal regime (aborto, incesto, pacifismo, emancipazione femminile, comunismo).</li>
<li><b>Esotizzazione</b>. Il vantaggio, anche in questo caso, è che ti risparmi la fatica di tradurre, ma il problema è che il lettore non capirà che cosa avesse mangiato di preciso Montalbano. In questo caso, a volte si fornisce la spiegazione in una nota del traduttore a piè di pagina oppure (se le espressioni "esotiche" sono tante) in un glossarietto in fondo al libro.</li>
<li><b>Spiegazione</b>. Pro: è molto precisa. Contro: è molto lunga, perché invece di tre parole hai inserito una frase intera, perciò rischi di spezzare il ritmo della narrazione.</li>
<li><b>Omologazione</b>. I lettori svedesi capiranno che Montalbano ha mangiato un piatto di pesce, ma dov'è andata a finire l'ambientazione siciliana? </li>
<li><b>Sostituzione</b>. Qui sei riuscita a conservare la sicilianità del racconto, ma hai fatto mangiare a Montalbano un dolce invece di un pesce.</li>
<li><b>Generalizzazione</b>. Pro: rendi abbastanza bene l'idea. Contro: perdi il dettaglio tipicamente italiano e siciliano del beccafico, per cui Montalbano potrebbe trovarsi in molti paesi del mondo.</li>
</ol>
<div>
In ogni strategia a un "pro" corrisponde un "contro" più o meno importante. Se stavi cercando <b>la risposta giusta</b>, la soluzione valida per tutti i casi di questo genere, dobbiamo quindi confessarti che non è facile da trovare: tolta la numero 1, che per i traduttori è eticamente scorretta, tutte le altre possono essere usate e di fatto vengono usate valutando di volta in volta il contesto. (Se vuoi sapere come i veri traduttori di Camilleri hanno affrontato la traduzione di espressioni simili, leggi anche <a href="http://www.cosierepossi.com/2013/10/traduzioni-di-montalbano-camilleri.html" style="font-style: italic;" target="_blank">Come tradurre il dialetto? Il caso Montalbano</a>).<br />
<br />
Per avvicinarci a una soluzione che ci fornisca più "pro" e meno "contro", possiamo anche <b>mixare le strategie </b>riportate sopra, traducendo ad esempio in svedese la parola "sardine" (come nei casi 3 e 6) e lasciando in italiano <i>a beccafico</i> (come nel 2), oppure cercare altre soluzioni creative di questo genere.<br />
<br />
A ogni modo, il nostro lavoro consiste nella <b>continua ricerca di una perfezione impossibile</b>, perché riuscire a veicolare un aspetto del testo significa spesso dover rinunciare a un altro: sta a noi decidere cosa dobbiamo conservare nella traduzione e cosa possiamo perdere, e questa decisione è spesso difficile.<br />
<br />
Inviaci le tue soluzioni creative e... <i>bon appétit</i>!
<br />
<br />
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<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">La foto delle sarde a beccafico, di franzconde, è rilasciata con licenza CC BY 2.0 e disponibile <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Sarde_a_beccafico#/media/File:Sarde_a_beccafico.jpg" target="_blank">qui</a>.</span><br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><br /></span></div>
Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-6643039775668137442016-10-13T09:49:00.002+02:002017-06-15T04:50:02.820+02:00Se la tua scrittrice preferita ti lascia in crisi di astinenza...Hai appena finito di leggere con immensa soddisfazione l'ultima riga dell'ultima pagina dell'ultimo libro della tua autrice preferita. Posi il volume sul divano e indugi felice nel mondo dorato di quel romanzo meraviglioso, riflettendo sull'ineguagliabile maestria con cui è stato scritto.<br />
<br />
Dopo un istante ti assale un pensiero terribile, che si fa strada dentro di te mandando in pezzi le visioni incantate che hai davanti agli occhi: q<i>uello è l'ultimo, ma proprio l'ultimo libro della tua autrice più amata: adesso ti tocca aspettare il prossimo, che chissà quando uscirà.</i><br />
<br />
Il senso di vuoto è tremendo, di colpo ti senti mancare la terra sotto i piedi, ti accasci sul divano come se ti si fosse squagliata la spina dorsale e un urlo ti sfugge dalla bocca spalancata in stile Munch: "Nooooo! E adesso che cosa leggo?!".<i> </i>La convinzione di non trovare più un libro così bello si è ormai radicata nelle tue viscere e ti causa un abbattimento che nulla potrà dissipare.
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8u9yn_bxsO8vitmZIMnwbph9yNUbuNFDbsvwNdgY-XQan6seW5JEsjrAZl6Vy3EvzOmgRtM-B1MnIS92FOleAGaGebgb3evaoTAFxs7m7arsfz6KxR1P_BP23qBnEESlcE9fZ1IiQxmk/s1600/non+trover%25C3%25B2+niente+da+leggere.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="452" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8u9yn_bxsO8vitmZIMnwbph9yNUbuNFDbsvwNdgY-XQan6seW5JEsjrAZl6Vy3EvzOmgRtM-B1MnIS92FOleAGaGebgb3evaoTAFxs7m7arsfz6KxR1P_BP23qBnEESlcE9fZ1IiQxmk/s640/non+trover%25C3%25B2+niente+da+leggere.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
Se, come noi, soffri di crisi di astinenza non appena finisci di leggere qualcosa di bello, puoi provare un sito che forse ti aiuterà a risolvere questo terribile problema che affligge la comunità dei lettori: <a href="http://www.literature-map.com/" target="_blank">LiteratureMap</a>.<br />
<br />
Basta inserire il nome dell'autrice o dell'autore che preferisci e il sito gli costruirà intorno una mappa con i nomi di altri scrittori che, stando alle scelte più diffuse, vengono letti dalle stesse persone.<br />
Ad esempio, se alla maggior parte di coloro che hanno contribuito al sito piacciono moltissimo sia Jane Austen sia Agatha Christie, le due autrici verranno presentate sulla stessa mappa, e i loro nomi saranno anche molto vicini tra loro.<br />
<br />
In questo modo puoi inserire la scrittrice che ti ha mandato in crisi di astinenza e vedere quali nomi compaiono più vicini al suo: secondo gli autori del sito, ci sono buone probabilità che ti piacciano moltissimo, e allora cosa aspetti? Corri in libreria o in biblioteca e verifica se questo metodo funziona, poi facci sapere nei commenti.<br />
<br />
Buone letture!<br />
<br />
P.S.: Forse ti interesserà sapere che il sito fornisce, con gli stessi criteri, anche la <a href="http://www.music-map.com/" target="_blank">MusicMap</a> e la <a href="http://www.movie-map.com/" target="_blank">MovieMap</a>, per cercare cantanti e film che ami.<br />
<br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Se l'argomento ti interessa, leggi anche i post "<a href="http://www.cosierepossi.com/2014/02/consigli-libri-da-leggere.html" target="_blank">Se ti piace un certo libro...</a>" e "<a href="http://www.cosierepossi.com/2011/01/vuoi-sapere-se-il-libro-ti-piacera-vai.html" target="_blank">Vuoi sapere se un libro ti piacerà? Vai a pagina 99</a>"</span><br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><br /></span>
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">L'immagine è un'elaborazione grafica di Francesca a partire da un'illustrazione </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">di pubblico dominio tratta </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">da </span><i style="font-family: "courier new", courier, monospace;">American Homes and Gardens </i><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">del 1905.</span>Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-33832399317295515822016-10-04T15:55:00.000+02:002017-06-05T18:58:33.362+02:00Al computer... senza dolori!L'hai notato? <b>In vacanza stavi da dio</b> e non avevi nemmeno un dolore, <b>ma appena riprendi a lavorare alla scrivania il tuo corpo si mette a protestare</b>: schiena, collo e spalle non ne vogliono sapere di ritrovarsi bloccati nella stessa posizione per tante ore di fila, e i polsi non ci pensano proprio a compiere movimenti ripetitivi con il mouse per tutta la giornata... ma come, li avevi lasciati liberi di fare quello che volevano, e ora li vuoi irrigidire di nuovo davanti al computer?<br />
<br />
Per lavorare senza soffrire, abbiamo sperimentato un paio di <b>nuovi oggetti ergonomici </b>che stanno cambiando la nostra vita lavorativa e forse possono essere utili anche a te.<br />
<br />
Il primo, <b>se hai bruciori o dolori all'avambraccio e al polso</b>, è il <b>mouse verticale</b>: funziona allo stesso modo di quello classico (quindi ci si abitua in pochissimo tempo), ma consente di tenere il braccio appoggiato in una posizione più naturale, cioè di taglio, evitando così di schiacciare il polso contro la scrivania e di sollevare faticosamente le dita per girare la rotellina o cliccare sui tasti.<br />
È proprio questo insieme di fattori che, a lungo andare, stanca le articolazioni di polso e avambraccio, provocando o facendo peggiorare sindrome del tunnel carpale ed epicondilite (o tendinite del gomito).<br />
<br />
Questo è il mouse wireless di Alessandra, della Anker, che <a href="https://www.amazon.it/gp/product/B00BIFNTMC?ie=UTF8&tag=wwwcosierep00-21&camp=3414&linkCode=xm2&creativeASIN=B00BIFNTMC" target="_blank">si trova su Amazon</a> a prezzi molto contenuti, e che ha contribuito a farle passare un'epicondilite fastidiosa:<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.amazon.it/gp/product/B00BIFNTMC?ie=UTF8&tag=wwwcosierep00-21&camp=3414&linkCode=xm2&creativeASIN=B00BIFNTMC" target="_blank"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg5mPkRAt-6pl4LpGJGjtg9JjPFp9vcPDBpipNCjvYqZ9K_I36JDBS3nLDbgCftq1QqdSnDH0TyYSyNAHIgZETzQ_72UFfodwyxAiKSLC6TrcuYD9SpIuXgJ2_IzdyEd-KVHEonM1_VO0/s320/mouse+verticale+anker.jpg" width="320" /></a></div>
Se i pregi di questo oggetto sono notevoli, c'è da dire che presenta anche qualche <b>difettuccio</b>: a differenza del mouse classico, risulta un po' meno preciso nel puntamento, perché quando la mano è appoggiata di taglio ha movimenti meno fini. Inoltre, il passaggio dalla tastiera al mouse a volte è un po' più lento, perché la verticalità del mouse costituisce un (piccolo) ostacolo contro il quale la mano qualche volta può scontrarsi.<br />
<br />
Se le braccia non ti danno problemi, ma hai <b>dolori a schiena e spalle</b>, puoi provare a <b>cambiare seduta</b>: le tipiche sedie da ufficio avvolgenti, nelle quali si tende ad afflosciarsi contro lo schienale, costringono la spina dorsale in posizioni che sul momento possono anche apparire comode, ma a lungo andare risultano nocive.<br />
Bisogna trovare un tipo di seduta che permetta di tenere:<br />
<ul>
<li>le braccia appoggiate alla scrivania (il gomito dovrebbe formare un angolo di circa 90°), la testa leggermente china e abbastanza lontana dal monitor</li>
<li>la schiena in posizione eretta e le spalle dritte e aperte.</li>
</ul>
<div>
Per questo Francesca si è procurata una sedia ergonomica dell'Ikea simile a questa (che è di <a href="https://www.amazon.it/gp/product/B008R69190?ie=UTF8&tag=wwwcosierep00-21&camp=3414&linkCode=xm2&creativeASIN=B008R69190" target="_blank">marca Cinius</a>; il 5 giugno 2017 un'amica ci ha detto di aver contattato l'Ikea per acquistare la sedia ma di aver saputo che adesso è fuori produzione), sulla quale si sta in ginocchio:<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.amazon.it/gp/product/B008R69190?ie=UTF8&tag=wwwcosierep00-21&camp=3414&linkCode=xm2&creativeASIN=B008R69190" target="_blank"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEji3SHfOTLtsZbfqg92msJMB8vAwiRSMQCsR517Tauhnc4J0QjygDAofPR1WAHIYKQHwoSz7GTcwoM50ihsdigmpK2nmnKBpQ8Q49lnjWRBuE2Db0tb2mr51qMQ9H1AZ41uIq1W4GHsi4Y/s320/sedia+ergonomica+senza+schienale+inginocchiatoio.jpg" width="273" /></a></div>
Contrariamente a quello che potrebbe sembrare, la sedia è comodissima, e dopo i primi momenti di adattamento <b>non si sente affatto la nostalgia dello schienale</b>. Il sedile in discesa impone alle gambe di formare con il busto un angolo inferiore ai 90° della sedia tradizionale e invita ad appoggiare le ginocchia sulla parte imbottita in basso; in questo modo <b>le spalle si aprono, la schiena sta ben dritta e i dolori alla schiena spariscono</b>. Questo tipo di sedia ovviamente è sconsigliato a chi ha problemi alle ginocchia o una cattiva circolazione agli arti inferiori.<br />
<br />
Esistono anche versioni basculanti della sedia, che impongono un costante movimento al bacino per trovare l'equilibrio; chi le ha (la spesa è impegnativa) ci ha riferito che sono ottime per la schiena.</div>
<br />
Se vuoi <b>saperne di più sulle sedie ergonomiche</b>, leggi <a href="http://www.nerdgranny.com/la-sedia-che-mi-compro-quando-cho-pila" target="_blank">questo articolo</a> dettagliatissimo, scritto da una persona che ha speso gli ultimi cinque anni a provarle tutte e poi le ha recensite.<br />
<br />
E l'ultima frontiera sembra essere quella di cui ci hanno parlato alcuni colleghi traduttori del nord Europa: abbandonare la sedia e <b>lavorare in piedi</b>, utilizzando una scrivania alta che permetta di tenere le braccia piegate a 90°. Magari un giorno ci proveremo anche noi!<br />
<br />
E tu che cosa fai per lavorare senza dolori?Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-12550873173885048072016-09-09T16:48:00.002+02:002016-09-09T19:21:26.498+02:00Coco Chanel e la traduzione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcuUWMBgjC8M7lf64HtzBjRa23cIBo1nyH62VWlDRW4c8mb-kYWW0cWrDuUDIn8PVpj2A8uWTd1jaNNIg3X7sciz64vVvEg3id7lE_anTjKTNhaovaWl6kYIDzWdiOe8NgoMs-HrwX3Ss/s1600/traduzione+e+coco+chanel.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcuUWMBgjC8M7lf64HtzBjRa23cIBo1nyH62VWlDRW4c8mb-kYWW0cWrDuUDIn8PVpj2A8uWTd1jaNNIg3X7sciz64vVvEg3id7lE_anTjKTNhaovaWl6kYIDzWdiOe8NgoMs-HrwX3Ss/s640/traduzione+e+coco+chanel.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
(Parafrasando Coco Chanel, che pare abbia detto: "Vesti male e noteranno il vestito, vesti bene e noteranno la donna".)<br />
<br />
<span style="font-family: Courier New, Courier, monospace;">L'immagine è una nostra elaborazione della foto di Marion Golstejin rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0 e disponibile <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Coco_Chanel#/media/File:Coco_Chanel_tentoonstelling.JPG" target="_blank">qui</a>.</span>Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-34329732858980451702016-05-29T19:44:00.000+02:002017-05-06T21:42:12.292+02:00In che modo si traducono i romanzi?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXTViYS9WZIhkZfmYPXCQ1LK7g8ShphEoIA4uSagnO1BG3tLjXgjkZmsf65v6h_K9uMPe7Q883r_kQDo2rnVIVgapXIXoYxq3qSKIcIxCRCr0JxrIdmTAG1-awJD-aLcOcgV8pkwXsLUk/s1600/how+novels+get+translated-tom+gauld.jpg" /> </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">(La vignetta di <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Tom_Gauld" target="_blank">Tom Gauld</a> è tratta da <a href="http://myjetpack.tumblr.com/post/79855559360/my-book-of-cartoons-youre-all-just-jealous-of-my" target="_blank">qui</a>; l'autore pubblica i suoi lavori, oltre che sul <i>New</i><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><i> Yorker </i><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">e il <i>New York Times</i></span>,</span> anche su <a href="https://www.instagram.com/tomgauld/" target="_blank">Instagram</a><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">, e uno dei suoi libri è stato tradotto in italiano: <i><a href="https://www.amazon.it/gp/product/887638474X?ie=UTF8&camp=3370&creativeASIN=887638474X&linkCode=xm2&tag=wwwcosierep00-21" target="_blank">Siete solo invidiosi del mio zaino a razzo</a></i><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">.</span></span>)</span></div>
<br />Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-11641073358952635522016-04-26T10:50:00.002+02:002017-06-05T18:30:42.302+02:00Internet non funziona: che fare?Ti è mai capitato di avere <b>problemi di collegamento a Internet</b>? (Si sente già un coro di "Sìììì!")<br />
<br />
Da ormai 9 giorni il nostro operatore, Fastweb, ci ha lasciate senza accesso alla rete né alla linea telefonica perché è in corso il passaggio alla fibra e, come succede a chi lavora da casa usando per tutto il tempo, oltre alla posta elettronica, anche una decina di siti in parallelo per fare ricerche, sono stati e continuano a essere giorni difficili.<br />
<br />
Ecco un'<b>infografica</b> che riassume bene i vari momenti che abbiamo attraversato:<br />
<br />
<div class="visually_embed">
<img alt="What To Do When The Internet is Down?" class="visually_embed_infographic" src="http://visual.ly/node/image/43954?_w=540" /><br />
<div class="visually_embed_cycle">
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace; font-size: x-small;">by <a href="http://www.glitchagency.com/?utm_source=visually_embed" target="_blank">GlitchAgency</a>. From <a href="http://visual.ly/?utm_source=content-embed&utm_medium=embed">Visually</a>.</span></div>
</div>
<br />
Dopo avere inveito 2 volte al giorno al telefono (cellulare, ovviamente, e con numero a
pagamento) per 4 giorni di fila contro gli operatori del call center come da indicazione numero 3 dell'infografica, abbiamo scoperto alcune cose sul <b>funzionamento del servizio di assistenza</b> che forse potranno esserti utili se ti ritroverai nella nostra situazione:<br />
<ul>
<li>Se sei senza linea e quindi costretto a usare il cellulare per contattare il call center, gli operatori, se glielo chiedi, <b>sono tenuti a richiamarti</b> (ma solo se glielo chiedi, altrimenti mica te lo propongono). Non è un granché, ma almeno puoi risparmiarti le ricariche del cellulare.</li>
<li>I provider hanno anche una pagina <b>Facebook</b>, quindi, se vuoi evitare di chiamare il call center, puoi collegarti a internet con il cellulare e scrivere sulla loro pagina, segnalando il problema e il tuo numero telefonico. A noi hanno risposto velocemente. Senza risolvere il problema né dire in cosa consiste, ma hanno risposto.</li>
<li>Gli operatori di call center non possono contattare direttamente i tecnici, ma solo <b>inoltrare al reparto tecnico dei solleciti</b> via computer. In sostanza sono come degli automi che registrano il tuo problema e inoltrano a qualcun altro, di cui non hanno (o sostengono di non avere) alcun recapito telefonico, la richiesta di risolverlo. Si tratta quindi di una comunicazione a senso unico: loro non ricevono alcun feedback dal reparto tecnico, e tu devi rassegnarti a rimanere in attesa <i>ad libitum</i>, senza sapere quale sia il problema né se si risolverà tra un'ora o tra un mese. </li>
</ul>
Nel frattempo, però, le pagine da scrivere e da tradurre si accumulano e il bisogno di collegarsi si fa sempre più pressante. Che fare? Ecco alcune soluzioni che abbiamo tentato per <b>usare internet anche se la nostra linea non funziona</b>:<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<ul>
<li>Se non vuoi muoverti da casa, puoi usare il <b>tethering</b>, cioè collegare il cellulare a internet usando i dati e poi condividere la connessione con il tuo computer; può darsi però che questo servizio non sia compreso nel piano tariffario del tuo telefonino e abbia quindi un costo. <a href="http://www.aranzulla.it/come-usare-cellulare-come-modem-947463.html" target="_blank">Qui</a> trovi tutte le informazioni su come collegare i due dispositivi e navigare dal pc sfruttando il cellulare.</li>
<li>In alternativa, se preferisci uscire, molte città italiane mettono a disposizione degli <b>hotspot</b>, ossia punti in cui l'accesso a internet è gratuito e aperto a tutti, previa registrazione. Lo stesso fanno ormai tanti locali pubblici, quindi puoi trasferirti a lavorare in piazza oppure al bar. Per trovare gli hotspot della tua zona, scarica sul cellulare l'app <a href="http://www.wifimap.io/" target="_blank">WiFiMap</a> che ti segnala sia i punti a pagamento che quelli gratuiti.</li>
<li>Se però hai bisogno di usare internet per giornate intere, come noi, puoi <b>chiedere ospitalità</b> ad amici e colleghi oppure <b>domandare la password al vicino di casa</b>: in questo momento ci stiamo collegando grazie al buon cuore della nostra vicina Gabriella, mentre la settimana scorsa abbiamo passato un
pomeriggio da Anna. Grazie a entrambe!</li>
</ul>
Intanto passano i giorni, la linea non torna e il servizio clienti non sa spiegarti perché: <b>che fare per risolvere il problema</b>? <br />
<ul>
<li>Da <a href="http://www.fastweb.it/downloads/PDF/famiglia/qualita_carta_servizi/cds_fissa_res.pdf?rel=20150610" target="_blank">carta dei servizi</a>, il provider si impegna a risolvere i malfunzionamenti <b>entro 72 ore dalla tua segnalazione</b>; se però la faccenda è più grave, come nel nostro caso, si propone di farlo comunque con una non meglio definita "massima celerità". Trascorse le 72 ore, è previsto un <b>rimborso</b> di 5 euro per ogni giorno di disservizio, che ovviamente non vale i tuoi patemi d'animo, ma è comunque meglio di niente. Se stai pensando che il rimborso ti arrivi in automatico perché l'azienda riconosce il proprio errore, ti sbagli: se non intervieni per richiederlo, ti vedrai recapitare una bolletta di importo standard. Quindi, una volta tornato il collegamento, chiedi subito quanto ti spetta.</li>
<li>Mentre aspetti che la faccenda si risolva, è una buona idea inoltrare un<b> reclamo scritto</b>: per raccomandata A/R alla casella postale del tuo operatore, via fax oppure tramite il sito del provider telefonico (avendo però cura di stampare il tuo reclamo, che ti servirà come pezza d'appoggio per eventuali azioni successive). Noi l'abbiamo fatto e, dopo due giorni dall'invio, siamo state contattate da un operatore di Fastweb (il problema però non si è affatto risolto).</li>
<li>Se ancora non si muove niente, prendi in considerazione la possibilità di <b>dare ampia diffusione alla tua vicenda</b> su tutti i canali che hai a disposizione: Facebook, giornali, blog, siti... Di solito per le aziende la reputazione è una faccenda importante, perciò la pubblicità negativa potrebbe arrivare dove non arrivano le sfuriate contro gli addetti del call center. Attenzione a non utilizzare un linguaggio offensivo nei testi che scriverai: occorre riportare i fatti in modo oggettivo evitando il turpiloquio, che in casi estremi potrebbe renderti passibile di querela.</li>
<li>Se nemmeno questo funziona, c'è sempre la possibilità di <b>cambiare operatore telefonico</b>. In questo caso, i tempi di passaggio previsti possono arrivare a 30 giorni lavorativi. Se il cambio è dovuto a disservizio, tieni presente che non dovrai pagare i <a href="https://bastabollette.it/fastweb/disdetta-costi-disattivazione-come-non-pagare/" target="_blank">costi di disattivazione</a> (e ci mancherebbe...), anche se il tuo provider potrebbe provare a chiederteli lo stesso.</li>
<li><span style="background-color: white;">Trascorsi 45 giorni dal tuo reclamo scritto, se la faccenda non si è risolta, puoi avviare una <b>conciliazione paritetica</b> che ti permetterà di risolvere il contenzioso senza ricorrere al giudice. Per avere un supporto legale in questa pratica, puoi </span><span style="background-color: white;">avvalerti degli avvocati di <a href="https://www.altroconsumo.it/reclamare/contatta-l-azienda" target="_blank">Altroconsumo</a>, un'associazione di consumatori che conta 370.000 soci.</span></li>
</ul>
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Conclusione della vicenda: al diciottesimo giorno senza collegamento si è presentato un tecnico, ha cambiato il router e magicamente è tornata la linea, più veloce di prima (abbiamo solo dovuto reimpostare il nome della rete e la password su tutti i computer e i dispositivi). </span></span><br />
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Il giorno seguente abbiamo inviato un fax di richiesta di rimborso (per telefono ci era stato detto che non era possibile farlo) e dopo un paio di settimane abbiamo ricevuto un bonifico pari alla cifra massima prevista dalla carta dei servizi.</span></span><br />
<ul>
</ul>
Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-25303953311778445722016-04-11T08:36:00.002+02:002017-06-05T19:04:20.604+02:00Quale guida turistica vorresti portare in vacanza?Il bel tempo sta arrivando e il pensiero corre alle vacanze... e per noi che siamo appassionate di viaggi e di viaggi scriviamo, corre anche alle guide turistiche che abbiamo usato, a quelle che vorremmo portare con noi nelle prossime esplorazioni e a come vorremmo che fossero!<br />
<br />
Per prima cosa, <b>l'impostazione generale della guida è fondamentale per determinare la soddisfazione di chi legge</b>. Ad esempio, voi preferite una guida<br />
<ul>
<li>con le foto delle principali attrattive o con solo testo? (Il prezzo varierà di conseguenza) </li>
<li>con la descrizione di tutti punti di interesse a pari merito o con un sistema (ad esempio le stelline delle guide Touring) che vi permetta di distinguere quali sono i luoghi imperdibili e quali invece potete trascurare senza rimpianti? </li>
<li>con descrizioni dettagliate delle parti storico-artistiche o con quelle di alloggi e ristoranti?</li>
<li>cartacea (con il rischio che raggiunga il chilo di peso) o digitale (meno pratica da consultare)?</li>
</ul>
<b>Le risposte dipendono, oltre che dai gusti personali, anche dal tipo di viaggio che si decide di fare</b>: se partiamo per un mese con il solo bagaglio a mano, forse è meglio portare un ebook; se abbiamo voglia di fare le nomadi e improvvisare ogni sera albergo e ristorante, conviene avere una guida che offra qualche recensione (ma anche Tripadvisor aiuta!).<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiUlUDnTQEQcIKUNQr3FtTlA_Gw5Cdgg8mWbLToLanOPh-bw8UvjYT2ZARjiBrIigao3WIfdDk595NAGhPcQJIavo1-gLHkiTALzx4Mpy6GG_t0XSQgOfvf3bNJN9uX2QvpIKTx5iyNPc/s1600/RoundTheWorldWithNellieBly.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiUlUDnTQEQcIKUNQr3FtTlA_Gw5Cdgg8mWbLToLanOPh-bw8UvjYT2ZARjiBrIigao3WIfdDk595NAGhPcQJIavo1-gLHkiTALzx4Mpy6GG_t0XSQgOfvf3bNJN9uX2QvpIKTx5iyNPc/s400/RoundTheWorldWithNellieBly.jpg" width="220" /></a></div>
<br />
<b>C'è però un aspetto che non cambia mai e che influisce sulla nostra decisione: com'è scritta, la nostra guida turistica?</b><br />
Sfogliando qualche pagina a caso, ci annoia a morte oppure ci fa pensare che gli autori abbiano effettivamente visitato quel posto e vogliano farcelo immaginare rendendo viva ai nostri occhi la sua storia e gli aspetti culturali e sociali che lo contraddistinguono?<br />
<br />
Per illustrare la differenza, vi proponiamo un test: riportiamo di seguito due brevi presentazioni degli stessi aspetti geografici e storici di Ancona e vi chiediamo di valutarle una dopo l'altra. Questa è la
prima:<br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">"Ancona (dal greco <i>ankon</i>, <span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">ossia </span>gomito), capoluogo di regione, è una città affacciata sull'Adriatico che sorge su un promontorio costituito dalle pendici
settentrionali del Monte Conero. Il promontorio del Conero forma a ovest un
golfo al cui interno, cinto da una sottile striscia di terra, si trova il porto, sede di fiorenti scambi commerciali fin dal 387 a.C., quando fu fondato dai greci." </span><br />
<br />
Adesso
interrompete la lettura, distogliete lo sguardo dallo schermo e provate
a dire che effetto vi fa quello che avete letto. Che cosa vi ricordate
di questo breve testo? Che cosa vi dice della città? Come vi immaginate
Ancona? In che modo questa descrizione vi risulterà utile, quando sarete lì? <br />
<br />
Dopo aver risposto, provate a leggere il secondo esempio:<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> </span><br />
<br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">"</span><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">La
storia
di Ancona è da sempre legata al mare, come si capisce osservando il
grande porto sull'Adriatico che, oggi come ieri, costituisce il cuore pulsante della
città, con i numerosi traghetti che vanno e vengono e <span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">i cantieri navali</span>
perennemente al<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> lavoro. </span> </span><br />
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Che
il porto rappresenti il cuore di Ancona è dimostrato anche dal nome
della città: nel 387 a.C., infatti, i greci scelsero di fondare
qui una colonia per i commerci via mare, perché il territorio presentava
una
sorta di gomito (in greco, <i>ankon</i>) che
ben si prestava per fornire un riparo naturale alle navi. Una città-gomito,
quindi, o città-porto naturale."</span><br />
<br />
Adesso provate a ripetere l'esperimento: che cosa vi è rimasto impresso? Come vi immaginate la città? Come vi sarà utile quello che avete letto, una volta che vi troverete sul posto?<br />
<br />
Per quanto ci riguarda, se la guida è del tipo 2, la compriamo, mentre se stiamo sfogliando la 1 ci riflettiamo sopra ancora un po'. Ricorda quei vecchi libri di testo in cui <b>le informazioni erano proposte con un intento di oggettività</b> e risultavano completamente piatte, noiose e difficili da memorizzare: qui ad esempio abbiamo una descrizione geografica che scivola via senza evocare immagini e un cenno storico uguale a mille altri. Il testo potrebbe continuare ad accostare infinite nozioni scollegate fra loro che non lasceranno alcun ricordo né forniranno grandi indizi per interpretare lo spirito della città.<br />
<br />
Nella 2 invece c'è più vita, c'è la <b>scelta di un punto di vista</b> (la centralità del porto), ci sono <b>immagini da visualizzare</b> che possono rimanere in mente senza troppo sforzo (l'animazione della zona portuale, il golfo a forma di gomito), c'è più soggettività. Si costruisce un racconto nel quale le immagini della città odierna e i cenni di storia antica confluiscono dando un <b>senso o una chiave interpretativa</b> attraverso cui leggere questo luogo (ieri come oggi, Ancona è il porto ideale perché il golfo ha una forma a gomito, perciò quello di città portuale è stato il suo destino, racchiuso anche nel suo nome). Insomma, preferiamo leggere, e scrivere, guide di questo tipo!<br />
<br />
Se ti dedichi alla <a href="http://www.cosierepossi.com/p/scrittura.html" target="_blank">scrittura</a> e vuoi realizzare testi di tipo 2, ti consigliamo di leggere le <a href="http://www.cosierepossi.com/2013/09/7-cose-da-fare-per-scrivere-bene.html#more" target="_blank">6 cose da fare per non annoiare i lettori</a> come infarinatura generale e, per approfondire, il <a href="https://www.amazon.it/gp/product/8876152210?ie=UTF8&camp=3370&creativeASIN=8876152210&linkCode=xm2&tag=wwwcosierep00-21" target="_blank"><i>Manuale di scrittura creativa</i></a> di Roberto Cotroneo. Contiene tra l'altro esempi pratici di testi che nascono come descrizioni piatte in stile verbale di polizia e piano piano, sotto la guida dell'autore, acquistano vita e diventano evocativi e interessanti.<br />
E se vuoi sapere quali guide abbiamo scritto di recente, ti segnaliamo <a href="http://www.cosierepossi.com/p/libri_14.html#olanda" target="_blank"><i>Olanda in bicicletta</i></a>, da poco in libreria, e <i><a href="http://www.edizioniterrasanta.it/etx/showPage.jsp?wi_number=35153" target="_blank">Itinerari francescani nelle Marche e nel Montefeltro</a></i> (con il testo su Ancona!), in uscita.<br />
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Buone letture e buona scrittura a tutti!<br />
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<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">L'immagine, di pubblico dominio, risale al 1890 e illustrava il gioco da tavolo creato per onorare la giornalista americana Nellie Bly che, dopo aver girato il mondo in 72 giorni, aveva scritto un <a href="https://www.amazon.it/gp/product/B01FIWUZTU?ie=UTF8&tag=wwwcosierep00-21&camp=3414&linkCode=xm2&creativeASIN=B01FIWUZTU" target="_blank">libro dedicato alla sua impresa</a>.</span>Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-45521344165051826392016-02-28T18:32:00.002+01:002017-06-05T18:30:55.435+02:00Narrativa e saggistica: le differenze a colpo d'occhio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5pmsHDaNO2gDzFjOFjvx3g4XCbpOuBMg05WLx7X_vUR6Yb8RHJpGt3TK0foaWT3oeOKG5tvBTRKxzKMUEcBTVpUwjEqkXOMlwD9_0ImzocWleIE8Zmcd9mK7HcqqNC9rabLbUeVS0vnM/s1600/differenza+tra+narrativa+e+saggistica.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="differenze tra romanzi e saggi" border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5pmsHDaNO2gDzFjOFjvx3g4XCbpOuBMg05WLx7X_vUR6Yb8RHJpGt3TK0foaWT3oeOKG5tvBTRKxzKMUEcBTVpUwjEqkXOMlwD9_0ImzocWleIE8Zmcd9mK7HcqqNC9rabLbUeVS0vnM/s640/differenza+tra+narrativa+e+saggistica.png" title="differenze tra narrativa e saggistica" width="256" /></a></div>
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<span style="font-size: small;"><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Infografica realizzata da <a href="http://www.canva.com/">Canva</a>.</span></span>Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-66355252147631586492016-02-09T09:10:00.001+01:002017-06-15T04:50:15.296+02:00Parolacce & Co.: tradurre il turpiloquioIn questo periodo stiamo divorando uno dietro l'altro tutti i <b>gialli</b> di un noto scrittore americano contemporaneo e al tempo stesso stiamo traducendo i romanzi di un altro autore americano di un genere affine.<br />
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Da lettrici, quello che chiediamo a questi libri è che ci intrattengano: <b>la trama dev'essere avvincente, lo stile fluido e i dialoghi credibili</b>.<br />
E nelle traduzioni italiane che stiamo leggendo, questi elementi ci sono tutti: bravi i tanti traduttori che si sono dati il cambio nel tempo e brava la redazione, che tra l'altro ha fatto un eccellente lavoro di uniformazione e correzione delle bozze (è rarissimo incontrare un refuso, e stiamo parlando di volumi che in media hanno 300-400 pagine).<br />
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In queste letture ci siamo imbattute in <b>una sola stonatura</b>: <b>la resa del turpiloquio</b>.<br />
Ci capitava di leggere un dialogo tesissimo, e poi di ritrovarci a sorridere perché sul più bello dello scontro verbale incontravamo una frase che un italiano non avrebbe pronunciato nemmeno al culmine della furia (e della creatività linguistica).<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz3g7TkqnhHBQb4kTJXC2SGIiUTAY_LiGjNWXw6CGJjNdq5mU1ioxMFDMK4YkTr3JjD396nXp0FbIpMk5BYeDHzed427MnZRmuJB3Rqr0rUALdTjyxOwlit9KnkaeUdilZT0QXWTBkJdY/s1600/640px-Word_Man_Pointing_in_Fuck_film.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz3g7TkqnhHBQb4kTJXC2SGIiUTAY_LiGjNWXw6CGJjNdq5mU1ioxMFDMK4YkTr3JjD396nXp0FbIpMk5BYeDHzed427MnZRmuJB3Rqr0rUALdTjyxOwlit9KnkaeUdilZT0QXWTBkJdY/s400/640px-Word_Man_Pointing_in_Fuck_film.jpg" width="400" /></a></div>
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Subito dopo, e questa è la nemesi del traduttore, <b>abbiamo dovuto affrontare la stessa difficoltà nel tradurre il romanzo su cui stiamo lavorando</b>: se molte offese inglesi (come <i>bastard</i> e <i>asshole</i>) sono facilmente traducibili in italiano, quando l'insulto si fa più articolato la difficoltà aumenta e il rischio di risultare poco credibili sale vertiginosamente. <br />
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Citiamo <b>alcuni esempi</b> tratti dai gialli che stiamo leggendo:<br />
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<li>"Porta il tuo culo fuori da qui" (traduzione di <i>get your ass out of here</i>; è una frase che, nella versione italiana, ultimamente si sente spesso anche nei telefilm, ma non nella vita reale)</li>
<li>"Sei pieno di merda" (da <i>you're full of shit</i>, insulto che si usa per affermare che l'altro sta mentendo)</li>
<li>"Me lo sono ritrovato sul culo" (detto da un agente che non si aspettava di incontrare il sospettato e racconta a un collega di esserselo visto davanti all'improvviso; l'espressione originale non la conosciamo, ma probabilmente c'era di mezzo la parola <i>ass</i>).</li>
</ul>
<b>Che cosa è successo in questi casi e come migliorare queste traduzioni?</b><br />
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Ci sembra che la scelta dei traduttori sia stata quella di rimanere il più possibile aderenti al testo originale. La resa di questi romanzi, in generale, è molto buona, ma può darsi che nel caso del turpiloquio intervenga l'imbarazzo di dover tradurre un linguaggio scurrile che noi traduttori nella vita di tutti i giorni non siamo abituati a usare.<br />
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Quello che abbiamo cercato di fare nella nostra traduzione delle espressioni volgari è stato superare l'imbarazzo, cogliere il senso generale delle frasi scurrili e trovare un modo di tradurle che non stonasse in bocca a un italiano. Nei casi citati sopra, per esempio, faremmo così:<br />
<ul>
<li>"Togliti dalle palle / Levati dai coglioni"</li>
<li>"Sono tutte cazzate"</li>
<li>"Cazzo, ci sono andato a sbattere contro!"</li>
</ul>
E tu, come te la cavi con il turpiloquio?<br />
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<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">S<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">e l'argomento ti interessa, ti segnaliamo <span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">il <span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">blog <a href="http://www.parolacce.org/" target="_blank"><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">P</span>arolacce</a></span></span>, che riporta <span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">aneddoti </span>e notizie sul turpiloquio.</span></span><br />
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><br /></span></span>
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">L'immagine, </span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0</span>, è di proprietà di Steve Anderson, regista del documentario <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Fuck_%28film%29" target="_blank"><i>Fuck</i></a> (</span><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;"><span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">2005)</span>, che analizza l'uso e la percezione della parola <i>fuck</i> nella società americana.</span> Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4297252889504651616.post-25259215006754300742016-01-25T10:01:00.003+01:002016-01-25T10:02:15.484+01:00Perché per le traduzioni è meglio ingaggiare un professionista (parte II)Su un treno regionale toscano abbiamo trovato questo cartello, tradotto (si fa per dire) in tre lingue.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTqQ6S5Go3IuYif8nX4l48knCreUo6HDys3vwbavM9ZgD2guHXPsMGzPsER9OeN2BCY_RsbNL_tsQFpDNMyHmGYaPj5jNXESXT_oleFube_24kSvR9-KPAWtIZUpNbJlNwwUY-JH17mfo/s1600/CAM00391.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTqQ6S5Go3IuYif8nX4l48knCreUo6HDys3vwbavM9ZgD2guHXPsMGzPsER9OeN2BCY_RsbNL_tsQFpDNMyHmGYaPj5jNXESXT_oleFube_24kSvR9-KPAWtIZUpNbJlNwwUY-JH17mfo/s1600/CAM00391.jpg" width="450" /></a></div>
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Sul burocratese del testo originale italiano già ci sarebbe da discutere, ma che cosa penseranno i viaggiatori che sanno l'inglese? Probabilmente si metteranno a ridere (o a piangere, a seconda del tipo): tanto per cominciare non si dice <i>equipe of </i>ma casomai <i>equipped with</i>, e <i>detector of fire </i>andrebbe sostituito con <i>fire detector.</i> Nella seconda parte due parole, <i>declenchement</i> e <i>evacuer</i>, sono prese di peso dal francese, ma non trovano posto nel dizionario inglese, <i>precipitatation </i>ha una sillaba in più, <i>come into contact with the crew </i>andrebbe riformulato in <i>contact train crew</i> e nel complesso il testo è quanto di più remoto possa esistere dal modo in cui lo scriverebbe un madrelingua. </div>
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È inglese maccheronico, per intenderci.</div>
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Ma perché, perché cavarsela con il fai da te invece di rivolgersi a un/a professionista? </div>
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Ce ne sono tanti, per esempio nell'<a href="http://www.aiti.org/ricerca_profilo" target="_blank">Associazione Italiana Traduttori e Interpreti</a>, che di mestiere fanno proprio questo: traducono, e possono coprire moltissime combinazioni linguistiche, tra cui italiano-inglese.</div>
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In questo momento gli strafalcioni stanno viaggiando in lungo e in largo per la Toscana... che peccato!</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">Se l'argomento ti interessa, <span style="font-family: "courier new" , "courier" , monospace;">guarda </span>anche i video del post <i><a href="http://www.cosierepossi.com/2013/10/video-errori-traduzione.html" target="_blank">Perché per le traduzioni è meglio ingaggiare un professionista</a></i>. </span></div>
Francesca Cosi e Alessandra Repossihttp://www.blogger.com/profile/06986408911083826116noreply@blogger.com0