lunedì 25 gennaio 2016

Perché per le traduzioni è meglio ingaggiare un professionista (parte II)

Su un treno regionale toscano abbiamo trovato questo cartello, tradotto (si fa per dire) in tre lingue.


Sul burocratese del testo originale italiano già ci sarebbe da discutere, ma che cosa penseranno i viaggiatori che sanno l'inglese? Probabilmente si metteranno a ridere (o a piangere, a seconda del tipo): tanto per cominciare non si dice equipe of ma casomai equipped with, e detector of fire andrebbe sostituito con fire detector. Nella seconda parte due parole, declenchement e evacuer, sono prese di peso dal francese, ma non trovano posto nel dizionario inglese, precipitatation ha una sillaba in più, come into contact with the crew andrebbe riformulato in contact train crew e nel complesso il testo è quanto di più remoto possa esistere dal modo in cui lo scriverebbe un madrelingua. 
È inglese maccheronico, per intenderci.

Ma perché, perché cavarsela con il fai da te invece di rivolgersi a un/a professionista? 
Ce ne sono tanti, per esempio nell'Associazione Italiana Traduttori e Interpreti, che di mestiere fanno proprio questo: traducono, e possono coprire moltissime combinazioni linguistiche, tra cui italiano-inglese.

In questo momento gli strafalcioni stanno viaggiando in lungo e in largo per la Toscana... che peccato!


Se l'argomento ti interessa, guarda anche i video del post Perché per le traduzioni è meglio ingaggiare un professionista

lunedì 11 gennaio 2016

Se il traduttore è un orso e il redattore una gazzella...

Noi traduttori editoriali amiamo starcene rintanati nell'angolo della casa che abbiamo destinato al lavoro, che si tratti di una semplice scrivania o di un'intera stanza del traduttore riservata alle nostre creazioni e doverosamente tappezzata di libri.

Le giornate possono trascorrere in un silenzio monastico, senza che il fastidioso squillo del telefono giunga quasi mai a turbare il silenzio che ci circonda, perché le comunicazioni con le case editrici avvengono quasi sempre per email.

Così, comunichiamo per iscritto con redattori che in molti casi non abbiamo mai visto in faccia e, quando ci confrontiamo con i colleghi, spesso lo facciamo sulle liste di discussione, anche in questo caso senza averli mai incontrati di persona.

Viviamo in un mondo di contatti smaterializzati e, stando in questa comoda nicchia, ci pare quasi impossibile che fuori, nelle redazioni, ci siano persone vere, che si possono vedere e toccare. 

Questa situazione tutto sommato ci va benissimo, perché in genere, per inclinazione naturale, non siamo estroversi né desiderosi di uscire dalla nostra confortevole tana per incontrare gli altri, meno che mai gli editori e i redattori.
Siamo un po' orsi, insomma...


Eppure, anche se dal nostro rifugio possiamo tenere i contatti con le redazioni tramite email asettiche, gli editori e i redattori sono animali sociali: il loro habitat è la casa editrice, dove vivono in branchi più o meno numerosi, brucando libri in compagnia.


Quindi, se vogliamo che la redattrice si ricordi di noi quando assegnerà la traduzione del prossimo libro, che l'editore prenda in esame la nostra proposta di traduzione, che la referente dell'amministrazione ci paghi con puntualità, dobbiamo uscire dalla nostra tana ursina e stabilire con loro contatti personali.

Perciò ti auguriamo un 2016 ricco di:
  • telefonate proficue con le redazioni
  • fruttuosi appuntamenti con gli editori
  • fiere editoriali produttive
  • scambi interessanti con i colleghi traduttori
  • e tanti altri incontri muso a muso con animali sociali di ogni genere!

La foto dell'orso viene da qui, quella delle gazzelle si trova qui ed è di Altaipanther; entrambe sono di pubblico dominio.