mercoledì 4 settembre 2013

Cartelli... per soli uomini

I cartelli stradali si rivolgono a tutti o immaginano un mondo popolato soltanto da uomini?

Ce lo siamo chieste qualche mese fa riflettendo sulle poche strade e piazze dedicate alle donne in Italia: solo l'8% del totale, il che fa pensare che nella storia, nelle arti e anche in tutti gli altri campi siano esistiti ed esistano soltanto gli uomini, escludendo metà della popolazione.

Dopo queste riflessioni, quando a Milano ci siamo imbattute in questo cartello non abbiamo potuto fare a meno di fotografarlo:

a passo d'uomo e di donna

Chi ha modificato il cartello lo ha fatto perché fosse capace di rivolgersi a tutti; la nostra lingua, infatti, in certi casi può essere usata in maniera sessista, ad esempio indicando gli "esseri umani" o le "persone" con la parola "uomini".

Nella stessa categoria di usi sessisti ricade anche "a passo d'uomo": certo, è una locuzione comune, ma non si potrebbe adottare una formula diversa che non escluda nessuno, ad esempio "Tram a 5 km/h"?

Nella pubblica amministrazione qualcuno ci ha già pensato, redigendo dei memorandum per un uso non sessista della lingua nei documenti pubblici:


Se questo argomento ti interessa, leggi anche "Una lingua per le donne", dove parliamo di termini come "ministro" e "avvocato", per lo più usati al maschile anche quando sono riferiti a una donna.
La foto è di Alessandra.

2 commenti:

  1. "A passo d'uomo" è un'espressione figurata, non c'entra con il sessismo. Mi trovo più d'accordo con Uomini e no.

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  2. Ciao Andrea,

    grazie per la tua riflessione e per averci segnalato il post di Daniele!
    Sì, "a passo d'uomo" è un'espressione figurata, e il post "Uomini e no" in merito alla parola "uomo", che fin dalla nascita della nostra lingua ha indicato gli esseri umani in generale, è un contributo interessante.

    Noi però ci chiediamo perché, quando agli albori della nostra lingua è stata scelta una parola per indicare gli esseri umani, si sia deciso di prendere come figura di riferimento l'uomo e non la donna.

    Dal nostro punto di vista la lingua ha rispecchiato la storia e dal momento che a quei tempi l'uomo era al centro di tutto e la donna aveva un ruolo molto marginale nella società, inevitabilmente quando si è dovuto generalizzare si è scelto di farlo basandosi sulla figura all'epoca preponderante, cioè quella maschile.

    Noi invece vorremmo vivere in un mondo in cui uomini e donne fossero, come ovviamente devono essere, sullo stesso piano, e la lingua in questo senso è uno stimolo alla riflessione, perché se è vero che le parole incarnano la storia, essendo cose vive hanno anche il potere di cambiarla, o quantomeno di far riflettere su ciò che accade.

    Per questo abbiamo apprezzato e segnalato gli sforzi fatti in tal senso dalle pubbliche amministrazioni sull'uso del genere nei documenti e speriamo di fare altrettanto con i nostri post!

    A presto!

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