lunedì 30 settembre 2013

6 cose da fare per non annoiare i lettori

Devi scrivere un documento, i testi per un sito internet, un articolo, un saggio e hai paura che nessuno ti legga? O, peggio ancora, che ti leggano sbuffando e sbadigliando?
Non sei sola/o, anzi: è un problema molto diffuso.

Visto che una parte del nostro lavoro ha a che fare con la scrittura, ci siamo sempre poste il problema di fare in modo che i nostri testi risultassero prima di tutto leggibili e se possibile anche interessanti e utili per i lettori.

'Write till you drop!' photo (c) 2008, Nenyaki - license: http://creativecommons.org/licenses/by-nd/2.0/

Con il tempo abbiamo elaborato delle regole che ci guidano e che non ci era venuto in mente di esplicitare finché non abbiamo letto i  "25 comandamenti per giornalisti" di Tim Radford, uno storico collaboratore del Guardian (leggi anche l'originale inglese) e il divertente pezzo "Come scrivere bene" di Umberto Eco.

Questi articoli ci hanno stimolato a mettere per iscritto quello che cerchiamo di fare quando scriviamo. Ecco quindi i nostri 6 accorgimenti per non annoiare i lettori:
  1. Le persone spesso non hanno tempo né voglia di leggere il pezzo che hai scritto: se vuoi che lo facciano, devi metterti nei loro panni e sforzarti di parlare proprio a loro, di rispondere ai loro bisogni o curiosità. Se non hai la certezza che l'argomento le interessi davvero (perché magari è un po' astratto), cerca almeno di agganciarti a ciò che conoscono, al loro mondo quotidiano, alla loro esperienza. Parti da un dettaglio concreto, da qualcosa che tutti hanno in mente. Stai scrivendo per i vivi: anche il testo dovrebbe esserlo.

  2. Non farla troppo lunga: di' quello che hai da dire con le parole che servono, senza ripetere più volte i concetti e senza gonfiare le frasi con aggettivi e avverbi inutili. A questo proposito, pare che il direttore di un giornale svizzero abbia detto a un neoassunto: "Si ricordi che ogni frase ha il soggetto, il predicato verbale e il complemento oggetto. Punto. Se vuole usare un aggettivo venga prima nel mio ufficio e mi chieda il permesso". 

  3. Quando i lettori trovano il testo poco chiaro, è più probabile che lo abbandonino. Se ti accorgi che il testo è confuso, perché i concetti sono esposti nell'ordine sbagliato o le frasi sono contorte (e la prima bozza è sempre un po' confusa), respira, rifletti e chiarisciti le idee. Poi lima, taglia, riscrivi e vedrai che il messaggio ne guadagnerà.  

  4. Se il pezzo a cui stai lavorando è breve (ad esempio un post, un articolo o il paragrafo di un libro), limitati a un concetto o al massimo due: non devi metterci per forza tutte le idee che ti vengono in mente. Potranno diventare l'oggetto del prossimo paragrafo.

  5. Scrivere bene richiede un sacco di tempo: dopo aver buttato giù una bozza, bisogna lasciarla decantare un po' e poi correggerla, tagliando e riscrivendo in base agli accorgimenti forniti sopra. Se il tempo è poco si può scrivere ugualmente, ma può darsi che il risultato non sia dei migliori.  

  6. Se stai lavorando a un testo importante, è una buona idea farlo rileggere almeno a un'altra persona prima di diffonderlo: un altro paio d'occhi coglierà quello che, ormai assuefatta/o alle tue stesse parole, potresti aver perso di vista. 
E tu, che accorgimenti usi per non annoiare i lettori?


Se l'argomento ti interessa, leggi anche il post dedicato a chi ha il terrore della pagina bianca.

lunedì 23 settembre 2013

Come farsi prestare e-book e e-reader gratis

Vuoi provare l'e-reader?
Se vuoi sperimentare gratuitamente la lettura digitale, chiedi alla biblioteca comunale più vicina a casa tua: è probabile che possa prestarti un lettore. Diciamo "è probabile" perché purtroppo pare che non ci sia una lista di tutte le biblioteche che offrono questo servizio; di sicuro però stanno aumentando, quindi non resta che chiedere in quella che ti è più comoda e scoprirlo di persona.

Noi lo abbiamo fatto, e questa è la nostra esperienza. Ci siamo rivolte alla biblioteca San Giorgio di Pistoia, di cui siamo utenti affezionate, e abbiamo preso in prestito un e-reader Cybook Odissey. Arrivate a casa abbiamo visto che vi erano stati caricati circa un centinaio di e-book, per lo più di manualistica; i romanzi erano pochi e quasi tutti protetti (ad esempio quelli di Sellerio), quindi non leggibili. Però siamo riuscite a leggere il romanzo di Jonathan Lethem Chronic City (trad. it.Gianni Pannofino, Il Saggiatore 2011) e a restituire l'e-reader entro due settimane come richiesto dalla biblioteca (ma in altri posti il prestito dura un mese).

Se hai già un e-reader, presso le 3000 biblioteche italiane che aderiscono a Media Library OnLine (a p. 2 di questo documento puoi scoprire quali sono) puoi prendere in prestito non solo e-book, ma anche altri contenuti digitali: quotidiani, musica, audiolibri, video, e accedere a banche dati.

media library online

Abbiamo provato anche questo servizio gratuito presso la biblioteca San Giorgio: basta richiedere nome utente e password per poi collegarsi da casa al sito di Media Library OnLine. A quel punto si può usufruire delle risorse messe a disposizione dalla propria biblioteca: noi abbiamo accesso a 46 quotidiani, 50 filmati, 49 banche dati e 25.598 e-book. Possiamo sfogliare ogni giorno i principali giornali italiani e stranieri, guardare qualche vecchio film in streaming e accedere a banche dati come l'archivio immagini Alinari o le Teche Rai.

Per quanto riguarda gli e-book, il numero è notevole ma, purtroppo, non include le novità: si tratta infatti di testi fuori diritti (o perché gli autori sono morti da più di 70 anni oppure perché chi li ha scritti ha deciso di metterli a disposizione di tutti) che sono reperibili gratuitamente su siti come Gutenberg o Liber Liber.
Se però sei interessata/o al prestito di e-book commerciali, non scoraggiarti: ogni biblioteca offre risorse diverse e, se quella della tua città non ha le ultime novità digitali, forse puoi trovarle in un'altra biblioteca dei dintorni. Peccato che, anche in questo caso, non sia disponibile una lista...

Se vuoi scaricare gli e-book a costo zero di Amazon, leggi anche il post "Come scaricare 36.000 e-book gratuiti da Amazon (e leggerli senza Kindle)"; altri siti che offrono e-book sono segnalati in "Scaricare e-book gratis? Ecco i siti per farlo (legalmente)". 

lunedì 16 settembre 2013

Test: trova la tua cittadinanza interiore

Le tue posizioni rispetto a politica, religione, lavoro, scelte di vita sono allineate con la media italiana oppure dentro di te sei svedese?

Per scoprirlo, prova questo test (anonimo, in inglese) basato sui risultati dello European Values Study e facci sapere i risultati! Per quanto ci riguarda, siamo islandesi (e guarda caso il prossimo paese che avevamo intenzione di visitare è proprio l'Islanda... corriamo a comprare i biglietti!).

Grazie a Isa Zani che ha segnalato il test!

lunedì 9 settembre 2013

Il fattore è sovrappeso o di un certo peso? La traduzione di parole polisemiche

Una delle tante difficoltà che si presentano quando si traduce è data dalle parole polisemiche, quelle che hanno più significati etimologicamente correlati tra loro, come "fattore". Questa parola, infatti, indica (tra le altre cose) sia la "persona che gestisce una fattoria" sia un "elemento che contribuisce a determinare un dato effetto".

Di solito di fronte alle parole polisemiche i traduttori si basano sul contesto per scegliere il traducente più adatto: se in un testo leggiamo la frase “un fattore di un certo peso”, immaginiamo che chi scrive si riferisca all'elemento principale di una determinata questione, perché se avesse parlato di una persona che dirige una fattoria probabilmente l’avrebbe definita in un altro modo, ad esempio “un fattore sovrappeso”.

la casa delle odi-neruda

Certe volte, però, la questione si fa più complicata. Ci siamo imbattute in un caso di polisemia abbastanza complesso traducendo una delle Odas elementales di Neruda, la "Oda a la naranja", per il volume La casa delle odi (Motta Junior 2012). In questa poesia il poeta accosta il paesaggio cileno a un’arancia: Patria / mía, / amarilla / cabellera, / espada del otoño, / cuando / a tu luz / retorno, / a la desierta / zona / del salitre lunario, / a las aristas / desgarradoras / del metal andino...

Il vocabolo (molto) polisemico che ci ha messe alla prova è stato arista.
L’arista in spagnolo è almeno cinque cose diverse, che per lo più in italiano non vengono definite con una sola parola, ma con una perifrasi:

mercoledì 4 settembre 2013

Cartelli... per soli uomini

I cartelli stradali si rivolgono a tutti o immaginano un mondo popolato soltanto da uomini?

Ce lo siamo chieste qualche mese fa riflettendo sulle poche strade e piazze dedicate alle donne in Italia: solo l'8% del totale, il che fa pensare che nella storia, nelle arti e anche in tutti gli altri campi siano esistiti ed esistano soltanto gli uomini, escludendo metà della popolazione.

Dopo queste riflessioni, quando a Milano ci siamo imbattute in questo cartello non abbiamo potuto fare a meno di fotografarlo:

a passo d'uomo e di donna

Chi ha modificato il cartello lo ha fatto perché fosse capace di rivolgersi a tutti; la nostra lingua, infatti, in certi casi può essere usata in maniera sessista, ad esempio indicando gli "esseri umani" o le "persone" con la parola "uomini".

Nella stessa categoria di usi sessisti ricade anche "a passo d'uomo": certo, è una locuzione comune, ma non si potrebbe adottare una formula diversa che non escluda nessuno, ad esempio "Tram a 5 km/h"?

Nella pubblica amministrazione qualcuno ci ha già pensato, redigendo dei memorandum per un uso non sessista della lingua nei documenti pubblici:


Se questo argomento ti interessa, leggi anche "Una lingua per le donne", dove parliamo di termini come "ministro" e "avvocato", per lo più usati al maschile anche quando sono riferiti a una donna.
La foto è di Alessandra.