venerdì 26 ottobre 2012

Che font è questo?

A volte troviamo un'immagine o un logo con un font che ci piace e che vorremmo usare per i nostri documenti (questo ad esempio è Georgia)

ma, a meno di essere degli esperti, è difficile indovinare di quale font si tratti (lo riconosci? È Helvetica).

In questo caso si può ricorrere all'ottimo sito MyFonts (Verdana)

dove si può caricare l'immagine con i font misteriosi e ottenere il responso (questo è il classico Times).

Buoni font a tutti (con Trebuchet)!

giovedì 18 ottobre 2012

Che cosa fa di un traduttore un bravo traduttore? (E di un cuoco un bravo cuoco? Ecc. ecc.)

Diamo per scontato che per diventare professionisti di un dato settore si debbano seguire studi specifici, ma qual è l'elemento che poi fa la differenza tra chi se la cava e chi eccelle nel mestiere?

  • Secondo alcuni si tratta di possedere un talento particolare in quel campo: nel caso dei traduttori, ad esempio, avere orecchio per le lingue ed essere portati per la scrittura.
  • C'è anche chi pensa che sia tutta questione di passione: fai un mestiere perché ti piace, e alla fine diventi bravo.
  • Per altri il punto cruciale è la determinazione: desideri talmente tanto diventare un bravo professionista, che alla fine in qualche modo ce la fai.

L'abilità sembrerebbe quindi legata a doti innate (e difficilmente quantificabili): il talento, la passione, l'essere portati per qualcosa, la determinazione.

'80% of success is just showing up' photo (c) 2011, Sean MacEntee - license: http://creativecommons.org/licenses/by/2.0/











Chi ha studiato la questione più a fondo, invece, ha scoperto che alla base della riuscita in una qualsiasi attività c'è un elemento molto concreto, che possiamo controllare direttamente: il puro e semplice tempo che le dedichiamo.
Non entriamo qui nel merito dei dati e delle spiegazioni, per le quali vi rimandiamo a due post molto stimolanti e ricchi di esempi, pubblicati da Arduino Mancini su Tibicon: Quanto tempo serve per diventare un esperto nel proprio lavoro? e Conta più il talento o la preparazione?, oltre che alla lettura di Fuoriclasse, l'ottimo libro di Malcolm Gladwell (trad. it. Elisabetta Valdrè, Mondadori 2010) sui fattori che portano le persone al successo professionale.

andre agassi

Vi riportiamo invece un esempio dell'importanza del fattore tempo: nelle pagine di Open, l'avvincente biografia di Agassi (trad. it. Giuliana Lupi, Einaudi 2011) si scopre che, quando Andre era un bambino, il padre gli aveva costruito una macchina sparapalline da tennis e lo costringeva a colpire 2500 palle al giorno, cioè 17.500 alla settimana, ossia poco meno di un milione all’anno… Il tennista in erba ha così accumulato molte più ore di allenamento dei suoi coetanei, diventando professionista a 16 anni e avviandosi all'eccezionale carriera che conosciamo.

Insomma, se vogliamo diventare bravi, davvero bravi nel nostro mestiere, oltre allo studio ci saranno senz'altro utili passione, talento e determinazione, ma soprattutto dovremo dedicare ore e ore di impegno ad affinare sempre più le nostre capacità.

La foto di Andre Agassi è tratta da qui.

mercoledì 10 ottobre 2012

Vuole una sportina? (E altri usi regionali)

Capita che, facendo acquisti in Romagna, ti venga offerta una sportina e tu rimanga per un momento sospesa, a riflettere sulla parola misteriosa... ma cosa sarà mai la sportina? Poi il contesto ti aiuta (la spesa è sparsa sul bancone e non hai niente con cui portarla a casa) e capisci che ti stanno proponendo un sacchetto.
'Attack of the Plastic Bags' photo (c) 2011, Mike Licht - license: http://creativecommons.org/licenses/by/2.0/
Questo e mille altre oggetti, relativi soprattutto alla vita quotidiana, hanno nomi diversi in regioni diverse e danno vita a incomprensioni ed equivoci divertenti.

Se a Milano ti chiedono di fare la polvere, non la devi produrre, la devi togliere dai mobili. A Firenze, in compenso, per lavare i pavimenti devi dare il cencio (per terra).

Se in Toscana un'amica cerca la passata, forse non sta pensando di cucinare, ma di mettersi in ordine i capelli (la passata è quello che altrove si chiama "cerchietto").

Negli armadi di Milano ci sono gli ometti (no, non sono amanti nascosti di piccola statura, ma appendiabiti).  In Toscana invece si chiamano grucce  (ma non occorre essersi rotti una gamba per usarle).

Se a Firenze ti chiedono "Dov'è il toni?", non si riferiscono a un tuo amico (anche perché in Toscana non si mette l'articolo davanti ai nomi propri maschili, solo a quelli femminili: "il Carlo" no, ma "la Giovanna" sì). Il misterioso toni, insomma, non è una persona, è la tuta da ginnastica... (Sul sito Curiosità di Firenze trovate una spiegazione dell'origine del nome).

Quando si traduce, è utile confrontarsi con colleghi di città diverse per evitare di usare regionalismi: ci è capitato ad esempio di imbatterci nella "schiscetta" nei titoli delle riviste, ma questa parola è comprensibile solo in Lombardia e dintorni, non nel resto d'Italia. (La schiscetta è la gamella o gavetta in cui gli operai di un tempo pigiavano, cioè "schisciavano", il pranzo, oggi sostituita dal più pratico contenitore di plastica.)

Ed ecco qualche risorsa utile per le parole dialettali.

Risorse generali:
  • il sito di Turisti per caso, con video in cui persone di città diverse dicono nel proprio dialetto una lista di parole
  • il sito Volgarmente, che raccoglie parole dialettali da tutta Italia, con una funzione di ricerca che permette di trovare sia il significato della parola, sia lo stesso concetto espresso in dialetti diversi 
Dizionari dei singoli dialetti (in ordine alfabetico):
Se il post ti è piaciuto, condividilo cliccando sulle icone nel riquadro grigio sotto e leggi anche questo post sui modi di dire dialettali.

Ringraziamo Christelle per l'esempio della sportina!

mercoledì 3 ottobre 2012

Quali sono i bestseller italiani all'estero?

Se nelle classifiche italiane dei bestseller di questi giorni svettano i libri di Andrea Camilleri, Massimo Gramellini e Corrado Augias, che cosa succede nel resto d'Europa? I nostri autori vengono tradotti oppure no? E se sì, quali?

La domanda è stata posta in questo articolo pubblicato su La Lettura a 7 italianisti stranieri che fanno parte della giuria del premio "Alassio 100 libri" e insegnano nelle università. Ecco il loro responso.

Germania Vanno di moda i libri italiani che dal punto di vista tedesco hanno qualcosa di "esotico": negli anni Ottanta, ad esempio, è stato molto tradotto Eco, poi è stata la volta di Tabucchi e adesso tocca a Camilleri, di cui piacciono soprattutto le descrizioni di prelibatezze gastronomiche.

'Eve Arnold - Marilyn Monroe reading the last page of James Joyce's Ulisses  (1954)' photo (c) 2011, Playing Futures:  Applied Nomadology - license: http://creativecommons.org/licenses/by/2.0/Gran Bretagna Gli autori italiani si traducono poco, e ce ne siamo accorte anche noi: di recente abbiamo letto Una vita da lettore e Shakespeare scriveva per soldi, due volumi che raccolgono le divertenti recensioni di libri pubblicate da Nick Hornby sulla rivista americana The Believer (che escono in Italia su Internazionale). Indovinate quanti libri italiani c'erano? Nessuno. E di autori non anglosassoni? Forse un paio su 150 circa...

Russia Pare che la letteratura italiana sia arrivata solo in tempi recenti, perché gli stessi traduttori ritenevano alcuni autori troppo difficili. Adesso i russi leggono Camilleri, ma non i suoi romanzi linguisticamente più complessi (quindi niente Montalbano).

Polonia La narrativa italiana è poco seguita, ma in compenso si traduce molta saggistica: grande successo di Gomorra, Roberto Calasso, Tiziano Terzani e Oriana Fallaci.

Spagna Vanno per la maggiore i gialli: Gianrico Carofiglio, Massimo Carlotto e l'immancabile Andrea Camilleri. A differenza dei lettori tedeschi, gli spagnoli non cercano nel commissario Montalbano la novità, ma la ripetizione di elementi già noti.

Svezia Gli svedesi seguono volentieri gli autori italiani, e anche i media si occupano di loro quando visitano il paese. A volte contribuiscono in gran misura al loro successo: le vendite di Io non ho paura si sono impennate dopo l'adattamento radiofonico del volume.

Francia Tra gli autori contemporanei più seguiti al momento ci sono Alessandro Baricco e soprattutto Erri de Luca, i cui titoli vengono tradotti subito dopo l'uscita italiana.

Questi sono i pareri degli italianisti; se avete notizie o idee sui libri italiani che si leggono all'estero, fateci sapere!