domenica 20 maggio 2012

Una lingua per le donne

Se è normale scrivere "la maestra", perché deve suonare strano "la ministra"?

Nel primo caso si tratta di un ruolo tradizionalmente femminile, mentre nel secondo l'ascesa delle donne alle poltrone governative è relativamente recente e ancora limitata (nel governo attuale, ad esempio, si contano 2 ministre e 16 ministri, ossia una presenza femminile dell'11%). Per questo, cercando "ministra" sulla Treccani, si trova la dicitura "forma un tempo scherzosa...": il termine è stato inizialmente usato in senso ironico, ritenendo forse che in un gabinetto governativo una donna fosse fuori posto. E difatti non è stato ancora accolto dalle istituzioni: nonostante la presenza femminile in quella sede risalga al 1976, quando Tina Anselmi divenne ministra del lavoro e della previdenza sociale, il termine ufficiale per designare le donne che ricoprono questa carica è ancora al maschile: ministro.

Potrebbe sembrare un problema trascurabile, ma quello che non possiamo pensare (perché non abbiamo le parole per pensarlo) è come se non esistesse.
E allora, perché nella società si diffonda e si consolidi sempre di più l'idea che le donne sono perfettamente in grado di ricoprire gli stessi ruoli degli uomini, iniziamo dalla lingua, auspicando la presenza, sulle pagine dei giornali e nelle conversazioni di tutti i giorni, di tante ministre, chirurghe, sindachesse, architette...  finché l'uso di queste parole non stonerà più alle orecchie di nessuno.

amelia earhart


Per approfondire l'argomento, leggi questo articolo di Repubblica citato sul blog del movimento "Se non ora, quando?" che si impegna perché l'Italia diventi un paese per donne. 
Leggi anche questa intervista alla prof. Cecilia Robustelli dell'Università di Modena e Reggio Emilia, che promuove un uso della lingua italiana rispettoso dell'identità di genere. La professoressa ha firmato queste utili Linee guida per l'uso del genere nel linguaggio amministrativo.
Ti segnaliamo anche il nostro post sulle pochissime strade d'Italia dedicate alle donne.

Nella foto: l'aviatrice americana Amelia Earhart (1897-1937), prima donna a trasvolare l'Atlantico in solitaria nel 1932 (l'impresa fino a quel momento era riuscita solo a Charles Lindbergh).