lunedì 13 febbraio 2012

Il dilemma dell'editoria a pagamento

Sono tantissimi gli italiani con un romanzo o un'autobiografia nel cassetto, desiderosi di veder pubblicati i loro scritti: ce lo dimostra anche il numero di richieste che arrivano al nostro sito CercoGiornalistaScrittore.

Queste persone, tuttavia, si trovano ad affrontare un grosso dilemma: proporre il libro a un editore a pagamento, pagare e poi ritirare le copie da regalare agli amici, ma non avere mai la soddisfazione di vederlo in libreria, oppure darsi da fare (senza sapere come) perché un editore nazionale si convinca che il libro è buono e decida di investirci del suo, con il rischio però di aspettare per mesi o anni una risposta e magari di non vederla mai arrivare?

punto interrogativo

La redazione di una rivista letteraria curiosa e brillante di nome Wimbledon: la gente che legge, che usciva nei primi anni Novanta, aveva risolto il dilemma. Ecco qua che cosa proponeva ai suoi lettori-aspiranti-scrittori sul n° 11 del febbraio 1991, a p. 31:

Cari lettori, siamo stati sommersi dalle proposte di pubblicazione. Cari lettori, ve lo diciamo con la mano sul cuore: C'È DA DIVENTARE RICCHI A DARVI RETTA. [...]

Ogni mese su "Wimbledon" vi sarà una sezione intitolata "La gente che scrive". Lo spazio di questa sezione è messo all'asta tra i lettori: fate un'offerta, un tanto a parola, per la vostra poesia, racconto o saggio. Noi pubblicheremo senz'altro quelli che hanno fatto l'offerta più alta.

[...] pubblicheremo tre tipi di scritti: a) scritti di scrittori che per pubblicare ci hanno pagato; b) scritti di scrittori che ci hanno convinto e che pubblicheremo senza pretendere nessun pedaggio; c) scritti scelti a caso tra quelli che ci sono arrivati in redazione. [...]

Noi leggeremo la vostra opera e se ci piacerà la pubblicheremo gratuitamente. Se come è molto più probabile non ci piacerà, andremo a guardare quanto siete disposti a spendere per pubblicarla e se la vostra offerta supera le altre vi metteremo in pagina. Se infine quello che avete scritto non ci è piaciuto e se la vostra offerta è anche bassa, vi daremo ancora una possibilità: estrarremo a sorte qualche scritto da quelli che ci sono pervenuti e lo pubblicheremo lo stesso. Se non vi aiuta né la qualità né la buona sorte, cari amici, è meglio che smettiate! [...]

Naturalmente [non] sarà rivelato il segreto. Nessuno saprà mai se siete bravo o fortunato o semplicemente ricco! La vostra vanità sarà soddisfatta fino in fondo! Potrete orgogliosamente mostrare agli amici e ai parenti l'antologia col vostro nome stampato sopra senza timore di conseguenze! Spedite, spedite senza pietà. Noi aspettiamo.

Originali, no?
Il denaro raccolto andava in beneficenza e la rivista purtroppo è sopravvissuta solo per pochi numeri... ma non sappiamo se le due cose siano collegate.

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